Dopo un incarico fallito, un assassino (Michael Fassbender) affronta i suoi mandanti e se stesso in una caccia all’uomo internazionale che crede non sia affatto personale. |
Era dal 2020 che David Fincher non sfornava un altro film, precisamente da quel Mank che ha diviso pubblico e critica ma che, allo stesso tempo, ha fondamentalmente continuato la striscia negativa di Fincher agli Oscar (perché le due statuette come Miglior Fotografia e Miglior Scenografia non si possono veramente contare nell’albo di un regista). Lo stesso si può dire di Michael Fassbender che è dal 2019 che non ritorna davanti alla cinepresa per un lungometraggio, l’ultima volta è stato nel non memorabile capitolo finale dei mutanti Marvel X-Men: Dark Phoenix. Questa, tra l’altro, è la prima volta che i due lavorano insieme.
A firmare la sceneggiatura della pellicola, nonché adattamento dell’omonimo fumetto di Matz, è stata chiamata un’altra vecchia conoscenza di Fincher, quel Andrew Kevin Walker che aveva già firmato lo script di Se7en, qualcuno di cui Fincher si può fidare insomma. A concludere il cerchio tra i pochi nomi altisonanti del film ci pensa Tilda Swinton, non alla prima esperienza con il regista visto il ruolo in Il Curioso Caso Di Benjamin Button. Il risultato: un film che profuma di instant classic e che, potenzialmente, potrebbe essere solo l’inizio di un franchise.
Stick to your plan. Anticipate, don’t improvise. Trust no one. Never yield an advantage. Fight only the battle you’re paid to fight.
QUANTI ANNI CI VOGLIONO PER ADATTARE UN FUMETTO?
La domanda del titolo è piuttosto specifica ma può essere serenamente resa più generica spostando l’oggetto dal fumetto alla creazione di un film vero e proprio: quanti anni ci vogliono per fare un film? Non c’è una risposta precisa ma nel caso di The Killer la risposta è poco più di 15 anni, una cifra folle se si pensa che la base di partenza era già a disposizione.
La prima uscita del fumetto francese da cui viene adattato lo script, infatti, è datata 1998, mentre l’annuncio che David Fincher sarebbe stato il regista della pellicola arrivò nel novembre 2007 con alla produzione la Plan B Entertainment degli ex coniugi Pitt-Aniston (come discusso anche nel podcast). Nel mezzo ci sono stati diversi rallentamenti che nel febbraio 2021 alla fine hanno portato Fincher a spostare il progetto su Netflix dove ha un contratto pluriennale. Fatto questo passo, poi, le riprese sono cominciate a novembre dello stesso anno in quel di Parigi, esattamente dove comincia il film. E ora, novembre 2023, vede finalmente la luce.
My camo is based on a German tourist I saw in London, a while back. No one really wants to interact with a German tourist. Parisians avoid them like the rest of the world avoids street mimes.
La citazione soprastante arriva direttamente dalla voce narrante del killer di Fassbender ma in realtà è una citazione che lo stesso Fincher ha dato alla responsabile dei costumi Cate Adams, con cui aveva già lavorato ai tempi di Mindhunter. L’obiettivo era rendere il protagonista il più anonimo possibile tenendo sempre in mente l’idea che potesse indossare vestiti facilmente trovabili nei negozi dei vari aeroporti del mondo e che allo stesso tempo fossero facili da togliere per rendere più difficile il riconoscimento in caso di fuga.
L’attenzione al dettaglio del regista e il rigore nella recitazione di Fassbender fanno bene sia al cuore che agli occhi, portando lo spettatore ad empatizzare con un protagonista che uccide le persone, ovvero qualcosa che non potrebbe mai accadere nella vita reale ma che accade grazie alla bravura di Fincher e Fassbender. Lo spettatore riesce ad entrare in sintonia col personaggio, lo capisce, percepisce lo stesso distaccamento da ciò che fa ma in contemporanea si sente tradito quando le cose virano verso la direzione sbagliata. Soffre quando soffre, teme per lui durante le varie colluttazioni, spera che non sia catturato dalla polizia: quante volte si può dire di aver tifato per un serial killer in un film? Pochissime, e lo stesso si può dire del character di Tilda “the Q-type” Swinton.
I HEAR VOICES IN MY HEAD
Un po’ come nell’omonimo fumetto, anche nella pellicola il Killer (si chiama così) non parla praticamente mai con nessuno e la stragrande maggioranza dei dialoghi avviene tramite la sua voce narrante che parla in maniera generica della sua filosofia, del suo credo e regala alcune perle interessanti (il commento su come si veste un turista tedesco o la citazione sottostante sulla Storage Wars) che rimarranno impresse per molto tempo nella mente dello spettatore.
Bisogna dare merito a Finch e a Walker che sono riusciti ad ovviare alla difficoltà insita in questa mancanza di dialoghi tramite un flusso di pensieri mai banale o noioso e sempre in qualche modo aderente a quanto contrapposto visivamente. La colonna sonora principalmente composta da brani dei The Smiths sicuramente aiuta in tal senso, specialmente perché utilizzata dallo stesso protagonista in alcuni momenti clou del suo lavoro, vuoi per abbassare il suo battito, vuoi per sentirsi meno solo.
There are more than fifty thousand storage facilities in the U.S. I have units in six. I like to imagine, once the automatic payments have dried up, the episode of Storage Wars, where they cut the lock on one of mine, and get a look inside.
David Fincher e Michael Fassbender ritornano dalla loro pausa cinematografica al massimo splendore sfornando rispettivamente un film iconico ed una prestazione che merita sicuramente ben più di qualche riconoscimento. La suddivisione in capitoli che divide organicamente la pellicola funziona e agevola sia il ritmo che la visione non risultando mai banale o lenta. Davvero un ottimo lavoro di cui non dispiacerebbe affatto vedere un sequel.
TITOLO ORIGINALE: The Killer REGIA: David Fincher SCENEGGIATURA: Andrew Kevin Walker INTERPRETI: Michael Fassbender, Arliss Howard, Charles Parnell, Kerry O’Malley, Sala Baker, Sophie Charlotte, Tilda Swinton DISTRIBUZIONE: Netflix DURATA: 118′ ORIGINE: USA, 2023 DATA DI USCITA: 10/11/2023 |