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The Year Earth Changed recensione
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The Year Earth Changed

La voce iconica di David Attenborough accompagna lo spettatore nel documentario più iconico dell'ultimo anno di Apple TV+.

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In quello che è l’anno che ha radicalmente cambiato il modo di vivere di oltre 7 miliardi persone, c’è stato un impatto non indifferente sia sulla flora che sulla fauna mondiale. Il documentario offre una visione a 360° di quante piccole e grandi cose siano cambiate in giro per il  mondo.

 

Sir David Frederick Attenborough è un nome sicuramente ben noto ai più, vuoi per le svariate onorificenze ricevute nel corso del quasi secolo di vita (Sir Attenborough è infatti del 1926 e quindi ora ha la veneranda età di 95 anni), vuoi per il suo lavoro che si può definire serenamente come “storico” nel ruolo di documentarista. Se in Italia Piero Angela (e ora il figlio Alberto Angela) è senza alcuna ombra di dubbio la prima persona a cui si pensa quando si parla di natura, storia o più in generale di un documentario informativo sul mondo (vista la celebrità acquisita con Quark). Nel resto del mondo questo ruolo è di diritto di Sir Attenborough.
Questo non è quindi il primo documentario del celeberrimo documentarista, quanto piuttosto l’ultimo e, probabilmente, più iconico considerando che per la prima volta nella storia si è potuto assistere ad un cambiamento mondiale senza precedenti. Quale miglior modo allora per celebrare 12 mesi di pandemia provando a guardarla da una prospettiva differente anche in vista del Earth Day il 22 aprile?
La scelta di guardare agli ultimi 12 mesi da una diversa angolatura è sicuramente apprezzabile, così come lo è il messaggio che viene lanciato sin dai primissimi minuti del documentario: senza l’impatto dell’uomo il mondo animale è fondamentalmente rinato. Si è sentito tanto parlare di come “la natura abbia riconquistato i suoi spazi”, di come l’inquinamento sia crollato, di come gli animali si siano inoltrati in aree dove normalmente non si vedevano prima: The Year Earth Changed mostra esattamente tutto ciò.

March 2020: a deadly virus sweeps around the world. Over night our life are put on pause but, as we stop, remarkable things start to change in the natural world: clearer air, cleaner waters and animals starting to flourish in ways we haven’t seen for decades.

“VERY WELL”


Il titolo cita volutamente uno dei momenti comici più iconici della carriera di Sir Attenborough ma è anche un’affermazione che potrebbe concludere la visione di The Year Earth Changed. Il documentario è infatti estremamente ben fatto, specie considerando tutte le difficoltà logistiche e temporali che ci possono essere state nel processo.
Il lockdown che ha, a turno ma anche simultaneamente, afflitto la vita di miliardi di persone è stato sicuramente più intenso nel marzo/aprile 2020 ed è li che, grazie ad una repentina azione da parte della produzione, si sono riuscite a fare delle riprese iconiche in tutte le città più famose del mondo enfatizzando una “sensazione di apocalisse” che ora non si prova più. Riprese che, viste ora, fanno comunque un certo effetto.
Probabilmente anche per questo motivo la scelta riguardante il minutaggio appare piuttosto comprensibile ma anche esaustiva: con solamente 48 minuti a disposizione si riesce a fare un quadro dei cambiamenti estremamente chiaro. E positivo.

Here on the East South African coasts, some proud parents are on their morning commute: African Jackass Penguins.

UN IMPATTO ESTREMAMENTE POSITIVO


L’approccio di The Year Earth Changed è sia micro che macroscopico. La regia, sempre molto curata in ogni dettaglio, alterna fatti e cambiamenti che sono sia evidenti a chi vive in una determinata area (Nara in Giappone con i suoi famosissimi cervi shika è un esempio perfetto), sia meno riscontrabili per via dell’impossibilità a viaggiare o anche solo perchè avvengono nelle profondità marine (vedasi l’impatto estremamente positivo sulle balene in Alaska). È quindi esemplificato molto bene ed armonicamente sia l’impatto su piccola che su larga scala.
Attenborough ed il regista Tom Beard hanno selezionato con cura la struttura e la prospettiva da dare a The Year Earth Changed. Si parte da una domanda generale sull’impatto ambientale del lockdown rappresentata da città deserte, seguita poi da una rapida successione di immagini in diverse parti del gloco che si focalizzano sull’assenza positiva dell’uomo nell’ambiente. E gli esempi sono platealmente significativi e mirati a far riflettere sul footprint umano che viene spesso dimenticato per motivi economici.
Menzione speciale poi va fatta doverosamente alla colonna sonora, elemento sempre cardine per enfatizzare un documentario. Le musiche che accompagnano le immagini sono sempre adattissime per enfatizzare un determinato approccio e suscitare emozioni quasi a comando (in senso buono): l’esempio più interessante è quello visibile nell’immagine dei pinguini tra le strade del Sud Africa, immagine accompagnata da una colonna sonora giocosa e curiosa, esattamente come la personalità di questi animali.


Pur essendo un breve documentario, The Year Earth Changed non soffre in alcun modo la relativamente corta durata, anzi sfrutta ogni secondo nel migliore dei modi tenendo alto l’interesse saltando da un capo all’altro della Terra. Le varie sequenze sono sempre esemplari, enfatizzano impatti ambientali nel pre e post pandemia facendo sorgere certe domande. La visione è un qualcosa che fa bene al cuore mostrando, per la prima volta, un riscontro positivo di questo lockdown che dovrebbe far riflettere e, possibilmente, anche generare qualche cambiamento.

 

TIOLO ORIGINALE: The Year Earth Changed
REGIA: Tom Beard
INTERPRETI: David Attenborough
DISTRIBUZIONE: Apple TV+
DURATA: 48′
ORIGINE: USA, 2021
DATA DI USCITA: 16/04/2021

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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