The Walking Dead: The Ones Who Live 1×04 – What WeTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Walking Dead The Ones Who Live 1x04 recensionePer capire e poter apprezzare pienamente “What We” bisogna partire dall’analisi della tipologia dell’episodio perché questa quarta puntata può serenamente essere etichettata come un cosiddetto “bottle episode”, traducibile in italiano con il termine “episodio bottiglia”.
Riportando direttamente la descrizione dalla pagina Wikipedia sarà più chiaro il perché:

Un episodio bottiglia è un episodio che viene prodotto con un basso budget e in un’area limitata utilizzando il minor numero possibile di guest star, effetti speciali e set. Gli episodi bottiglia vengono solitamente girati su set già creati per altri episodi o sui set principali dello show, e sono composti in gran parte da dialoghi e scene per le quali non sono necessari grossi preparativi.
Gli episodi bottiglia sono stati usati anche per momenti drammatici, affinché le ambientazioni e il cast limitato consentissero un ritmo più lento e un’esplorazione più profonda delle caratteristiche e delle motivazioni del personaggio
“.

Ed è esattamente quest’ultima frase che chiarisce perché “What We” faccia parte di questa tipologia di episodi visto che Michonne e Rick sono gli unici personaggi in scena (tolti gli zombie) ed è un faccia a faccia dovuto allo spettatore per provare a capire le motivazioni che spingono Rick a comportarsi in maniera difficilmente giustificabile. Mentre riguardo al budget speso, che per la miniserie è di 13.7 milioni di dollari ad episodio, il bottle episode ha anche piuttosto senso.
Da questo punto di vista lo spettatore, che tendenzialmente si schiera nella visione con una delle due parti, ha sicuramente più affinità ed empatia nei confronti di Michonne visto che è la parte razionale della coppia che non è a conoscenza delle motivazioni di Rick. In tal senso Danai Gurira, qui anche nel ruolo di sceneggiatrice dell’episodio, ha un compito veramente difficile dovendo rendere credibile (e soprattutto comprensibile) un comportamento che si fa fatica a giustificare, il tutto con l’aggravante che si tratti del protagonista indiscusso dello show che ha (o aveva) quindi un valore aggiunto da parte del pubblico.

#EMPATIAPORTALOVIA


Lo scopo di “What We” è quindi quello di gettar luce sulle motivazioni di Rick, sulla sua psiche, sui suoi turbamenti e anche sul suo cambiamento perché, in fin dei conti, quello che si ha davanti non è lo stesso character che si è salutato in “What Comes After“.
Tralasciando l’essersi gettati da un elicottero e il non essersi fatti un graffio (ormai è quasi una prassi essere degli immortali in TWD), il vero shock per lo spettatore arriva dalla reazione di Rick di fronte all’elicottero che si è schiantato su un palazzo e che, di fatto, lo libera dalla prigionia della Civic Republic Military (CRM), una liberazione che però non viene percepita come tale ma che viene spiegata solo in un secondo momento e dopo molte litigate con Michonne. È apprezzabile la scelta di presentare al pubblico un Rick Grimes vuoto e senza alcun tipo di grinta dopo gli anni di prigionia, e il tutto deve essere sostenuto a livello psichico da un trauma di proporzioni uguali che nel suo caso equivale al non avere alcun collegamento con Carl e Michonne nemmeno nei sogni, ovvero l’unico posto dove trovava rifugio.
Piccola curiosità a riguardo: il ricordo/sogno di Rick con Carl arriva direttamente da “Wrath“.

Rick:No, I’m not going home.

Ovviamente ci sono alcuni momenti in cui la discussione prende pieghe un po’ strane ma chi è stato in una relazione in cui si litiga potrà apprezzare il realismo dei dialoghi che a volte non sono così oggettivi perché la rabbia prende il sopravvento e poi all’improvviso si passa all’amore. Come paragone per capire quanto appena detto si può scomodare quel capolavoro di Scenes From A Marriage, dove la relazione di una coppia è portata all’estremo ma anche dove questi sentimenti sono espressi in maniera perfetta.
Unico eccesso sono le effusioni romantiche sul finale della puntata che sviliscono tutta la fatica fatta in precedenza per rendere credibile i due personaggi che, nel bel mezzo di un edificio che sta crollando, continuano a limonare duro come due adolescenti. Evitabilissimo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Dialoghi, per una volta, veramente sensati
  • “Bottle episode” necessario per dare un senso alla serie
  • Apprezzabile l’evoluzione dell’opinione dello spettatore nel corso della puntata
  • Eccessive le effusioni romantiche post litigata
  • Rimangono come sempre vivide certe esagerazioni e alcune mancanze nella sceneggiatura, vedasi il rimanere tutta la notte in un palazzo che sta per crollare o il cadere da un elicottero e rimanere completamente illesi

 

“What We” non è un capolavoro ma è sicuramente un episodio difficile da sceneggiare e ancora più complesso da rendere credibile. Si può apprezzare lo sforzo messo in piedi dagli attori e da Danai Gurira nello scriverlo, quindi anche se non è esente da difetti va premiato per il risultato finale, ben consci del fatto che difficilmente si assisterà a qualcosa di migliore di questo nelle ultime due puntate.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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