“Everyone’s dead! Nate’s father. Wes. They’re all dead because of you!”
A conti fatti, la quinta stagione di How To Get Away With Murder appena conclusasi può essere considerata semplicemente come un’intera stagione filler.
Dopo quanto mostrato in “Please Say No One Else Is Dead”, infatti, appare palese come l’antagonista ufficiale della storia diventi adesso la famiglia Castillo che era stata apparentemente messa fuori gioco nel finale dello scorso anno con l’arresto del patriarca. Negli episodi di questa stagione questi personaggi hanno praticamente agito nell’ombra, lasciando, per quasi tutte e quindici le puntate, il palcoscenico ad altre storie e personaggi che, solo nel finale, sono risultati collegati. E tutto questo non ha di certo giovato alla narrazione.
Si è discusso tanto, nelle precedenti recensioni, di quanto caotiche e sconclusionate risultassero alcuni avvenimenti messi in scena ma tutto questo prende una piega ben peggiore non appena si scopre che il protagonista vero e proprio era qualcuno che ha tirato i fili della stagione completamente off-screen. A poco sono infatti serviti i piccoli flashback mostrati in questo episodio che avevano il compito di rendere partecipi anche gli spettatori su ciò che era davvero accaduto; ciò che è venuto fuori in questi ultimi 40 minuti stagionali non è risultato un colpo di scena degno da lasciare chi guarda felicemente interdetto, in realtà l’unico risultato è stato quello di ritrovarsi al centro della scena personaggi usciti fuori dal nulla che ben poco hanno da spartire con quanto si è davvero visto durante la stagione.
Anche la poca familiarità con i nuovi antagonisti non aiuta di certo ad apprezzare l’intromissione di questi ultimi nel cuore delle storyline della serie. Già lo scorso anno, poco aveva convinto l’arrivo del padre di Laurel, tuttavia, il suo essersi creato una trama avente sia capo che coda, che piacesse o meno, aveva perlomeno il suo perché. Questa volta, invece, l’arrivo in scena del fratello di Laurel, Xavier, giunge non inaspettato (dati gli indizi delle ultime settimane), ma completamente fuori luogo per quanto riguarda lo svolgersi delle trame che si sono seguite fino ad ora.
La storia del padre di Nate, legata alla trama che ha visto Annalise protagonista alla Corte Suprema, poteva avere un buon potenziale da un punto di vista indipendente, mentre la fine che ha ottenuto, collegata appunto all’intromissione dei Castillo, rende il tutto meno attraente. Stessa cosa può essere detta per la fine del povero Miller: anche qui i risvolti narrativi erano strettamente legati ai personaggi di Bonnie e Nate, invece viene tutto messo nel dimenticatoio in fretta e furia mentre si scopre amaramente il ruolo giocato anche qui da Xavier. Per non parlare di tutta la faccenda inerente Emmet Crawford. In pratica, intere trame che sembravano seguire dei determinati percorsi raggiunti attraverso complotti, idee e assassini che invece confluiscono in un’unica persona uscita fuori dal nulla.
Ad inizio recensione si sottolineava, dunque, come questo quinto anno di How To Get Away With Murder può essere considerato come un’intera stagione filler. Il motivo è presto detto: mandato Castillo senior dietro le sbarre nella scorsa stagione, tutte le trame proposte quest’anno si sono rivelate, in fin dei conti, semplici scusanti per reintrodurre questa famiglia al centro della scena, creando un procrastinare della trama maggiore che appare adesso chiara dietro l’angolo pronta a rendersi protagonista. Con la presa di posizione centrale di Xavier in questi ultimi episodi, più la sparizione di Laurel e suo figlio che creano comunque un bel cliffhanger sul finale, viene dunque aperta la porta per quella che inevitabilmente sarà la trama principale di una possibile prossima stagione: i Castillo si pongono ufficialmente come antagonisti della serie, l’ultimo ostacolo che Annalise&Co. dovranno affrontare prima di poter finalmente mettere la parola fine all’intero show.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Make Me The Enemy 5×14 | 2.57 milioni – 0.5 rating |
Please Say No One Else Is Dead 5×15 | 2.76 milioni – 0.6 rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.