L’universo narrativo di Evil si va allargando sempre di più, anche dopo una partenza costituita da un impianto abbastanza esiguo per quanto riguarda il parco personaggi, oltre che la struttura delle storie narrate sia verticalmente, sia orizzontalmente.
Pur con uno sviluppo nella storia non esattamente al cardiopalma, “Z Is For Zombies” si classifica come ulteriore puntata utile ad approfondire i personaggi di contorno e ad aggiungere storyline che, più o meno apprezzabili e apprezzate, ampliano pure la mitologia dello show.
GLI ZOMBIE E LO SFONDO SOCIALE
Il titolo dell’episodio è dato dalla sotto trama inerente una delle figlie di Kristen e come protagonista la famiglia di vicini di casa. Da un lato risulta brillante lo spunto meta che vede le due ragazzine immergersi nel genere zombie, facendo diretto riferimento alla finzione, quasi burlandosene. In questo modo Evil si conferma show sovrannaturale sui generis, giocando sugli stereotipi dell’horror e della narrativa specificatamente televisiva di genere.
A tal proposito, la trama che riguarda gli operai zombizzati, risulta un tentativo di ricalcare (appositamente?) gli episodi più brutti e trascurabili di serie ormai storiche che facevano della verticalità nel sovrannaturale un punto di forza (vedi Buffy o Charmed). Occorrerà vedere se tutto ciò è stato utile a fornire una tridimensionalità a una delle figlie della protagonista, alla famiglia dei vicini di casa, ad aggiungere importanti elementi alla trama orizzontale che ora non sono pronosticabili, o era una storia assolutamente fine a se stessa.
Non occorre aggiungere altro al titolo del paragrafo sulla metafora sociale del lavoro alienante e intensivo che sfrutta i lavoratori fino a renderli degli zombie a tutti gli effetti.
LA STABILIZZAZIONE DI LELAND
L’attualità tanto cara ai King è presente anche nella ulteriore tridimensionalizzazione di un altro personaggio secondario, ovvero Padre Mulvehill e del suo vizio del gioco. Non tanto per una scontata denuncia verso la corruttibilità della chiesa, quanto piuttosto per la tematica dei social media e il controllo a sfondo commerciale esercitato da questi anche nei contesti più privati, cosa per cui si vede coinvolta anche Kristen.
L’intera questione sembra sgonfiarsi con la sospensione finale di Mulvehill per lasciare spazio all’apparizione settimanale di Leland. Il personaggio interpretato dal sempre ottimo Michael Emerson sembra essersi stabilizzato nel suo alone di incertezza e ambiguità. Banalmente: l’alone di mistero che lo avvolge non è più così interessante. Occorrerà in futuro trovare nuovi spunti per l’antagonista per scongiurare il rischio macchietta.
Degna di nota, sempre nel delineare la filosofia di Evil, il colpo di scena che riguarda la misteriosa Sister Andrea. Giocando sempre con l’illusione nei confronti dello spettatore, la suora porta tutti a credere di essere in possesso di acqua santa realmente efficace e di ottenere un qualche obiettivo con l’esorcismo. Ciò che viene svelato nel finale non è altro che l’ennesima conferma che lo show dei King gioca molto a depistare il pubblico, dando ragione inaspettatamente una volta a chi crede e un’altra agli scettici, ma sempre cogliendoli entrambi di sorpresa.
SEGNALI DI RACCORDO
Se la 2×05 è stata una puntata di nuova carne al fuoco (o presunta tale), non mancano certo momenti di orizzontalità che, seppur piccoli, aiutano ad una crescita dei personaggi principali e stimolano la curiosità dello spettatore sul loro destino. In particolar modo Ben e Kristen sono quelli che sembrano, in questa fase, avere da dire più di tutti. Riferimenti al trauma subito da Ben e alla trasformazione caratteriale di Kristen rendono in questo momento la figura di David quella più stabile e l’indubbio punto di riferimento per chi guarda.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La partenza sprint della seconda stagione si è dovuta piegare inevitabilmente ai ritmi più blandi di quello che ancora mantiene gli standard del procedurale. In questo caso gli sviluppi di trama e la fattura comunque sempre di buon livello mantengono a galla l’episodio, malgrado trame verticali non potentissime.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.