The Leftovers 1×03 – Two Boats And A ElicopterTEMPO DI LETTURA 5 min

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La fede, un episodio totalmente incentrato su un solo personaggio, epifanie varie: questi erano i tratti caratteristici del miglior Lost. Ed ecco infatti che Lindelof riproduce il suo marchio di fabbrica in questo episodio “monografico”. Superficialmente, potrebbe sembrare azzardata una scelta del genere ancora alla 1×03, ma così non è. Partiamo dal protagonista. Era apparso vagamente nei precedenti due episodi, eppure veniva accreditato come uno dei personaggi principali. Christopher Eccleston non può lasciare indifferente una fetta di pubblico legata alle vicende di un certo alieno che viaggia in una certa cabina blu. E la visione dell’episodio ne è stata condizionata. Sentirlo parlare con un accento americano, in un contesto tanto drammatico quanto surreale, ci risveglia dalla momentanea contemplazione da fandom in estasi e ci fa sprofondare in questo lineare quanto struggente episodio. Matt è un prete, con sempre meno fedeli al seguito della sua chiesa, con una speciale obiezione di coscienza da portare avanti. Già nel Pilot lo avevamo visto arringare la folla contro una affrettata santificazione delle persone scomparse. Nel fatidico 2% della popolazione, erano infatti presenti spacciatori di droga, giocatori d’azzardo, adulteri. Non si attira certo le simpatie dei suoi concittadini, Matt, eppure non rinuncerebbe per nulla al mondo a portare avanti ciò in cui crede. Così come non riesce neanche a resistere alla violenza e alla peccaminosa soluzione a cui è giunto, pur di salvare la sua chiesa.
Parlavo di episodio lineare perché non ci troviamo di fronte ad una idilliaca parentesi tanto per prendere tempo. Qualche elemento in più ci viene dato. Oltre ad avere conferma della conoscenza tra Matt e Kevin, nonché una certa importanza nel ruolo del padre di quest’ultimo, vengono scoperte le carte sul rapporto di sangue tra il prete e Nora, la donna a cui era scomparsa l’intera famiglia. Ovviamente ci vengono rivelati anche dettagli sulla vita personale del personaggio interpretato da Eccleston: sulla sua triste infanzia, sulla sua triste vicenda coniugale, sulla sua disastrosa condizione finanziaria. Ecco, questo episodio può ingannare tranquillamente lo spettatore, nelle sue prime battute, in quanto fa pensare in maniera neanche troppo velata (e le musiche non aiutano di certo) a uno di quei film dozzinali per la TV, con sfondi sempre estremamente drammatici. Si viene smentiti da alcuni elementi sparsi qua e là. Piccoli elementi, è vero, ma fondamentali. Come già detto non ci si allontana dalla trama portante e la banda di silenziosi fumatori, simpatici come una randellata, anche qui giocano un ruolo non trascurabile; quando Matt viene rapinato si può tranquillamente urlare alla scena telefonata, ma quando esce dalla macchina e reagisce ecco che siamo tutti sorpresi; la sequenza onirica, successiva al sasso in testa, è tanto magistrale quanto frutto di un’esigenza artistica e stilistica.
La delimitazione di sotto-trame tracciate nei primi due episodi, lasciando ben poco spazio a confusioni e disorientamento da parte del telespettatore, permette così l’apertura verso un nuovo personaggio che a quanto pare avrà molto da regalarci. Con la grande interpretazione di Eccleston, ci troviamo così davanti ad una figura a cui la vita ha tolto tanto, certamente non uno stinco di santo, ma una persona che è spinta da una grande forza motivazionale e di fede. E c’è questo da riconoscere: Lindelof (e soci), già in Lost, ci aveva(no) insegnato una forma estremamente laica di credere e di abbandonarci all’irrazionale, grazie anche ad eccellenti caratterizzazioni nei personaggi.
A conclusione di un episodio che conferma il valore di questa nuova serie, una ciliegina sulla torta: lo sguardo finale di Matt verso la chiesa, oramai presa in mano dai simpaticoni in bianco, è uno sguardo carico di sfida e di odio. L’introspezione, la fede, le visioni oniriche, tutto viene lasciato alle spalle di fronte ad uno sguardo di sfida tipico dei migliori sotto-prodotti marcati U.S.A. E non ho potuto non pensare all’inquadratura di chiusura nel Pilot, dove Kevin impugnava la pistola di fronte ad un branco di cani impazziti con uno sfondo musicale decisamente hard. Oltre alla sospensione regalataci, utile ad attendere con una maggiore trepidazione i prossimi episodi, ci viene ricordata una cosa: siamo sempre dentro una serie TV. Si può essere introspettivi, si può essere profondi, ci si può votare al sacro concetto della qualità, ma sempre in una dimensione seriale. Sempre senza perdere di vista la natura del prodotto. Ed è in questo modo che il risultato televisivo si eleva: non perdendo di vista l’origine “dozzinale” del racconto e della divisione in capitoli, inserendo in questa tutta la qualità che si vuole, si potrà far ascendere il prodotto seriale verso livelli più alti. Trasportare, al contrario, climi da romanzo o da film, all’interno di una dimensione solo apparentemente telefilmica, potrebbe risultare un’operazione complicata e rischiosa, indirizzata verso la mortificazione di un genere, creando così una divisione “gerarchica” tra due diversi linguaggi, all’interno dello stesso formato. Quindi: evviva la mescolanza effettuata da The Leftovers!

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Christopher Eccleston
  • Natura dell’episodio intimista ma coerente e lineare con i precedenti
  • Scelte di trama qualitative ma con risvolti strettamente televisivi
  • Scelte di trama non stereotipate
  • Conferma di una mescolanza tra racconto elevato e voglia di fare televisione nella sua forma più meravigliosamente terra-terra
  • Sequenza onirica in cui Matt rivive tutta la sua vita
  • Scena finale
  • Le musiche non fanno molto per non farci pensare ogni tanto ad un drammaticissimo film-TV

 

Il livello si alza, eccome. Ma noi vogliamo che si osi ancora di più, tanto nella particolarità che solo un telefilm HBO può regalarci, tanto nelle scene “coatte”. Comunque bene così.

 

Penguins One, Us Zero 1×02 1.55 milioni – 0.7 rating
Two Boats And A Elicopter 1×03 1.38 milioni – 0.7 rating

 

VOTO EMMY 

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

2 Comments

  1. Io non ho capito di chi sono i soldi che prende dal terreno! Mi sono distratto un paio di secondi e BAM!, non ho capito di chi sono quei soldi!

  2. Non si è capito granché, li aveva lasciati il padre del poliziotto. Quello che non era chiaro è se erano per Matt o per il prete accusato di tangenti nel foglio di giornale, ma credo più per il primo è magari si era sempre rifiutato di prenderli…

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