American Horror Stories 1×04 – The Naughty ListTEMPO DI LETTURA 4 min

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American Horror Stories 1x04 recensioneMandare in onda un episodio a tema natalizio a fine Luglio è sicuramente un colpo di classe. E a firmarlo c’è Manny Coto che non lascia il timone della sceneggiatura, visto che è anche autore dello scorso “Drive In” e, anzi, qui prosegue il suo stile di scrittura con una puntata non proprio horror come dovrebbe essere.
“The Naughty List” è infatti più uno splatter edulcorato ed irriverente piuttosto che un horror dalle tinte fosche. Ed è proprio lo splatter che emerge a più riprese nei suoi ultimi dieci minuti, mentre nei primi venti “The Naughty List” è tutto fuorché un horror. Si potrebbe quasi dire che la puntata sia un dramedy finito a sangue con Danny Trejo visto che, tutto ad un tratto, vira completamente la narrazione verso lidi più oscuri e non considerati precedentemente.
Delle tre storie presentate finora dalla serie, questa è decisamente quella meno spaventosa e soprannaturale, il che sorprende e magari infastidisce chi è alla ricerca di qualcosa che faccia saltare sulla sedia, ma va anche ammesso che tutto quanto finora ha il suo perché e funziona a suo modo pur avendo alcuni difetti di base che bloccano la serie dallo spiccare il volo.

UNA CRITICA NEANCHE TANTO VELATA AGLI INFLUENCER


Chi scrive queste righe non è più nei suoi 20 anni ma è nel pieno dei suoi 30 e ha una certa repulsione verso qualsiasi social network, specialmente quelli esplosi nell’ultimo decennio. Come si potrà immaginare quindi, i vari Instagram e TikTok non sono ben visti o concepiti e c’è un “leggero preconcetto” nei confronti degli influencer che, come una fiammella che si spegne per mancanza di ossigeno, durante la visione della puntata si è riaccesa prepotentemente.
Manny Coto ha sicuramente esasperato una realtà che, verosimilmente, non è ancora arrivata a questi livelli ma ha decisamente fatto luce sul dietro le quinte di cosa vuol dire essere uno youtuber o un tiktoker. Le citazioni denotate nel corso dell’episodio su personaggi Logan Paul (“Think about it before you upload it. […] Yeah, but all it takes is one bad post. Look at Logan Paul or PewDiePie or Patt Starr.“) dimostra un certo studio alle spalle ed è molto apprezzabile perché chiarisce la presa di posizione dello sceneggiatore all’interno della trama.
L’obiettivo è ovviamente quello di non rendere i quattro tre ragazzi della Bro House simpatici e apprezzabili, anzi è esattamente il contrario vista l’assenza di morale e la mera dedizione ai like e al raggiungimento di nuovi follower. Il senso di distaccamento dalla realtà, visibile anche nei minuti finali dove Barry festeggia il raggiungimento di 5 milioni di follower mentre sta per morire, è il punto cruciale della storia e ha preso il sopravvento rispetto al lato horror. Un maggiore equilibrio avrebbe sicuramente giovato di più all’episodio ma anche questo è un qualcosa di “horror” a modo suo.

Barry:Scholars now believe that the legend of Santa Claus isn’t based on Saint Nicholas or any other saint. It’s based on the ancient tales of the wild man.
James:The wild man? What kind of bullshit is that?
Barry:He was a pagan nature god, bringer of storm and fury and destruction who wore animal skins and a hideous painted face. He was also a fierce hunter who punished those who were bad. Over time, he became what we know of him today. And he didn’t just bring presents.

American Horror Stories accetta di buon grado il lato soprannaturale e horror, quindi, nonostante non sia stato analizzato più di tanto, è verosimile che il character interpretato da Danny Trejo (alla veneranda età di 77 anni) non sia un essere umano ma effettivamente un wild man. La rivisitazione offerta dalla serie del classico Santa Claus è una piacevole alternativa al Krampus, ormai piuttosto noto a tutti, e permette alla puntata di differenziarsi dalla massa anche per questa caratteristica. Certo è che sarebbe stato più apprezzabile un excursus un po’ più esteso del character di Trejo che invece è stato relegato solamente alla seconda metà di puntata.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Danny Trejo vestito da Babbo Natale
  • Odiabilità dei protagonisti
  • Ultimi 10 minuti
  • CGI veramente discutibile
  • Primi 20 minuti piuttosto anticlimatici anche se necessari

 

Pur non essendo un horror vero e proprio, nella sua fugacità anche questa quarta puntata di American Horror Stories si riesce a conquistare una sufficienza. Purtroppo, come già detto anche in altre sedi, manca un po’ quella solidità narrativa per raggiungere altri livelli ma è sicuramente un veloce guilty pleasure che fa il suo dovere.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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