The Tick 1×05 – Fear Of FlyingTEMPO DI LETTURA 6 min

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“Ecco, ora inizia davvero”. Quante volte, quando abbiamo consigliato una serie tv (o un film) ad un amico, abbiamo guardato con un misto di smania e preoccupazione la parte iniziale, preoccupati dal fatto che essa potesse sembrare, agli occhi di chi si era fidato della nostra raccomandazione, noiosa, insignificante, e potesse far perdere all’amico ogni briciolo di voglia di continuare con la visione. Sia ben chiaro, un inizio lento non è certo sinonimo di prodotto brutto o scialbo; semplicemente, quando si sponsorizza caldamente una certa pellicola, la speranza è quella di vedere l’altra persona (o le altre persone) da subito interessate, coinvolte, stupite. Tutto ciò, logicamente, si amplifica quando si parla di show televisivi perché, in questo caso, la fase di preparazione potrebbe durare non 20/25 minuti, ma intere puntate. Sono state molte, infatti, le serie tv (anche di livello molto alto, come Sons Of Anarchy) che hanno faticato non poco all’inizio, per poi affermarsi gradualmente.
Molto probabilmente, gli spettatori che hanno raccomandato questa serie Amazon, The Tick, hanno provato le sensazioni sopra descritte. Non è un mistero, infatti, che buona parte di questa prima parte di stagione (che, come ricordiamo sempre, è divisa in due tronconi) non abbia brillato per i rapidi avanzamenti di trama. Questa scelta (tra l’altro condivisa da molti altri show), però, ha una sua logica ben precisa, come spiegato anche in una recensione precedente. In ogni caso, chiunque abbia temuto, fino ad ora, di sentirsi dire “thanks for nothing” dai propri conoscenti può finalmente tirare un sospiro di sollievo, perché con “Fear of Flying” la parte introduttiva ha oramai imboccato il viale del tramonto.
Logicamente, la narrazione non può che riprendere esattamente dal punto nel quale si era interrotto “Party Crashers“, ossia con un Arthur completamente alla deriva che cerca di controllare la tuta ed evitare di schiantarsi. Sostanzialmente, si può dire che tutto l’episodio sia costruito attorno a questo fatto. Volendo fare una metafora, in questa puntata Arthur è, per la maggior parte del tempo, una gigantesca calamita che attira tutti i personaggi centrali di questo universo narrativo e, infine, li porta a ritrovarsi tutti (tranne uno) nello stesso punto. Alla sua ricerca, infatti, si mettono, con motivazioni diametralmente opposte tra loro (e facilmente intuibili), The Tick e Dot, Ramses IV e i suoi scagnozzi e, infine, Overkill. L’unica assente, in questa situazione, è Miss Lint, che è protagonista soltanto di un breve dialogo con il suo ex.
La struttura narrativa molto semplice non rende giustizia all’importanza capitale che “Fear Of Flying” ha all’interno di questa stagione e, in generale, della serie. In questi 21 minuti, infatti, le storyline evolvono in maniera piuttosto significativa e alcune relazioni tra i personaggi si modificano sostanzialmente; in generale, molti aspetti del passato, spesso ritenuti secondari o puramente di contorno, si ritrovano improvvisamente protagonisti quasi assoluti delle vicende. Prendiamo in considerazione, ad esempio, la retorica pomposa ed appassionata di The Tick; sebbene abbia da sempre rappresentato il classico “qualcosa in più” dello show, soprattutto grazie alla voce di Peter Serafinowicz, oramai ci si era abituati ad una sua funzione quasi ornamentale. Nei quattro episodi precedenti, infatti, tutti i suoi discorsi e i suoi slogan erano immancabilmente caduti nel vuoto, in quanto privi di logica, fondamento o di un qualsiasi contatto con la realtà. Questa volta, invece, le cose sono cambiate radicalmente, visto che è proprio una delle classiche orazioni motivazionali dell’eroe a permettere ad Arthur di atterrare.

“I’d like to say in advance, I do not support his methods.”

Quando si parla di supereroi e della concezione che loro hanno di questa “professione”, una delle tematiche più scottanti, e per questo molto spesso riproposta, è quella relativa alla loro volontà di uccidere i nemici. Ci sono, infatti, eroi che hanno fatto della decisione di non far mai fuori i propri avversari un marchio di fabbrica (vedi Daredevil). Continuando a parlare del Diavolo di Hell’s Kitchen, chi ha visto la seconda stagione dello show Netflix (che noi raccomandiamo caldamente) sa benissimo del rapporto molto teso con The Punisher, visto che il personaggio di Jon Bernthal non si faceva assolutamente problemi ad uccidere. Questo stesso dualismo, ovviamente rivisto secondo lo stile di The Tick, si riproporrà tra lo stesso Tick (Daredevil) e Overkill (The Punisher), ora che si sono alleati contro Ramses IV e, ovviamente, The Terror. Questo richiamo sembra troppo forte per essere casuale, soprattutto perché non sarebbe il primo omaggio che la serie fa; basti pensare, ad esempio, al percorso che ha vissuto Arthur e che, a proposito, trova compimento sul finire di questo episodio. Il prendere una classica trama da storia di supereroi e rileggere tutto sotto l’ottica estremamente particolare di questo universo narrativo rendere il prodotto Amazon unico, gli conferisce un tocco speciale e, in definitiva, rappresenta uno dei segreti del suo successo.

“Arthur, you can’t go with them.”

La vicenda della tuta e del volo sulla città non poteva che far scoprire a Dot tutta la situazione relativa al rapporto tra Arthur e The Tick (del quale era già a conoscenza, ma in modo molto parziale; inoltre, non sapeva che il fratello fosse ancora ossessionato da The Terror), a Overkill e al conflitto con Ramses. Un altro esito altrettanto prevedibile era la sua assoluta contrarietà a tutto ciò. Questa situazione di forte contrasto di opinione tra la sorella e The Tick porta Arthur a dover scegliere, e la sua decisione rappresenta la conclusione della storyline relativa al destino e al percorso da intraprendere. Si potrebbe osservare, a proposito di questa linea narrativa, che essa sia stata caratterizzata da una certa banalità e prevedibilità di fondo. In generale, questo argomento sarebbe valido, se non fosse che questa sequenza di eventi sia diventata così tipica e abituale da aver passato la fase del cliché ed essere diventata una sorta di elemento indispensabile che ogni origin story deve possedere.
Ora che la fase introduttiva sembra conclusa, dal prossimo episodio in poi si entrerà in una fase totalmente nuova dello show. Trattandosi, però, di un midseason finale, la sensazione è che non si spingerà particolarmente sul piede dell’acceleratore, prediligendo un approccio simile a quello avuto finora. Quello che si spera, però, è un focus centrato su The Terror, che nella scena finale della puntata si è finalmente rivelato. Ora che il villain si è mostrato e si è creato l’asse di chi dovrà sconfiggerlo, ci sono tutti i presupposti per un percorso ancora più in crescendo di una delle novità più sorprendenti di questo 2017.

*Nota a margine* Alla persona che vi sta scrivendo, mentre parlava dei vari omaggi e riferimenti, è venuta in mente una cosa. Ramses IV, villain così grottesco e surreale, è del Minnesota, stato celebre per essere la location del franchise che ha fatto del grottesco il suo marchio di fabbrica: Fargo. Molto probabilmente la cosa non è stata voluta, ma è comunque un fatto curioso.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il volo di Arthur
  • I discorsi di The Tick
  • L’arrivo di The Terror
  • Daredevil/The Tick – The Punisher/Overkill
  • Il primo scontro vero e proprio
  • La presenza di Miss Lint avrebbe reso il quadro ancora più esplosivo

 

Ad un episodio dal midseason finale, The Tick continua a mostrarsi uno show solido e dalle grandi potenzialità. Con la speranza di poter benedire in un prossimo futuro, al prodotto Amazon continuiamo a mandare i nostri più sentiti ringraziamenti.

 

Party Crashers 1×04 ND milioni – ND rating
Fear Of Flying 1×05 ND milioni – ND rating

 

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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