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“When you play the game of thrones, you win or you die.“
Coloro che hanno riconosciuto la citazione, probabilmente penseranno che ne ho fatto un uso indegno. Game Of Thrones e The Originals sono due show completamente diversi, anche solo pensare di metterli a confronto sarebbe una blasfemia nei confronti di George Martin e la sua
fantastica saga. Lo scopo della citazione, appunto, non era quello di mettere a paragone due serie del genere, perché sarebbe come mettere a paragone un’ottima carbonara con una misera insalata scondita. Quello che volevo dire con quella memorabile affermazione pronunciata dallanon tanto cara Cersei è che le varie fazioni presenti a New Orleans non vogliono sottomettersi gli uni agli altri e cercano, chi in un modo e chi nell’altro, di avere un vantaggio sulle altre comunità. Le streghe vogliono il potere del Raccolto, i licantropi vogliono farla pagare a tutti e sfruttano l’inaspettata alleanza con Klaus, Elijah si fa in quattro per onorare il patto appena firmato, mentre Marcel, esiliato, trama in segreto con Thierry, cercando di ottenere l’appoggio degli altri vampiri, un tempo suoi amici e seguaci. Il nostro caro Gerard sembra non avere imparato nulla da tutto quello che gli è successo e ricade negli stessi errori. A pagarne le conseguenze è il suo amico di lunga data Thierry. La presenza di Marcel, a questo punto, comincia a stonare parecchio, specie se gli autori hanno deciso di fargli percorrere la stessa strada battuta in passato all over again, probabilmente anche con gli stessi risultati. Bisogna ammettere che il gesto compiuto alla festa delle streghe è stato degno di nota e sarebbe stato anche furbo se solo non si fosse firmato. L’idea di mandare all’aria il patto tra le varie comunità era buona, ma dichiararsi in quel modo è stato fin troppo stupido. Di nuovo, Marcel ha individuato i punti deboli dei suoi nemici, ma non ha saputo sfruttarli nel migliore dei modi o, comunque, non pagandone caro il prezzo. Stanno tirando per le lunghe una storyline che si è conclusa da un pezzo, solo per rendere ancora più incasinata la situazione.
E’ sicuramente apprezzabile che sia tutto molto movimentato e pieno d’azione, nessuno vuole eccessiva staticità. E’ anche apprezzabile che, a differenza di The Vampire Diaries, le questioni amorose siano messe in secondo, o forse anche terzo, piano. Questo è poco ma sicuro, ma The Originals cammina pericolosamente in bilico tra il piacevolmente movimentato ed il troppo caotico. Ci sono molte sotto trame, molte storyline diverse. In circa due terzi di stagione o poco più sono successe più cose di quante non ne siano successe nelle ultime due stagioni di TVD. E non ci sarebbe nessun problema se avessero previsto solo una stagione dello show che, invece, è stato rinnovato per una seconda stagione. Il pericolo principale è che gli autori esauriscono le idee valide prematuramente. Va bene che la fantasia umana può essere illimitata, ma non vorrei vedere TO fare la stessa fine di TVD con tre stagioni di anticipo…
In ogni caso è stato un signor episodio, perfettamente in linea con i precedenti: la Plec ci ha saputi salutare degnamente dopo queste settimane di pausa. Episodio ricco di azione, dubbi e spunti per il futuro, nonostante delle piccole pecche…
Coloro che hanno riconosciuto la citazione, probabilmente penseranno che ne ho fatto un uso indegno. Game Of Thrones e The Originals sono due show completamente diversi, anche solo pensare di metterli a confronto sarebbe una blasfemia nei confronti di George Martin e la sua
fantastica saga. Lo scopo della citazione, appunto, non era quello di mettere a paragone due serie del genere, perché sarebbe come mettere a paragone un’ottima carbonara con una misera insalata scondita. Quello che volevo dire con quella memorabile affermazione pronunciata dalla
E’ sicuramente apprezzabile che sia tutto molto movimentato e pieno d’azione, nessuno vuole eccessiva staticità. E’ anche apprezzabile che, a differenza di The Vampire Diaries, le questioni amorose siano messe in secondo, o forse anche terzo, piano. Questo è poco ma sicuro, ma The Originals cammina pericolosamente in bilico tra il piacevolmente movimentato ed il troppo caotico. Ci sono molte sotto trame, molte storyline diverse. In circa due terzi di stagione o poco più sono successe più cose di quante non ne siano successe nelle ultime due stagioni di TVD. E non ci sarebbe nessun problema se avessero previsto solo una stagione dello show che, invece, è stato rinnovato per una seconda stagione. Il pericolo principale è che gli autori esauriscono le idee valide prematuramente. Va bene che la fantasia umana può essere illimitata, ma non vorrei vedere TO fare la stessa fine di TVD con tre stagioni di anticipo…
In ogni caso è stato un signor episodio, perfettamente in linea con i precedenti: la Plec ci ha saputi salutare degnamente dopo queste settimane di pausa. Episodio ricco di azione, dubbi e spunti per il futuro, nonostante delle piccole pecche…
PRO:
- Hayley che non si fa mettere i piedi in testa: siamo stufe di fanciulle in pericolo
- “Fai sembrare nobili anche le maniere forti” descrizione perfetta di Elijah
- Per quanto ovvio potesse sembrare, la pace è ancora ben lontana
- Le streghe sempre cazzute
- L’alleanza tra Klaus e i licantropi: a cosa porterà?
CONTRO:
- La storyline di Marcel ormai ha fatto il suo corso: la sua presenza nello show comincia a stonare, il fatto che sia una history repeating non aiuta affatto
- Klaus che si apre con Camille: continua a sembrare esagerato il legame che unisce i due personaggi
“The Big Uneasy” ha tutti gli ingredienti per essere un bell’episodio: movimentato e decisamente piacevole da guardare. Gli ascolti non sembrano confermarlo… che gli americani si siano stufati dei continui cambi di rotta dello show?
Moon Over Bourbon Street 1×17 | 1.53 milioni – 0.7 rating |
The Big Uneasy 1×18 | 1.46 milioni – 0.6 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.