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Euphoria 2×04 – You Who Cannot See, Think Of Those Who CanTEMPO DI LETTURA 4 min

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Euphoria 2x04 recensione

Un episodio splendido per Euphoria che si conferma non solo la serie migliore del suo genere, ma un prodotto televisivo in grado di stupire continuamente lo spettatore, raccontando in modo non convenzionale temi già ampiamente trattati in altri show.

L’ESTETICA NARRATIVA


Euphoria riesce a trattare tematiche dal forte impatto emotivo e sociale come l’omosessualità, la tossicodipendenza, le relazioni tossiche, la violenza fisica e quella emotiva; o ancora, i disagi famigliari, le famiglie disfunzionali, le insicurezze adolescenziali. Il tutto caratterizzandole con un’estetica narrativa fuori dal comune.
Al di là dell’ottimo lavoro di scrittura di Sam Levinson, a lasciare il segno in questi sessanta minuti è l’incredibile resa visiva della puntata, contraddistinta da un comparto tecnico eccelso: la regia, la fotografia e il montaggio sono semplicemente perfetti, con una colonna sonora formidabile, in grado di unire diversi generi e accompagnare in maniera ottimale la narrazione.
Basti pensare allo splendido inizio di puntata, tecnicamente un semplice cunnilingus che, all’ improvviso, si trasforma visivamente con richiami alle opere di Botticelli, Frida, Magritte e citazioni cinefile di Titanic, Ghost, Brokeback Mountain e persino Biancaneve.
Non si possono non citare inoltre le suggestive scene ambientate in chiesa, con Rue che finalmente esprime la nostalgia che prova verso il defunto padre, dove oltre a Zendaya è presente Labrinth, cantante e autore di “Forever” (la sigla di Euphoria), mentre canta abbracciato a Rue nel suo sfavillante abito rosso fuoco. Un continuo spettacolo per gli occhi.

IL TRIANGOLO NO, PARTE II


Come già accennato nel terzo appuntamento stagionale, il triangolo Nate-Maddy-Cassie continua con quest’ultima che sembra essere nel pieno di una crisi di nervi, mentre Nate continua a pensare solo a sé stesso. I comportamenti tossici e profondamente errati del trio sopracitato sono perfettamente in linea con lo sviluppo dei character, caratterizzati da evidenti disfunzionalità relazionali.
La trama, inoltre, si arricchisce di un nuovo potenziale triangolo amoroso, quello tra Jules, Rue e Elliot, personaggio quest’ultimo che sin dalla season premiere ha lasciato il segno: interpretato dal rapper statunitense Dominic Fike, la new entry stagionale sta mettendo a nudo tutte le fragilità che contraddistinguono il rapporto tra le due ragazze.
Elliot è il perfetto compagno, una spalla naturale per la tossicodipendenza di Rue e per le insicurezze emotive di Jules, sottolineate con una breve scena che mostra i segni di autolesionismo della ragazza. Un personaggio perfetto per tirare fuori il peggio delle due ragazze e che funziona egregiamente a livello narrativo.
Unica nota negativa della puntata, che a dire il vero si protrae dall’inizio della stagione, è rappresentata dal fatto che tanto Jules quanto Leslie non si accorgano della tossicodipendenza di Rue, una situazione assurda e poco veritiera, per usare un eufemismo.

CAL JACOB


Dopo il graditissimo e ottimo flashback su Cal nel precedente episodio, molto utile a caratterizzare meglio il personaggio, in questo quarto appuntamento il padre di Nate guadagna ulteriore screen time e torna dove tutto era iniziato: nel locale gay dove era stato venti anni prima.
Ma al di là della folle guida in stato di ebbrezza e del ballo con relativo pianto alcolico, il colpo di scena riguarda sicuramente il tagliente ma veritiero discorso di Cal sull’intera famiglia Jacob, dalla moglie ai due figli, con il quale decide di andarsene di casa e abbandonarli.
Per la prima volta il personaggio interpretato da Eric Dane non nasconde più la sua doppia vita, il suo orientamento sessuale e i suoi pensieri. Un momento liberatorio che avrà sicuramente forti ripercussioni ma foriero di un’evoluzione molto interessante del character.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’inizio di puntata tra citazioni e riadattamenti
  • Regia, fotografia, montaggio: il livello tecnico è eccelso
  • Colonna sonora perfetta e di forte impatto
  • La resa estetica dell’intera puntata
  • Elliot perfetto tra Rue e Jules
  • Il discorso di Cal alla sua famiglia
  • Rue e le scene in chiesa
  • Il fatto che sia Jules che la madre di Rue non si accorgano della sua tossicodipendenza è inverosimile

 

Un episodio splendido per la serie di casa HBO, per ora il migliore della stagione, caratterizzato da una resa visiva pazzesca e dal solito egregio livello tecnico. La valutazione della puntata non può che essere il massimo dei voti per un secondo ciclo stagionale che, al momento, sta rispettando le grandi attese riposte nella serie dopo il grande successo della prima stagione.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
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