The Crowded Room 1×04 – LondonTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Crowded Room 1x04 Recensione

“You think that I killed them both. That I came home and I killed Yitzhak and Ariana out of revenge for, I don’t know, conning me. Or sending me to Jack. Only, I didn’t do any of those things. And why would anyone do that anyway? Invest the years. Move to my block. Look out for me. Pretend to defend me. Care for me. For what, £3,000? And a lesson about courage? It doesn’t make any sense.”

Uno, nessuno e centomila Danny Sullivan. Sin dalla visione del pilot, nello spettatore si sono necessariamente innescati una serie di sospetti. In primis, c’è un’idea pervadente che spinge a credere che Ariana e Yitzhak non siano reali. Del resto, nessuno sembra(va) conoscerli e – come fatto notare nella recensione del secondo episodio – i dialoghi non avvengono mai tra più di 2 persone contemporaneamente. Tutto ciò, unito alla conoscenza della vera storia di Billy Milligan, non poteva che far giungere a una conclusione. Questi personaggi non esistono nella realtà, si tratta semplicemente delle multiple personalità di Danny Sullivan. Tuttavia, la teoria è stata – quantomeno in parte – messa a dura prova nel corso di questo episodio. Danny racconta il suo viaggio a Londra in cui fa la conoscenza di Jack, un amico di suo padre. Jack conosce Yitzhak e, come plot twist finale, è rivelato che Rya Goodwin conosce Jack. Dunque, se Jack è una persona reale, anche Yitzhak deve esserlo. Oppure, al contrario, Jack non è una persona reale e non lo è neanche Rya Goodwin. Ai prossimi episodi l’ardua sentenza.

VIAGGIO A LONDRA


Come anticipato nella sezione precedente, il racconto di Danny a Rya è ripreso da una scena mostrata durante il pilot: Yitzhak dà un passaporto a Danny e gli dice di andare a trovare suo padre. Danny va dunque a Londra, ultimo posto in cui sapeva che suo padre avesse vissuto.
Le avventure londinesi di Danny svelano allo spettatore molteplici informazioni. Pete Sullivan era un contrabbandiere in affari con Yitzhak e un londinese di nome Jack. Ben presto, si scopre che Jack e Yitzhak sono in contatto, e mandare il ragazzo a Londra faceva parte del piano.
Pur ottenendo nuovi dettagli, dunque, lo spettatore conclude la parentesi britannica dello show con ulteriori domande. Considerando che la vittima designata era Marlin e che Yitzhak aveva pianificato di mandare il ragazzo a Londra, davvero si tratta di un’enorme cospirazione? In caso di risposta affermativa, il movente deve essere ben diverso dai 3.000 pound che Jack manda – infruttuosamente – Danny a riscuotere da un criminale locale.

TUTTI CONOSCONO TUTTI


In uno show di questo tipo, dove lo spettatore fatica a distinguere cosa sia reale da cosa non lo sia, spesso tutti i personaggi risultano essere profondamente interconnessi tra loro. The Crowded Room non fa certo eccezione.
La terza puntata era terminata con un colpo di scena importante, ossia la rivelazione di Marlin come vittima designata. Quello sviluppo, tuttavia, appare minore rispetto a quanto rivelato negli ultimi secondi di “London”. Fino a quel momento, infatti, si poteva supporre che anche Jack fosse frutto dell’immaginazione di Danny e che il dialogo telefonico con Yitzhak non si fosse mai verificato.
Quest’ipotesi, però, non si concilia con il fatto che Rya conosca Jack, ci abbia parlato in passato e lo abbia fatto venire negli Stati Uniti per parlare di Danny. Questo nuovo tassello rischia di scombinare il puzzle costruito fino ad ora e apre scenari completamente nuovi.

IL CONFINE TRA L’INGEGNO E LA CONFUSIONE


Nonostante un inizio difficile, The Crowded Room ha mostrato una crescita importante nel corso del terzo e del quarto episodio. La trama all’apparenza semplice – con vari personaggi che esistono solo nella mente di Danny – è improvvisamente diventata più articolata e meno banale.
Alla luca di quanto mostrato poco prima dei titoli di coda, è possibile immaginare che anche Rya non esista nella realtà. Danny potrebbe essere in carcere in seguito al tentato omicidio di Marlin e – rinchiuso nella cella – sta immaginando questo interrogatorio con una detective in gamba che cerca di districare un’ampia cospirazione.
Alternativamente, Jack, Yitzhak e Rya sono personaggi reali. Ciò potrebbe voler dire che anche Ariana esiste davvero. In quel caso, diventerebbe interessante capire il motivo delle azioni di Jack e Yitzhak e il coinvolgimento di Rya nella vicenda. Senza dimenticare che, ammettendo sia tutto reale, entrerebbe in gioco il fattore della credibilità della storia narrata. Il confine tra ingegno e pura confusione è dunque molto sottile.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Trama sempre più intricata
  • Il cast è convincente nelle interpretazioni
  • Il viaggio a Londra
  • I dialoghi tra Danny e Rya
  • Il colpo di scena finale
  • Più il mistero è intricato, più credibile deve essere la spiegazione. Non si tratta di un elemento negativo di per sé, ma va lasciato come monito
  • Nonostante i soli 38 minuti di durata, alcuni tratti della narrazione sono eccessivamente monocorde per uno show di questo tipo 

Alzi la mano chi esiste davvero e non è una proiezione della mente del protagonista.

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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