A questo punto si apre un enorme dilemma: essere intrigati da una sottospecie di ventata di aria fresca che questo ennesimo spin-off propone, oppure essere disorientati per l’ennesima stucchevole variazione sul tema di un format che sta dando da mangiare a tantissimi addetti ai lavori da più di un decennio?
The Ones Who Live doveva rappresentare la ciliegina sulla torta di un ciclo di ramificazioni dopo la conclusione di The Walking Dead e per ora si tiene il beneficio del dubbio solo perché gli altri due (Negan&Maggie in giro per le fogne e Daryl in erasmus) non sono stati assolutamente all’altezza.
COSA STIAMO GUARDANDO?
Il vero problema è rappresentato da questo format tutto nuovo, a tematica distopico-militare che ogni tanto porta lo spettatore a chiedersi se si sta guardando uno spin-off di The Walking Dead (con tanto di protagonista storico al suo interno) o un guilty pleasure che, guarda caso, vede nel cast la presenza di Andrew Lincoln e Danai Gurira.
Vero è che si rischia anche di essere ingenerosi e incontentabili nell’affermare ciò, semplicemente perché in passato ci si è lamentati parecchio della struttura survival tendente alla ripetizione e alla reiterazione che ha popolato a lungo il mondo TWD. Addirittura si rimpiangeva la dimensione distopica di un Governatore o di un Negan. Di fatto The One Who Live espande e ripropone questa tipologia narrativa, con un clima claustrofobico che mette in trappola i protagonisti, non lasciando speranze di fuga e di libertà.
E comunque il tutto poteva lo stesso essere fatto meglio. Il risultato dozzinale e vagamente reazionario del mondo militare, degli ideali che questo porta con sé e delle classificazioni umane con le lettere dell’alfabeto sono elementi che hanno una forte predominanza in questa “Bye”, tanto da far passare in secondo piano il ritrovarsi di Rick e Michonne (per fortuna, potrebbe dire qualcuno). Tutto ciò quindi porta a distogliere l’attenzione dall’universo narrativo in questione, ma non in senso positivo.
Cioè tutti i discorsi di Pearl su Okafor anche chissenefrega.
IL TRIANGOLO NO
Mischiare due ingombranti figure seriali, dalla storia decennale, all’interno di un nuovo show, inevitabilmente pone tutto il resto del parco personaggi in categorie di interesse nettamente inferiori. Lo spazio riservato a Pearl allenta di molto il ritmo, mentre Jadis aumenta ancora di più la sensazione di trovarsi di fronte la stessa attrice già vista in TWD, ma non di fronte lo stesso personaggio. Personaggio con un taglio di capelli discutibile, denigrato dallo stesso Rick.
Il triangolo cui si fa riferimento nel titolo, tuttavia, non è quello che si può facilmente immaginare, ovvero Rick tra Michonne e una delle succitate figure femminili. Bensì quello di Rick tra Michonne (quindi la sua vecchia vita e la sua famiglia) e questo nuovo mondo cui dice di appartenere. E’ vero, quando lo spiattella in faccia a Michonne con il solo intento di allontanarla, quindi salvarla, in realtà si tratta di un bluff. Ma è anche vero che, soprattutto in questo episodio, traspare più che mai l’assoggettamento di Rick a questa nuova realtà. Realtà da cui vuole disperatamente scappare da un lato, ma che sotto sotto continua a dargli gratificazioni sociali e di carriera.
IL FINALE
Dopo la premiére e questo episodio dal sapore nettamente militare, con la parentesi del secondo episodio in cui si torna al survival più classico che mai, anche lo spettatore medio si sarebbe buttato da un elicottero all’idea di proseguire con questo trend.
Fatto sta che la scelta finale di Michonne sembra aprire al “lato B” di questo spin-off, concentrato forse su una vera fuga (e non la farsa organizzata da Rick con la canoa rossa) e un vero focus sui due protagonisti, senza elementi di disturbo superflui. Ponendo il tutto in un’ottica survival ma dal sapore diverso.
Certo difficile pensare che non ci possa essere una resa dei conti con questa nuova civiltà e con John Locke che, se ci si pensa bene, esiste dai primi tempi dello show sotto forma di elicotteri in sottofondo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Anche in questo caso ci si salva in calcio d’angolo con alcune scelte che tutto sommato non rendono insopportabile l’idea di altri tre episodi, con una piccola dose di curiosità che comunque aiuta.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
3.7
Nessun voto per ora
Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.