Arrivati a metà stagione, purtroppo le cose non si sono sviluppate, i personaggi gravitano intorno alle stesse situazioni e il clima politico sembra sempre lì lì per cedere ma in realtà non si smuove mai nulla. Giapponesi e tedeschi continuano a ondeggiare tra una zona e l’altra, senza che nessuno dei due faccia una mossa decisiva; Tagomi doveva essere il personaggio pronto a regalare nuovi scenari grazie alla protezione data alle due sorelle e all’entrata definitiva in scena dei viaggiatori ma, ad oggi, nulla di fatto; nel frattempo, la scoperta avvenuta nello scorso episodio della sopravvivenza di Frank non ha portato grossi scossoni o aggiunto alcunché alla narrazione. Purtroppo la verità è che il personaggio di Frank, in tre stagioni, si è rivelato un peso più che una pedina nel gioco delle forze. La svolta potrebbe essere rappresentata da un eventuale ricongiungimento con Juliana: arrivati a questo punto, se le strade dei due non si incontrassero più, il personaggio interpretato da Evans avrebbe davvero poca utilità.
Intanto, alla luce degli episodi precedenti, sarebbe stato più interessante mostrare meglio il clima teso tra le due grandi potenze che governano l’America, ovvero il Giappone e la Germania. Il tema politico è sempre stato uno dei punti di forza di The Man In The High Castle ma in questa terza stagione sembra particolarmente trascurato. È pur vero che i personaggi di Kido (non pervenuto in quest’episodio), Tagomi e Joe rappresentano le piccole manovre poste in atto dalle diverse fazioni, ma il problema è sempre lo stesso: la miccia è perennemente accesa ma non scoppia mai.
“Smith sends his best.”
L’unico personaggio, insieme a Juliana, che continua a smuovere le acque è il generale Smith. Anch’egli è rimasto bloccato nelle conseguenze della morte del figlio, conseguenze che però, quantomeno, si sono riversate sulla sua carriera, dandogli un’altra occasione per dimostrarsi il miglior stratega della serie e, tra tutti, il miglior politico. Il gerarca nazista è il personaggio che ha spiccato in questa prima parte di stagione, rendendosi protagonista di intrighi sottobanco attuati all’interno dello stesso partito e prendendo precauzioni per gestire la moglie, vittima del lutto di Thomas. Parallelamente, Jhon Smith è anche attivo nella propaganda del regime, aspetto che spiega l’importanza di manovrare e distorcere l’opinione pubblica tramite la creazione di un “nuovo colosso”, unico simbolo del governo a discapito della statua di Lincoln che, al contrario, deve essere mostrata come non più in grado di rappresentare la popolazione.
Last but not least, il destino del personaggio di Joe. Nella prima stagione Joe Black era, insieme a Juliana, il character migliore della serie e la direzione della sua storyline si faceva sempre più interessante nel corso delle puntate, facendo oscillare il giovane nazista tra la fedeltà al suo partito e il desiderio di proteggere Juliana. Purtroppo, nella seconda stagione il personaggio di Luke Kleintank ha subito un trattamento oltraggioso, venendo relegato a personaggio secondario nella futile e noiosa trama di Heusmann e i suoi figli ariani. Tornato al tavolo dei giocatori, la sua dipartita in questo episodio non può che dispiacere, atteso che la sua presenza avrebbe potuto minare ai gracili equilibri. Sappiamo però che i destini di Joe e Juliana sono intrecciati, incontrandosi i due in ogni film dell’Uomo nell’Alto Castello, e questo potrebbe significare che rivedremo ancora il personaggio di Joe in una realtà parallela. Certo è che non sarà lo stesso Joe, con gli stessi ricordi e con lo stesso vissuto.
In conclusione, questa terza stagione di The Man in The High Castle era partita bene e nel prosieguo degli episodi si è dimostrata certamente migliore rispetto alla confusionaria seconda stagione. Tuttavia, le trame e i personaggi da riprendere sono molti e il lento incedere della serie non aiuta; utilizzare metà stagione per preparare le battute finali non ha regalato finora episodi troppo memorabili.
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Sabra 3×04 | ND milioni – ND rating |
The New Colossus 3×05 | ND milioni – ND rating |
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.