The First Slam Dunk
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The First Slam Dunk

Il ritorno al cinema di Slam Dunk non è solo un'operazione nostalgia: i fan storici avranno finalmente l'adattamento della conclusione del manga, ma anche una storia inedita che amplia il background di Ryota Miyagi. Ancora una volta Inoue usa il basket come mezzo per raccontare storie di vita.

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Ryota Miyagi ha sempre amato il basket, passione che lo legava al fratello maggiore Sota; ma proprio la morte di questi, in un incidente in mare, ha segnato profondamente la sua vita e il suo rapporto con la madre. Anni dopo, Ryota è riuscito a diventare playmaker della Shohoku e partecipa al campionato delle scuole giapponesi. Ma sulla sua strada vi è un avversario a dir poco ostico: l’invincibile team della scuola Sannoh, campione nazionale in carica. Riusciranno Ryota e i suoi compagni di squadra a realizzare un’impresa storica?

 

Un appassionato di anime e di manga difficilmente ignora il nome di Takehiko Inoue e il suo manga più celebre, Slam Dunk. Si tratta di uno spokon, ossia un’opera incentrata sullo sport, e più nello specifico sul basket, grandissima passione dello stesso Inoue.
Serializzato dal 1990 al 1996, Slam Dunk fu uno dei manga di maggior successo della sua epoca, tanto da occupare tuttora i primi posti nell’elenco dei più venduti di sempre. Ebbe anche un enorme impatto culturale, se si pensa che intere generazioni di giapponesi si dedicarono al basket spinti da Slam Dunk (qualcosa di simile accadde con il calcio grazie a Holly & Benji).
La fama di Slam Dunk è legata anche all’anime prodotto dal 1993 al 1996. Qui da noi arrivò grazie al canale MTV Italia, che col suo contenitore Anime Night ha avuto il merito di portare in Italia capolavori del calibro di Evangelion, GTO, Cowboy Bebop (l’anime, non la delusione live action targata Netflix). Ma quell’adattamento televisivo era rimasto monco, privo della parte finale del manga. Mancanza a cui sopperisce proprio il film The First Slam Dunk, frutto di un lavoro iniziato nel lontano 2009, uscito già l’anno scorso in Giappone e campione d’incassi al botteghino. Meritatamente o meno? E’ tempo di scoprirlo.

NOSTALGIA CANAGLIA… MA FINO A UN CERTO PUNTO


Negli ultimi anni la televisione, il cinema, persino il mondo dei videogiochi hanno abituato il loro pubblico al recupero di vecchie glorie. Universi narrativi che sembravano morti sono stati ripresi ed espansi (Star Trek e la Terra di Mezzo, per citarne due a caso) e sono stati sfornati remake, spin-off, sequel, prequel, midquel, reboot di ogni tipo.
The First Slam Dunk potrebbe sembrare l’ennesima operazione nostalgica, ma non è così. Innanzitutto perché, come già detto, la parte finale del manga non era mai stata animata. Ma soprattutto perché Inoue, che qui lavora nell’inedita veste di regista e sceneggiatore, ha deciso di ampliare il suo stesso mondo narrativo approfondendo il passato di uno dei protagonisti del manga originale. Non Hanamichi Sakuragi né Kaede Rukawa, come ci si aspetterebbe, ma il più defilato Ryota Miyagi, il playmaker della Shohoku.
Il lungometraggio alterna difatti le sequenze della partita contro la Sannoh nel presente e numerosi flashback sull’infanzia e l’adolescenza di Ryota. Si scopre così che il ragazzo è originario di Okinawa, che ha dovuto fare i conti con due pesanti lutti familiari e che sulla sua vita da giocatore di basket pesa l’ingombrante ricordo del fratello maggiore Sota. Si tratta di materiale che non c’era nel manga (né tantomeno nell’anime) e che tuttavia si inserisce perfettamente nella storia originale, senza dare l’impressione di essere di fronte a ingombranti e fastidiose retcon.
Inoltre, Inoue è riuscito a confezionare un film che, pur raccontando la parte conclusiva del suo manga, riesce a essere perfettamente comprensibile anche a chi non conosce la storia originale. Ovviamente i fan sapranno cogliere ogni citazione, ogni elemento appena abbozzato nella pellicola, ogni retroscena, ma anche chi è completamente digiuno della trama di Slam Dunk ha tutti gli elementi per capire il senso della storia e i personaggi.

UN FILM SUL BASKET… MA NON SOLO


The First Slam Dunk non parla solo di basket. O meglio, lo sport ha un ruolo preponderante, buona parte del minutaggio riguarda la sfida tra la Shohoku e la Sannoh e tutto nella scrittura e nella regia è finalizzato a rendere quanto più adrenalinica, coinvolgente e stimolante la visione. Fino all’ultimo si rimane con il cuore in gola, perché la partita regala tantissime emozioni e non è mai chiaro chi sarà la squadra vincitrice (difatti si decide tutto negli ultimissimi secondi, con uno stupefacente buzzer beater).
Tuttavia, sarebbe un errore credere di trovarsi di fronte a una pellicola sportiva e nulla di più. Come già il manga e l’anime degli anni ’90, il film racconta prima di tutto storie di adolescenti alle prese con la più grande delle sfide: crescere e capire quale strada percorrere. E il basket diventa uno strumento per compiere questo percorso di crescita e maturazione, oltre che un fine.
Ryota ama la pallacanestro fin da bambino, ma vive questa sua passione in maniera malsana. E’ schiacciato dall’ingombrante ricordo del fratello maggiore Sota, al quale viene costantemente paragonato finché abita a Okinawa e nei confronti del quale non si sente mai all’altezza. Ma è anche prigioniero di una vita familiare tutt’altro che serena, alle prese con una madre che a sua volta non ha metabolizzato appieno la morte del figlio. E’ uno sbandato, un apatico, che ha bisogno di un’esperienza traumatica in cui rischia a sua volta la morte per decidere di rinascere.
Gli altri titolari della Shohoku sono meno approfonditi ma non meno incisivi. Per loro lo scontro con i colossi della Shohoku è l’occasione per confrontarsi con i propri demoni, sportivi e non, e sconfiggerli. Il capitano Akagi si rivela umanissimo nella paura che lo assale quando capisce di avere di fronte un avversario fisicamente superiore, ma è capace di superare questo scoramento e tornare a essere il solito fondamento della squadra. Rukawa è deciso più che mai a continuare il suo sogno di entrare nella nazionale giapponese, ma deve imparare a mettere da parte il protagonismo da fuoriclasse, a fare gioco di squadra e a passare la palla. Mitsui ha un passato da teppista e da attaccabrighe, tanto da aver incrociato la strada di Ryota a suon di pugni, ma l’esperienza del basket è la sua occasione per riscattarsi.
E infine c’è Sakuragi, il bonzo rosso, che pur non essendo protagonista della pellicola lascia il segno con le sue spacconate, alleggerisce la tensione con i suoi siparietti comici e riesce anche a commuovere quando, pur infortunato alla schiena e dilaniato dai dolori, continua a giocare per condurre la squadra alla vittoria, ma al contempo è spaventato dall’idea di non poter più continuare a giocare a basket.

UN PURO SPETTACOLO VISIVO


Alla base di The First Slam Dunk c’è anche una realizzazione tecnica sopraffina e anche piuttosto all’avanguardia, che non è certamente 2D ma nemmeno può essere liquidata come 3D. Si tratta di una miscela fra animazione tradizionale 2D (soprattutto per i fondali e le ombre), computer grafica, motion capture e texture che cercano di rendere al meglio sullo schermo il particolare tratto di disegno di Inoue.
Il risultato finale è strabiliante e dà il meglio di sé nelle scene sportive, perché la tecnica adottata esalta il dinamismo, la potenza muscolare e la velocità dei giocatori con un realismo che spesso e volentieri fa dimenticare di essere di fronte a un prodotto animato e non a un live action. E purtroppo tutto ciò non fa altro che confermare lo scarto notevole che c’è fra le tecniche di animazione in 3D adottate sul grande schermo e quelle ben più caserecce e dagli esiti deludenti, quando non addirittura ridicoli, a cui si ricorre per gli anime televisivi.
Non va dimenticata nemmeno la colonna sonora, esplosiva e travolgente soprattutto nei titoli di testa, accompagnati da Love Rockets dei The Birthday, e la main theme Dai Zero Ken dei 10-Feet. Del resto, se c’è una cosa in cui gli anime non deludono mai sono proprio le musiche.

 

TITOLO ORIGINALE: THE FIRST SLAM DUNK
REGIA: Takehiko Inoue
SCENEGGIATURA: Takehiko Inoue
INTERPRETI: Shugo Nakamura, Jun Kasama, Shin’ichiro Kamio, Subaru Kimura, Kenta Miyake
DURATA: 124′
ORIGINE: Giappone
DATA DI USCITA: 3 dicembre 2022 (Giappone), 10 maggio 2023 (Italia)

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

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