Shadow And Bone 1×08 – No MournersTEMPO DI LETTURA 5 min

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Recensione 1x08 Shadow And BoneIn attesa che Amazon Prime Video porti a termine l’investimento di 390 milioni di euro previsto per la prima stagione de Il Signore degli Anelli, gli appassionati di fantasy si intrattengono come possono.
Il materiale a disposizione, infatti, non abbonda. Le prime stagioni di The Witcher e di Carnival Row si sono concluse nel 2019 e le seconde vedranno la luce solo nella seconda metà di quest’anno. Per la terza stagione di His Dark Materials, probabilmente occorrerà aspettare il 2022. Se si esclude Fate: The Winx Saga (a metà tra fantasy un po’ dozzinale e teen drama), Shadow And Bone è l’approdo giusto per gli appassionati di fantasy orfani di magia e avventura nel 2021.
Come ogni narrativa di genere, lo show paga il fatto che temi ed elementi siano già stati ampiamente eviscerati in altri prodotti, impedendogli di emergere per innovazione e originalità. Lo spettatore avvezzo al fantasy riconoscerà i topos del genere: dal prescelto che non vuole esser tale, al cattivo che non lo era ma che viene consumato dal fascino del male e dal desiderio di vendicare i propri cari.

UNA SCOMMESSA VINTA


Nonostante quanto appena detto, Shadow And Bone riesce a costruirsi una sua identità. La ricchezza di personaggi e la diversità delle ambientazioni hanno rappresentato una costante arma a doppio taglio.
Da un lato, come si è detto, c’era il rischio che lo spettatore si perdesse nei meandri di nomi, luoghi e storie diverse (anche per via di una tradizione linguistica più simile a quella russa/esteuropea che all’ormai familiare lingua inglese). Dall’altro, la numerosità di storyline e vicende parallele porta con sé il vantaggio di suscitare interessi diversi e compensare l’eventuale debolezza di alcune di esse. Ad esempio, la leggerezza affidata alla ben costruita storyline dei Tre Corvi ha compensato la pesantezza dell’atmosfera intorno ad Alina e Mal. Tutto questo può essere di difficile gestione con una pezzatura da otto episodi, non esigua ma nemmeno troppo generosa. Ma a conclusione di questa prima stagione si può dire che la gestione di queste complessità in Shadow And Bone sia stata soddisfacente. La serie, sviluppata da Eric Heisserer (sceneggiatore e produttore anche di successi come Arrival e Birdbox), è riuscita a trovare un buon equilibrio nello spazio dedicato alle diverse trame e personaggi senza creare smarrimento nello spettatore.

CON LE MANI QUANDO VUOI


Come nel più classico dei finali fantasy, le quest dei vari personaggi di Shadow And Bone convergono nell’ultimo episodio con la lotta finale tra “buoni” e “cattivi”, con gli indecisi costretti a schierarsi da uno dei due lati. Un episodio denso di azione e di magia in modo quasi anticlimatico culmina con lo scontro finale a mani nude tra Mal e Kirigan.

“Con le mani quando vuoi.”

I due uomini, ai lati opposti della Storia, non combattono solo per far prevalere il Bene o il Male, ma per la stessa Alina (per amore l’uno e per controllo l’altro). Ogni colpo inferto è uno sfogo di rabbia che traspare dallo schermo rendendo lo scontro realistico e appagante, forse anche maggiore rispetto ad un eventuale scontro a colpi di magia tra Alina e il Darkling. In questo modo, si riesce a soprassedere facilmente all’impossibilità di Kirigan di utilizzare i poteri (forzata conseguenza del legame spezzato da Alina con il taglio della pietra incastonata nella mano del Darkling).

FINALE DA MANUALE


Così, il primo “capitolo” di Shadow And Bone si conclude senza sorprese. I buoni vincono ma è una vittoria a metà. La Faglia è ancora in piedi anche se sottratta al controllo di Kirigan. Questi, creduto sconfitto dagli eroi, si scopre essere ancora vivo, ponendo già le basi per una nuova sfida nella seconda stagione.
La serie non è stata ancora ufficialmente rinnovata da Netflix ma si può considerare tale visto il riscontro positivo del pubblico e, soprattutto, l’abbondanza di materiale narrativo proveniente dall’universo su carta creato da Leigh Bardugo. L’omonima trilogia Grisha e la duologia di Sei di Corvi coprirebbero fino ad almeno altre due stagioni. Grazie all’ottima performance di Ben Barnes e al carisma di Kirigan la sua sopravvivenza, con allegato sguardo assetato di vendetta e potere, non può che essere un bene per il futuro dello show.

LA MORTE TI FA BELLA


In verità, qualche sorpresa ci sarebbe: nel finale di Shadow And Bone non muore nessuno. Nel mondo seriale degli ultimi anni il pubblico è stato “educato” a temere per le sorti dei protagonisti, sia degli eroi che dei villain. Era quindi forse lecito aspettarsi che un’agguerrita lotta finale tra Grisha e umani (molto abili ma pur sempre senza poteri) avrebbe prodotto qualche sacrificio anche nella fazione degli eroi che, invece, ne escono tutti indenni. Probabilmente il motivo principale di questa scelta è che tutti i personaggi hanno ancora molto da dire e tanta strada da fare. E’ vero che si sono già fatti apprezzare ma hanno anche dovuto sgomitare per trovare il proprio posto nello show.
Se Alina, Mal e i Tre Corvi sono intoccabili per ovvi motivi, lo stesso non si può dire per Zoya. La Grisha, da subito antipatica sia al pubblico che ai personaggi, sarebbe stata ampiamente immolabile con una narrativa del tipo “sembro stronza ma sto dalla parte dei buoni e mi sacrifico per voi”.
Forse la frase con cui si accomiata da Alina sarà profetica anche per lei.

Saints become martyrs before they get to be heroes.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutti salvi…
  • Ben Barnes e il suo Kirigan
  • Equilibrio tra diverse storyline e personaggi
  • Finale d’azione ben costruito
  • …Forse troppo salvi?

 

Una scommessa riuscita quella di Shadow And Bone. Pur senza svolte sorprendenti e un finale da manuale, riesce a creare un mondo affascinante che lascia il pubblico in attesa della seconda stagione.

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