Netflix ha donato a Cobra Kai quella notorietà che meritava da tempo e che una piattaforma come Youtube Red non avrebbe mai saputo dargli.
Allo stesso tempo, però, lo show rischia di subire gli effetti negativi che tale notorietà porta alle serie che vengono “acquisite” dalla piattaforma (La Casa De Papel docet).
Questo perché, dovendo dare ai propri spettatori sempre più climax ascendenti, si finisce spesso per dover allungare il brodo con del minutaggio non necessario e con storylines sempre più approfondite su personaggi talmente secondari che neppure lo spettatore più esperto è in grado di ricordare l’effettivo ruolo.
È, in effetti, ciò che succede in questo “Now You’re Gonna Pay”, che diventa così la puntata finora più “debole” di Cobra Kai, quella in cui lo spettatore è tentato, per varie volte, di skippare tutto e passare direttamente all’episodio successivo. E in Cobra Kai, si sa, non c’è posto per la debolezza.
FILLER E FAN SERVICE
Come ogni buon episodio di Cobra Kai che si rispetti, anche “Now You’re Gonna Pay” fa leva sulle scene introduttive capaci di attirare fin da subito l’attenzione prima del titolo d’apertura. Questa caratteristica dello show si traduce qui in una scena di grande impatto visivo ed emotivo in cui Johnny ritrova il suo vecchio amico “ex-Cobra” Bobby, ora pastore (non “prete”) di una chiesa. La scena, oltre ad aprire mirabilmente l’episodio, serve ad introdurre la storyline dedicata a Robby, ora rinchiuso in un carcere minorile dopo quanto successo nell’episodio precedente (con un bellissimo riferimento al romanzo Il Signore delle Mosche di William Goldwing, che qui calza a pennello con il contesto). Ma serve soprattutto da filler dopo l’omaggio, sempre nell’episodio precedente, al compianto Rob Garrison in una ricerca continua di fan service che ha sempre contraddistinto lo show fin dai suoi primi esordi.
Non si tratta però di semplice “effetto nostalgia”. I filmati tratti dalla saga storica di Karate Kid con il sempre compianto maestro Miyagi, i riferimenti all’amicizia fra gli “ex-Cobra” e le piccole auto-citazioni rese in maniera molto ironica (qui una ripresa dello storico “dai la cera e togli la cera” in versione car-washing) sono sempre ben contestualizzate nella storyline orizzontale. Non sono quindi dei semplici riempitivi, anzi denotano l’attenzione costante, da parte degli autori, verso il proprio pubblico di riferimento e una certa maestria nella scrittura e nella composizione degli episodi.
LENTEZZA NARRATIVA
Ma se questi sono gli aspetti positivi dell’episodio, per il resto non si può non notare una certa ripetitività delle situazioni proposte e una lentezza narrativa che rischia, arrivati a questo punto dello show, di annoiare più che appassionare alle vicende di Daniel, Johnny e soci.
In questo episodio non accade di fatto nulla di particolarmente rilevante, preferendo perdersi in storylines ben poco appassionanti come quelle della raccolta fondi per l’operazione alle gambe di Miguel (importante certo, ma non tanto da giustificare un intero episodio solo per questo) e le vicende relative alla concessionaria dei Lorusso.
In questo segmento narrativo appare evidente l’intenzione di rendere più “tridimensionali” characters che, fino a questo momento, erano rimasti nelle retrovie come personaggi secondari (a volte anche terziari). Si sta parlando ovviamente di Louie (Bret Ernst) e Anoush (Dan Ahdoot), le cui azioni sono fondamentali per la salvaguardia della concessionaria. Peccato che tale storyline in sé non dica molto, soprattutto perché completamente slegata da tutto il resto dell’azione e la sensazione finale è quella di essersi trovati di fronte a un fin troppo ampio siparietto comico. Soprattutto perché, nel frattempo, accadono cose ben più interessanti che vengono però lasciate completamente in secondo piano come la rinnovata rivalità fra il Miyagi-Do e il Cobra Kai e il destino di Robby in carcere sempre più abbandonato da tutti, sceneggiatori compresi che sembrano non curarsi molto di lui.
FINALE
Nonostante tali difetti, l’episodio si salva negli ultimi minuti rilasciando un cliffhanger finale non da poco. Innanzitutto si ha una presa di coscienza ulteriore da parte dei membri del Miyagi-Do che ora sono più che mai decisi (soprattutto Samantha) a prendere in mano le redini del proprio dojo, anche facendo a meno del loro maestro. Maestro che si trova al momento in Giappone, ufficialmente per cercare di riprendere i rapporti commerciali con i propri partner storici e salvare così una volta per tutte la propria concessionaria. In realtà non si può non vedere in questo viaggio una tappa ulteriore del suo “cammino spirituale” verso le radici del maestro Miyagi. C’è da aspettarsi già dal prossimo episodio più di un accenno al secondo capitolo della saga di Karate Kid che, per l’appunto, era ambientato proprio in Giappone.
Ci sono tutti i presupposti dunque per procedere nella visione e aspettarsi qualche guest star di rilievo. Purtroppo si è dovuto attendere ben 30 minuti per arrivare a questo punto.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Cobra Kai incappa, forse per la prima volta, in un episodio “debole” in cui è evidente l’intento di rallentare il più possibile le vicende per arrivare a dieci episodi stagionali, buttando dentro un po’ di tutto. Solo il cliffhanger finale sembra risvegliare lo spettatore riaccendendo la sua curiosità.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!