A pochi giorni dalla season premiere, infatti, era stata resa nota la notizia che l’attrice Karla Souza, interprete sin dal primissimo episodio del personaggio di Laurel Castillo, non sarebbe più stata una regular nel cast. Una notizia fortemente ambivalente se si pensa che la stessa Laurel si era posta come cliffhanger primario al termine di “Please Say No One Else Is Dead”, season finale della quinta stagione. Qualsiasi siano le motivazioni che hanno spinto all’uscita di scena della Souza (seppur è già confermato che il suo personaggio farà una comparsata in alcuni episodi prima che la serie si concluda) il colpo di scena con il quale si era chiuso lo scorso ciclo appare a posteriori come un falso cliffhanger. Tutte le aspettative e le supposizioni che tale evento avevano creato, infatti, in questo inizio di stagione sono state forzatamente messe da parte. Della scomparsa di Laurel e del piccolo Christopher non vi è più alcuna traccia e la storyline ufficiale sembra essersi spostata da tutt’altra parte. Un vero spreco di opportunità che si spera nella seconda parte di stagione ottenga un minimo più di coerenza narrativa, giungendo finalmente da qualche parte.
Intanto, orfana di questa storia, lo show della ABC continua a procedere nella sua confusa ramificazione di diverse situazioni ancora non ben definite. Tuttavia questo settimo episodio fortunatamente riesce a distinguersi grazie a quel plus che saltuariamente viene messo al centro dei 42 minuti settimanali. “I’m The Murderer”, infatti, si guadagna i favori grazie all’introduzione di un buon caso legale verticale, ottimo nel distribuire meglio la narrazione, rendere più interessante la puntata (merito di una buona storia portata in scena) e, soprattutto, dare qualcosa di più stimolante da fare ai protagonisti che altrimenti non farebbero altro che ciarlare sulla loro sorte che, a loro dire, comprenderebbe solo la morte o l’arresto.
Il caso legale in questione, poi, è servito anche a dare un po’ più di senso al personaggio di Gabriel, che in questa veste di studente/avvocato appare molto più gradevole da seguire.
“I did it! It was me! Arrest me! I did it! Arrest me! I’m the murderer! Arrest me!”
Mentre ci si avvicina al mid season finale, alcune trame al momento considerate totalmente inutili iniziano a raccogliere nuovi elementi che potrebbero favorirne lo sviluppo. Il team composto da Nate e Bonnie, infatti, continua ad essere di una pedanteria unica, ed il continuo tira e molla con Tegan non ha aiutato di certo. Tuttavia, adesso che il loro intento inizia a porsi, a loro insaputa, contro i loro stessi interessi e con Annalise e soprattutto Frank interessati a fermare questa causa contro la Governatrice, forse qualcosa di più intrigante potrebbe anche venirne fuori. O almeno si spera.
Strano ma vero, a deludere questa volta sono i tanto apprezzati flashforward. Una delusione che in realtà è andata crescendo sin dagli scorsi episodi, quando le nuove informazioni continuavano ad essere davvero limitate; dopo un Asher completamente insanguinato, adesso è il turno di Oliver apparire completamente scosso e pronta ad accusarsi del tanto misterioso assassinio: momenti già visti in passato e che di solito si dimostrano fuorvianti in maniera deludente. Ma restiamo in attesa di essere smentiti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Family Sucks 6×06 | 2.16 milioni – 0.4 rating |
I’m The Murderer 6×07 | 2.21 milioni – 0.4 rating |
Sponsored by How to get away with Murder Italia
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.