The Blacklist 1×04 – 1×05 – The Stewmaker (No. 161) – The Courier (No. 85)TEMPO DI LETTURA 5 min

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Sebbene ancora sconosciuta qui in Italia, The Blacklist sta mietendo milioni di vittime in America, per la precisione la conta è arrivata sui 18 milioni conteggiando anche le registrazioni in DVR. Merita tutti questi fan e ascolti così alti? Senza dubbio. Merita di essere seguita con una certa attenzione? Idem come prima. Sul fatto che sia la miglior nuova serie dell’anno non ci piove, anzi, messa a confronto con la punta di diamante dell’annata 2012/13 di NBC (Revolution) siamo su universi lontani miliardi anni luce, e per fortuna. A supportare le mie affermazioni vi porto ben due episodi: “The Stewmaker (No. 161)” e “The Courier (No. 85)”.
Innanzitutto non si può non elencare nella lista dei pro la caratura di James Spander nel ruolo di Reddington. Il plurivincitore di Emmy si trova più che a suo agio vestendo i panni dell’intermediario criminale n°1 al mondo, anzi sembra quasi che il personaggio sia stato progettato apposta perché ad impersonarlo fosse lui. Capita spesso che a posteriori ci venga la pelle d’oca se si immagina che un attore avrebbe potuto vestire i panni di un altro character nella stessa serie, e spesso ci domandiamo anche come sia stato possibile anche solo prendere in considerazione un simile casting. Tra gli esempi più celebri citiamo un Adam Brody che si era candidato per i panni di Ryan Atwood in The O.C. (poi fortunatamente deviato in un ruolo ben più adatto all’attore) ma anche Sandra Oh, per esempio, aveva fatto un provino per il ruolo della dottoressa Bailey in Grey’s Anatomy. Insomma a posteriori ora saremmo calvi. Detto ciò ringraziamo il cielo che Spander è Reddington e godiamocelo finchè possiamo.
La “lista nera” del titolo è ricca di personaggi borderline della società, elementi che si mimetizzano con i comuni cittadini per evitare di destare sospetti ma che in realtà sono trai più feroci e brutali uomini sulla faccia della terra, sarebbe troppo facile infatti se gli elementi della lista fossero semplici spacciatori. Reddington negli anni ha avuto a che fare (si presume) con tutti quanti o quanto meno sa chi sono e cosa fanno. The Stewmaker/Il Cuoco e The Courier/Il Corriere (interpretato da un Robert Knepper che vive per questi ruoli) sono due di questi.
Il Cuoco risponde esattamente alla descrizione fatta sopra, un uomo qualunque che fa il serial killer a pagamento senza lasciar la benchè minima traccia dietro di sé ma che tiene su uno scaffale dei trofei che gli ricordano le sue vittime (ogni riferimento a Dexter è del tutto casuale). A parte la caratterizzazione del personaggio, ciò che affascina ed intriga in The Blacklist è la modalità con la quale veniamo a conoscere questi criminali, una maniera che non è mai prevedibile e che per questo, giocandosi l’elemento sorpresa, è sempre un elemento positivo di cui tener conto. In “The Stewmaker (No. 161)” ad esempio è la stessa Liz a farne le spese prima di essere salvata all’ultimo da Reddington, un clichè visto e rivisto ma che qui, ammettiamolo, non riusciamo a guardare con occhi cattivi perché ben realizzato e soprattutto inerente alla puntata.

La scelta di far rapire la Keen permette al burattino della FBI, che risponde al nome di Agente Speciale Donald Ressler, di mettersi un po’ in mostra facendo da partner a Reddington durante la trattativa con il narcos/killer sudamericano.
Ressler fino a qui è stato un personaggio ignavo che da bravo burattino si muoveva secondo gli ordini del burattinaio, non aveva mai mostrato segni del cosiddetto libero arbitrio e per questo si era guadagnato un posto in prima fila nel girone di “Sono un personaggio di una serie tv ma non so bene perché”, chiariamoci che non si è spostato da questo girone ma dando segni di vita si è guadagnato un “+” accanto al nome. Ce ne sono di cose che deve fare prima di guadagnarsi il diritto di stare lì dove sta, ed il ritorno nell’oblio di “The Courier (No. 85)” lo dimostra.
Ma parliamo un attimo della nostra Elizabeth. Dire che ha visto giorni migliori non basterebbe a spiegare la situazione, può aiutare però parlare di un viaggio rilassante in quel di Angel Station insieme al marito. Le cose a casa non sembrano essere quello che sono, tra scatole nascoste con carte d’identità alternative e pistola, un vicino di casa appassionato di mele che ha fatto piazzare microcamere per tutta la casa ed uno dei criminali più ricercati del mondo che ti prende sotto la sua ala protettiva per farti salire di grado catturando loschi personaggi di una lista, la vita è decisamente complicata.
E come se non bastasse, stando almeno da quanto si è capito nel finale della 1×05, anche il marito nutre dei dubbi identici su di lei. Questo se da un lato ci attizza il desiderio, dall’altro ci svariona perchè mette in dubbio le nostre uniche certezze lasciandoci solo domande su domande. La vita per Elizabeth Keen non è più così tranquilla e da oggi lo sarà ancora meno sicuramente.

 

PRO:

  • Robert Knepper è nato per recitare ruoli come quello de Il Corriere o come quello di T-Bag in Prison Break
  • James Spander sempre impeccabile
  • Il Cuoco ed Il Corriere ben costruiti
CONTRO:
  • Finale leggermente dubbioso
  • Mancanza di fantasia in alcuni luoghi comuni
  • Trama orizzontale lasciata al tempo che trova

Gli episodi godono di una fattura discreta che ne fa apprezzare serenamente la costruzione tuttavia non sono quelle pietre miliari che potrebbero consacrare The Blacklist ma siamo fiduciosi un una ripresa a livelli eccellenti a brevissimo tempo.

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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