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Lupin 1×02 – Capitolo 2TEMPO DI LETTURA 4 min

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Lupin 1x02 RecensioneDopo lo spettacolare colpo messo in atto nel “Capitolo 1” da parte di Assane Diop, comparabile per l’eleganza a quello di “Now You See Me – I maghi del crimine”, il ladro gentiluomo del XXI secolo prosegue la sua indagine personale volta a scovare i misteri dietro la morte di suo padre, accaduta ben 25 anni prima.
La menzione al film sui “ladri-prestigiatori” non è casuale, visto che condividono l’uomo dietro la macchina da presa, Louis Leterrier. La regia, infatti, risulta molto curata nei primi due episodi grazie a scelte stilistiche azzeccate e una direzione attoriale convincente. È apprezzabile anche il modo di mettere in scena le malefatte del moderno Arsène Lupin. Lo spettatore tiene gli occhi ben attenti ben conscio che, prima o poi, il personaggio di Omar Sy lo imbroglierà: nulla è lasciato al caso.

“Di tutte le arti, la finzione è probabilmente l’arma più raffinata. Necessita sempre di un po’ di eleganza, e a volte di una buona dose di coraggio. Alla fine non sono i mezzi che contano, ma solo il risultato. E ovviamente il brivido di aver ingannato il mondo intero.”

L’EVASIONE DI ASSANE LUPIN


Il secondo episodio di questa prima parte di stagione si apre con un setting spiazzante: Assane si trova in prigione. Ovviamente nulla è come sembra e restano solo da capire le reali motivazioni che hanno giustificato tale incarcerazione. Infatti il burattinaio che tira i fili è sempre luI: Assane Diop, Arsène Lupin dei giorni nostri. Se c’è una svolta nella trama si può star ben certi che sarà una mossa del ladro franco-senegalese.
L’ambientazione in carcere presenta numerosi punti forti, a partire dal modo in cui riesce a scambiarsi con un detenuto. Per molti tale scena verrà sacrificata all’altare dei “buchi di sceneggiatura”, che ormai rappresentano la vera e propria caccia alle streghe dell’era contemporanea. Tuttavia, non risulta affatto difficile credere come in realtà le guardie carcerarie ricordino a stento i volti dei detenuti.
Durante la permanenza, Assane prepara il terreno per la sua evasione, prendendo spunto forse dalla tragica morte del padre, oltre che dalle solite avventure nate dalla penna di Maurice Leblanc, i cui libri sono sempre molto presenti. Solo a conti fatti vengono compresi il furto della retina dal canestro e delle pillole dall’infermeria. Ingredienti necessari per fingere l’impiccagione, tecnica già utilizzata in “Sherlock Holmes” di Guy Ritchie. L’evasione di Assane può quindi avvenire una volta svelato il primo mistero legato alla morte di suo padre: Babakar Diop era innocente.

Babakar Diop: “Sono innocente incastrato da Anne Pellegrini.”

L’INNOCENZA DI BABAKAR DIOP


Il fil rouge (il francesismo ci sta tutto) che si sta sviluppando, dietro le distrazioni appariscenti delle varie azioni compiute da Assane, è l’indagine riguardante l’accusa di Babakar Diop. Il padre del protagonista fu accusato nel 1995 di aver rubato il famoso collier appartenuto un tempo a Maria Antonietta (e non solo). La novità è che, a quanto pare, la collana sia sempre stata al suo posto, nella cassaforte della magione dei Pellegrini (mi raccomando, con l’accento sulla seconda i).
La scelta di far avanzare la trama in modo parallelo con due linee narrative, una nel presente e una nel 1995, funziona molto bene. L’impressione è che i segreti non verranno svelati tutti nel proseguimento delle avventure, bensì che ci sia da scavare nel passato. A tal proposito sono significative le briciole disseminate dal rapporto interno tra i membri della famiglia Pellegrini. Non scorre buon sangue ed è tangibile; forse il simbolo dell’allontanamento sarà stato proprio il giovane figlio di Babakar.
L’intreccio avanza con passi molto brevi, ma il tutto è ben mascherato dall’intrattenimento garantito da una sceneggiatura da heist movie. Proprio tale genere narrativo necessita una sospensione dell’incredulità superiore allo standard, ma si mantiene coerente internamente senza esagerare con i deus ex machina. Stona un po’ la mancata collaborazione di Juliette con la polizia, giustificata fino a un certo punto. Forse verranno rivelati altri retroscena in futuro, quando si scoprirà com’è andato a finire il rapporto tra lei e Assane.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Assane in prigione!
  • Le rivelazioni, ben centellinate
  • La “morte” di Assane Lupin
  • Gli indizi di Babakar
  • Juliette che non collabora con la polizia (per ora) è un po’ forzato

 

Lupin funziona. Omar Sy riempie la scena e Leterrier non sbaglia. Buona anche la seconda per la nuova serie originale Netflix, sperando si mantenga su questi standard qualitativi.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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