“Home is where they take you in, right?”
Ma quando la casa in questione è la LockhartAgos&Lee, non bisogna esserne troppo certi.
La storia è fatta di corsi e ricorsi storici: mai dimenticare il passato perché potrebbe ripresentarsi quando meno te lo aspetti. Ed è un po’ la storia di Alicia, che ad oggi ha chiuso un cerchio tornando esattamente negli uffici dove tutto è partito. Ma oggi Alicia ha una nuova consapevolezza, autonomia, indipendenza, che le permettono di varcare la soglia di quello studio con una dignità che la situazione non permetterebbe. Insomma, sei sempre un avvocato che dalle cause milionarie è finito alle udienze per la cauzione: come ammette la stessa Alicia, non c’era poi così tanta scelta se tornare o meno alla Lockhart,Agos&Lee. Quando i soldi ti mettono al muro, sono loro che scelgono per te.
Tuttavia il ritorno di Alicia in quest’episodio non ha il gusto di sconfitta, di umiliazione, nonostante il ventisettesimo piano da condividere con gli associati al primo anno e nonostante la sedia instabile. Alicia ha mantenuto l’indipendenza che l’ha contraddistinta nelle ultime tre stagioni. L’unico superiore a cui ha mai risposto è Will, non certo Diane. E non comincerà a farlo ora, anche se in una posizione che non le permette molta contrattazione.
Alicia torna a casa, dunque. Si, ma quale casa? Perché tecnicamente lo studio che oggi assiste i più facoltosi clienti di Chicago è nato nel salotto di Alicia, non dimentichiamolo. Eppure l’excursus storico propinato da Diane sembra dimenticare questa fase di rinascita dello studio, fornendo una favola creata ad hoc: lo studio che ricordiamo fu fondato da Stern, il quale, fresco di accuse per molestie sessuali, aveva bisogno di un socio donna per abbellire le apparenze e non far affondare il buon nome dello studio. Ecco come Diane è diventata socia dello studio. Semplicemente perché a Stern serviva una donna. Particolare omesso da Diane che invece si erge a fondatrice dello studio, sorvolando oltretutto la fase in cui Alicia e Cary le fanno il culo in aula e le rubano succulenti clienti. Dettagli.
Insomma la storia di The Good Wife e dei suoi personaggi è ciclica: quello a cui abbiamo sempre assistito è una grande famiglia, disposta ad accoglierti e a condividere con te le gioie del successo. Ma attento appena ti volti un attimo, potresti ritrovarti un pugnale conficcato nelle scapole. Ed è questa la consapevolezza con cui Alicia torna a casa.
E’ iniziata una lotta per il potere che potrebbe continuare in sordina o chiudersi con questa puntata. Chi lo sa, certo è che, alla fine di una partita, la regina sulla scacchiera è una sola e Alicia e Diane lo sanno benissimo.
Parallelamente si sviluppano altri due filoni interessanti che alzano il livello della puntata: il primo è orizzontale e coinvolge l’FBI, Eli, Ruth, Peter. La parte politica dello show è sempre stata molto apprezzata da queste parti; abbiamo assistito alla redenzione di Peter, alla sua rimessa in gioco, al raggiungimento della vetta in qualità di Governatore, al massimo dei suoi poteri. E ora ne stiamo assistendo la vorticosa e penosa caduta. E il coinvolgimento di Alicia è inevitabile.
E’ sottile la linea tra giusto e sbagliato, è quello che da anni ci insegna The Good Wife, eppure ogni volta, rimaniamo senza parole come fossa la prima.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Judged 7×13 | 7.99 milioni – 1.0 rating |
Monday 7×14 | 7.96 milioni – 1.0 rating |
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.