Immensa Alicia. Tutto il resto è contorno, l’episodio inizia e finisce quando lo decide la buona moglie, dirigendo perfettamente i giochi dal suo comodo ufficio/casa.
Caso legale molto carino e sviluppato bene tramite le dinamiche a tre che vedono il ritorno di Canning, carogna come sempre. Non ce lo eravamo dimenticati: Canning continua a mandare clienti ad Alicia come merce di scambio per il suo appoggio e la sua collaborazione, ma a quanto pare deve fare i conti con una donna diversa da come l’aveva lasciata, addirittura irriconoscibile da quella che sette anni fa teneva la mano al marito fedifrago.
Alicia non è più una good wife. Non è nemmeno l’avvocato degli esordi che si poneva scrupoli o tentennava di fronte all’etica. Col tempo Alicia è diventata lo specchio del suo mentore, Will, che l’ha istruita a non guardare in faccia niente e nessuno, usando la legge come meglio può, sfruttando ogni informazione utile alla causa. Ed è sempre quello che ha fatto Alicia nel lavoro, in tribunale, nelle deposizioni. L’abbiamo vista accanirsi senza battere ciglio contro la Lockhart&Gardner che era la sua casa e ora la vediamo combattere contro Cary e Diane, che erano il suo porto sicuro e che ora detengono lo studio che Alicia stessa ha costruito, dal nulla, nella sua sala da pranzo.
L’episodio ricorda un po’ Hitting The Fan: guerra civile, furto di clienti, sveltina con Peter. Ciò non lo rende meno di impatto e non ne costituisce in alcun modo un difetto. Alicia è una donna forte, indipendente e capace di scegliere. E’ questa la Alicia che rivediamo, molto diversa dalla donna che usciva sconfitta e in silenzio dalle elezioni dello scorso anno. Dopo la caduta vorticosa è iniziata la salita di Alicia Florrick che da vittima di ritorni politici è diventata carnefice; da un I’m sorry è diventata un Watch it; da buona moglie a cinica amante.
Alicia non è più una pedina di Peter, anzi, lo scorso anno lo ha girato e sfruttato come un calzino per la sua campagna elettorale, così come non è mai stata certo alle direttive di Eli e si guarda bene dall’essere lo strumento nelle mani di Frank Landau. Le chiavi di lettura e i parallelismi si sprecano. In particolare la ricorrenza del numero tre, che automaticamente fa di Alicia l’elemento discretivo: la causa strutturata a tre, il trio formato, almeno a livello visivo, con Jason e Peter. E ancora. Si ritrova tra Landau e Hallman, tra Eli e Ruth e tra Lucca e Jason che formano il suo nuovo team lavorativo. Curioso come di ogni triangolo Alicia rappresenta il vertice. E’ l’elemento conteso, quello decisivo che farà vacillare, quest’anno come non mai, i già precari equilibri.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Lies 7×06 | 8.27 milioni – 1.1 rating |
Driven 7×07 | 8.52 milioni – 1.1 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.