Dopo i terribili attacchi dell’11 settembre 2001 al World Trade Center e al Pentagono, il Congresso nomina l’avvocato e rinomato mediatore Kenneth Feinberg per guidare il Fondo di risarcimento delle vittime. Incaricato di destinare risorse finanziarie alle famiglie delle vittime della tragedia, Feinberg e il capo delle operazioni della sua azienda, Camille Biros, affrontano l’impossibile compito di determinare il valore di una vita per aiutare le famiglie che hanno subito perdite incalcolabili. Quando Feinberg si scontra con Charles Wolf, un organizzatore della comunità in lutto per la morte di sua moglie, il suo cinismo iniziale si trasforma in compassione mentre inizia a conoscere i veri costi umani della tragedia. |
Quanto vale una vita umana? Ed è possibile stilare un range per poter differenziare il valore di una vita rispetto all’altra con freddezza glaciale senza prendere in esame le singolarità?
Questi sono solo alcuni dei dilemmi che Kenneth Feinberg ed il suo studio legale hanno dovuto affrontare una volta accettato l’incarico da parte del Governo statunitense di mediatore giudiziario del September 11th Victim Compensation Fund. L’impasse iniziale è totalmente legata alla rigidità mentale di Feinberg che, trovato uno schema a suo avviso compensativo, non ha dubbi di aver trovato la soluzione per accontentare tutti. Ma alcune variabili sono rimaste fuori da questo “schema logico”: la persona intesa come semplice individuo; la vicinanza di queste compensazioni al lutto causato dall’attacco terroristico; Charles Wolf.
Qual è il valore della vita?
Lo staff di Feinberg, a differenza dell’avvocato, ha fin da subito contatto diretto con i parenti delle vittime ritrovandosi a doverli aiutare nella compilazione dei moduli di richiesta; ascoltarli nelle loro disquisizioni sul passato e sul parente morto; accumulare segreti vari delle persone decedute raccontati da terzi, unitamente a vari attimi di quotidianità. Feinberg, dal canto suo, cerca di schivare questo contatto diretto essendosi reso conto della sua incapacità nel rapporto umano. O, quanto meno, nella sua capacità della gestione di quel particolare rapporto umano.
La sua prima comparsa pubblica riguardante la presentazione del suo schema compensativo finisce con una mini sommossa placata da quello che diventerà il suo primo oppositore, Charles Wolf.
Charles ha perduto la moglie a seguito degli attacchi e lotta da sempre per svariate battaglie di carattere sociale e questa rappresenta per lui solo l’ultimo, il più profondo ed importante, luogo di battaglia contro il Governo.
I molteplici contatti con Charles, l’impraticabilità dello schema ideato ed una umanizzazione progressiva portano Feinberg a rivedere il proprio pensiero: la singolarità rappresenta una variabile complessa e che allunga i tempi di gestione, ma ha carattere speciale ed importante in un caso così unico come può essere un attacco terroristico. Ulteriore elemento a smuovere l’animo dell’avvocato è anche la storia di Nick Donato: un pompiere che è rimasto bloccato all’interno di una torre e che si è sacrificato per salvare il fratello. Una storia da copertina patinata che, tuttavia, viene inserita all’interno del film con l’intento di umanizzare e non mitizzare le vittime.
Volete altre informazioni? Dirò questo. Sono arrabbiata. Sono arrabbiata con Dio. Sono arrabbiata anche con il nostro paese, perché non l’ha saputo impedire. Il mio bellissimo figlio… è morto tra le fiamme per colpa loro.
Non abbiamo nemmeno il corpo. Se qualcuno prendesse suo figlio… e lo facesse esplodere…e non ne restasse neanche un’unghia… come farebbe ad andare avanti? Come si calcola una cosa così?
Trattandosi di un film con oggetto l’11 settembre 2001 si sarebbe portati a credere che l’attacco riesca a ritagliarsi all’interno dell’opera uno spazio tutto suo in cui mettere in mostra la desolazione e la distruzione. Una cosa che è avvenuta nella serie tv di Hulu, The Looming Tower: nell’episodio conclusivo, “9/11”, un attonito Bill Camp si aggira per le vie limitrofe la zona dell’attacco rivestito di polvere di calcinacci e quant’altro. A trovare spazio non sono le torri in sé, quanto piuttosto le persone spaesate (esattamente come Bill Camp) che osservano impotenti.
Worth richiama questo schema e parte da molto più lontano, da una singola ripresa all’interno di un vagone treno in cui lentamente si sta spargendo la voce del terribile attacco, un crescendo che arriverà ad intaccare la pacifica esistenza di Feinberg che, attonito, non può che osservare impietrito dal proprio finestrino il fumo nero che si solleva sulla città. Un membro della squadra dell’avvocato, Priya Khundi, doveva iniziare proprio quella mattina a lavorare al World Trade Center, una vicinanza ulteriore al disastro che aiuta Feinberg ad “avvicinarsi” ai parenti delle vittime e a toccare lui stesso con mano la mostruosità (nonché l’eccezionalità) di quanto accaduto.
Grande merito per la buona riuscita del film è sicuramente da attribuire al cast: Michael Keaton, Stanley Tucci, Amy Ryan e Shunori Ramanathan confezionano delle interpretazioni decisamente toccanti ed avvincenti in alcuni passaggi.
La chimica tra i personaggi interpretati da Keaton e Tucci è palpabile in ogni sequenza a loro dedicata ed il primo riesce nella trasposizione convincente di un freddo calcolatore che si affida agli schemi e ai numeri piuttosto che alla singola persona. Ryan e Ramanathan, invece, rappresentano il lato umano dell’ufficio entrando fin da subito in contatto con i parenti delle vittime con cui iniziano a dialogare per convincerli ad accettare il fondo di compensazione ideato. Le storie di quotidianità raccontate dai parenti sono pungenti e in alcuni casi si insinuano sotto la pelle delle due donne, mettendo in dubbio le loro certezze e la loro ferrea volontà di affidarsi totalmente allo schema ideato da Feinberg.
Ragazza: “Il mio ragazzo era un vigile del fuoco, la sua vita ha un valore inferiore a quella di un passacarte o di un operatore di borsa?”
Feinberg: “No. Sicuramente no. Non come essere umano. No.”
Ragazza: “La loro vita è finita allo stesso modo!”
Feinberg: “Ma i loro mutui erano diversi.”
L’obbiettivo di Feinberg era quello di raggiungere quota 80% di firmatari così da evitare l’increscioso (ed economico) problema di una causa legale. Un obbiettivo che sembra inizialmente irraggiungibile considerata la freddezza schematica con cui vengono trattati i parenti delle vittime. Una tendenza che viene invertita con la crescente umanizzazione di Feinberg, come si diceva, diretto risultato dell’influenza di Wolf che con il suo blog aveva inizialmente messo “in croce” lo schema ideato dall’avvocato.
La capacità di mediatore giudiziario di Kenneth Feinberg viene riconosciuta dal Governo statunitense, decidendo di affidargli il ruolo di amministratore di altri compensation fund tra i quali quelli riguardanti:
- The Virginia Tech Shootings;
- The BP Deep Water Horizon Oil Spill;
- The Boston Marathon Terrorist Bombings;
- The Orlando Pulse Nightclub Terrorist Shootings;
- The Catholic Church Sexual Abuse Claims;
- The Boeing 737 MAX airplane crashes;
L’esposizione del grande lavoro di Feinberg, Biros (Amy Ryan) e soci non è sufficiente ad elevare il film a vero e proprio masterpiece dal momento che manca, di fondo, una sorta di valida chiusura e/o morale. Non che fosse necessaria, sia ben chiaro, ma il film gioca eccessivamente sulla demonizzazione del “ricco cattivo” in quanto tale da rendere obbligatoria una sorta di chiusura sociale sull’argomento. Interessante, tra le varie tematiche sollevate, risulta quella collegata ai due compagni omosessuali, uno dei quali morto durante l’attacco. Non essendo riconosciuti come coppia dallo stato della Virginia, al fidanzato della vittima non spetta alcun tipo di compensazione: a colpire non è la mancata remunerazione, quanto l’inesistenza davanti alla legge e la sollevazione di un problema sociale di questo tipo a seguito di una catastrofe ancora più grande.
Il film, in conclusione, supera ampiamente la sufficienza anche grazie a un cast e ad una interpretazione d’altissimo livello. Tuttavia non si tratta di uno dei film forse più coinvolgenti e di profilo che siano mai stati prodotti e girati relativamente all’attacco dell’11 settembre.
TITOLO ORIGINALE: Worth REGIA: Sara Colangelo SCENEGGIATURA: Max Borenstein INTERPRETI: Michael Keaton, Stanley Tucci, Amy Ryan, Tate Donovan, Shunori Ramanathan, Laura Benanti DISTRIBUZIONE: Netflix DURATA: 118′ ORIGINE: USA, 2020 DATA DI USCITA: 03/09/2021, Netflix |