Un sottile mood da final season ha preso ormai possesso di The Flash condannandolo a vivacizzarsi di volta in volta puntando sulla malinconia e il senso costante di essere alla fine di qualcosa.
Un mood che è incominciato da un paio di puntate con la scomparsa di Frost, ennesima colonna portate dello show che è venuta a mancare e su cui si basa la debolissima storyline orizzontale di Caitlin (Danielle Panabaker) che cerca a tutti i costi di riportarla in vita grazie all’inedita alleanza con Mark (Jon Cor). Ma riportare in vita qualcosa di già morto non è certo un’impresa facile. E questo forse dovrebbe essere capito anche dagli sceneggiatori di questo show televisivo che si regge ormai sulla propria fama ma senza particolari meriti.
BARRY-ORFEO E IRIS-EURIDICE
Tipico esempio di questa tendenza è tutta la storyline che riguarda la ricerca di Iris (Candice Patton), da parte di Barry (Grant Gastin), nella Still Force. Come un novello Orfeo in cerca della sua Euridice, Barry si addentra in questo mondo particolare dove passato, presente e futuro sono mescolati insieme.
Il regista Eric Wallace ricostruisce questo mondo con inquadrature quasi sempre diagonali (forse per dare un’idea di spaesamento) e iridate da una perenne luce verdastra che più che ai miti greci sembra rimandare al mondo di Oz.
E, in effetti, l’espressione del protagonista è quasi sempre spaesata in questo contesto, anche un po’ troppo considerando il ruolo che dovrebbe avere nello show. Il Barry mostrato in questo episodio cade continuamente dal pero e deve necessariamente venire in suo soccorso la rediviva figlia Nora (Jessica Parker Kennedy, tornata finalmente in auge dopo la fortunata parentesi di “Impulsive Excessive Disorder“) per ricordargli il proprio ruolo all’interno dello show.
Il tutto per mostrare l’ennesimo happy ending dove una situazione, all’inizio irrisolvibile, viene risolta in due secondi grazi al “potere dell’amore e della famiglia”.
POTENZIALITÀ E DIFETTI
Una trama ormai vista e rivista che non nasconde la mancanza di idee e di futuro per lo show targato The CW. Non è dato ad oggi sapere quale sarà la sorte della serie o quali siano le intenzioni dei produttori ma appare ormai chiaro che una spinta di questo tipo verso il viale dei ricordi e della nostalgia, in cui i character presenti non fanno che ribadire lo spirito di fratellanza dei vari membri del gruppo, sia indice di un’imminente fine di qualcosa.
C’è solo da sperare che tutto ciò porti ad un final season degno di questo nome e con la giusta dose di epicità (diversamente da un’altra serie DC-The CW). Anche perché gli spunti mostrati sono comunque molto interessanti. A partire dalla stessa Still Force che ad oggi rimane “un concetto di cui si sa spaventosamente poco” ma che potrebbe presentare nuove possibilità per tutte le storyline presenti.
SENZA INFAMIA E SENZA INFAMIA
Un episodio, dunque, nel suo complesso, senza particolari picchi. La storyline legata alla Still Force all’inizio sembra funzionare, anche se poi viene lasciata lì proprio nel momento clou e senza alcuna spiegazione sul perché del tradimento di Deon (Christian Magby). Senz’altro questo sarà oggetto delle restanti puntate. Ma essendo questo un episodio che arriva dopo ben due episodi di raccordo, si può tranquillamente affermare che lo show sta tenendo fin troppo sulle spine il proprio pubblico.
Sperando dunque in un “grande plot twist” (che però deve avvenire già nel prossimo episodio), al momento si può solo lodare i tentativi tecnici di Wallace & soci e il ritmo costante dello show. Ma, per tutto il resto, si aspetta la fine della stagione per tirare le somme e capire se ne sia valsa veramente la pena.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Il viaggio di Barry all’interno della Still Force risulta interessante solo fino nei primi dieci minuti. Per il resto i meccanismi messi in atto sono sempre gli stessi, mentre il mood da “final season” s’impadronisce sempre di più dello show.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!