A soli tre episodi dal finale di stagione, The Morning Show continua con la sua narrazione frammentata. Come già sottolineato nelle recensioni precedenti, infatti, ogni puntata si concentra su un determinato personaggio annullando quasi l’esistenza di tutti gli altri.
Ne scaturisce, così, una trama a scaglioni dove tutti questi vari pezzi di puzzle non riescono a comporre una vera e propria trama orizzontale creando solo dispersione narrativa.
UNA STAGIONE FATTA DI MILLE PEZZI
Ancora una volta, la stagione conferma la sua caratteristica di mosaico. Un insieme di micro-trame che si aprono e si chiudono senza una vera continuità. In questo modo, i personaggi appaiono e scompaiono in modo del tutto incoerente, con alcuni archi narrativi che vengono dimenticati per interi episodi, per poi riapparire senza contesto o sviluppo. Questo modo di raccontare la stagione crea solo una struttura che spezza ogni tensione orizzontale. Tutto appare “importante” per qualche minuto, ma nulla rimane davvero centrale.
Esempio lampante è la figura di Mia Jordan, che continua a entrare e uscire dalla trama a piacimento, per un uso intermittente che toglie spessore sia a lei che alle dinamiche interne del network. Un vero peccato, considerando che Mia aveva un buon potenziale come personaggio, ma che in questo modo va solo scemando.
Un pattern, questo, ancora più evidente con la storyline che coinvolge Yanko, Claire e Bradley. L’episodio tenta di costruire un intreccio ambiguo, giocando sul senso di colpa e sulla lealtà, ma finisce per ripetere dinamiche già viste nelle stagioni precedenti.
Il ritorno di Claire, poi, appare del tutto sconnesso, come il ripescaggio di un personaggio a caso giusto per infittire una trama che da sola non sembra reggersi bene in piedi.
A tal proposito, lascia perplessi la messa da parte del coinvolgimento di Cory e della sua scoperta riguardante la madre. Un altro elemento destinato a scomparire nel nulla o che verrà ripreso all’improvviso senza contesto?
Infine, c’è la questione Bradley. La Jackson si trova ancora una volta invischiata in un conflitto etico e personale ma che, dal punto di vista narrativo, perde forza perché non è più nuovo. Inoltre, la sua decisione finale era ben chiara sin dall’inizio dell’episodio, svuotando il risvolto degli ultimi minuti anche dal punto di vista emotivo.
ALEX LEVY: UN PERSONAGGIO SEMPRE PIÙ ISOLATO
Capitolo a parte merita il personaggio di Alex. La Levy, infatti, sembra vivere in una serie parallela. Dopo essere stata presentata come uno dei nuovi volti della UBN, sta diventando sempre più una figura marginale rispetto agli eventi centrali dell’azienda.
Le sue scene con Bro Hartman sembrano appartenere ad un’altra serie, dove il focus è più personale, mentre Alex si ritrova sempre meno legata ai temi del giornalismo e della responsabilità mediatica di cui doveva invece farsi carico con il nuovo ruolo.
Una sorta di riproposizione dello scorso anno, ma peggiorato. La sua storyline con Paul Marks aveva infatti almeno conseguenze professionali, ora invece tra l’inserimento del padre e un focus sul rapporto con Bro Hartman, non sembra esserci spazio dal punto di vista manageriale. E con l’allontanamento di Stella e l’altalenanza di Celine, nella gestione della UBN rimane ancora più un vuoto che andrebbe colmato.
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La quarta stagione di The Morning Show sembra voler dire molte cose, ma non sceglie mai quali raccontare davvero. E mentre i personaggi si muovono a intermittenza, lo spettatore resta in attesa di un filo conduttore che, a tre episodi dal finale, ancora non arriva.
