Se la vita è l’arte degli incontri, in questo episodio ne avvengono davvero molti, di grande importanza materiale ed emotiva. E non potrebbe essere altrimenti visto che, mentre Elizabeth Holmes cerca di convincere VC importanti e professionisti di un certo livello ad investire e lavorare in Theranos, deve nascondere una realtà scomoda: il dispositivo biomedico costruito nei suoi laboratori ha funzionato una volta sola, forse per caso.
In tutto ciò non mancano all’appello nemmeno delle beghe con il consiglio di amministrazione della stessa Theranos ed il vicino di casa amico di famiglia, Richard Fuisz, a cui ha intentato causa per un patentino.
In tutto questo, la giovane imprenditrice ha bisogno di modelli da seguire, di figure da cui ricevere aiuto e consiglio. E non ci sono poi così tanti modelli a disposizione a parte uno che, nonostante abbia inizialmente un interesse sentimentale, entro fine episodio ne avrà uno meramente economico.
AN INSPIRING STEP FORWARD
Un modello da seguire, per chi si occupa di tecnologia avanzata nel 2007, è sicuramente Steve Jobs. Non per niente, Elizabeth convince a lavorare con lei Ana Arriola, una delle principali designer del primo iPhone.
Ora, avere riferimenti su cui modellarsi, da cui imparare, non è sbagliato, anzi, così come non lo è nemmeno curare il proprio look e l’immagine che si vuol dare di sé. Purtroppo, la giovane fondatrice di Theranos lo fa nel modo più sbagliato possibile. Le scene in cui prova le frasi da dire e i toni in cui dirle davanti allo specchio ne sono un esempio lampante.
Tutto si ferma sempre al livello più superficiale: credersi l’Avvocato Gianni Agnelli perché si indossa l’orologio sopra il polsino della camicia, come si diceva una volta.
Alla fine, messa alle strette da Don Lucas, si ispira alla scena di lacrime e panico fattale dalla giovane impiegata, quando non è riuscita a recuperarle (colpevolmente) i dati dall’iPhone fracassato. No, non corrisponde proprio a quel “green juice”, estratto vegetale fresco e salutare, che si ritiene di essere.
I NODI VENGONO AL PETTINE
Elizabeth viene richiamata alle sue responsabilità davanti al consiglio di amministrazione, perché qualcuno si è accorto dell’assenza di prove concrete per quanto da lei asserito. E quel qualcuno, ovvero il primo a spulciare gli incartamenti e a sospettare qualcosa, è Avie Tevanian.
La scena in cui l’informatico va ad esprimere i suoi dubbi a Don Lucas avrà certo recato gioia a molti spettatori, al di là della sua notevole importanza per la vicenda. Tevanian, infatti, è interpretato da Amir Arison, in trasferta da The Blacklist, con il solito acume e la solita grazia. Don Lucas, invece, è impersonato da Michael Ironside, uomo d’azione con cui non c’è da scherzare, sin dai tempi antichi della serie originale di V – Visitors. Insomma, il duetto di cui non si sapeva di avere bisogno.
Altre due presenze di peso a impreziosire il cast, accanto al simpaticissimo Stephen Fry, portatore sano di un aristocratico accento British nel ruolo di Ian Gibbons.
EMOZIONI E DEFEZIONI
Grandi emozioni riservano anche le scene ambientate in una clinica oncologica per malati terminali e sono fondamentali per gli snodi di trama perché da lì si origina la decisione di Edmond Ku di lasciare Theranos.
Il ricercatore sa bene come tutto si basi su una frode. Anzi, è in prima linea a fare il possibile per non lasciar trapelare nulla. Secondo la nota regola, infatti, più la cosa da nascondere è di scarso valore, più le misure di sicurezza e segretezza si stringono e si moltiplicano. Non riesce però a tacitare la propria coscienza al vedere da vicino la sofferenza di tante persone.
Altre defezioni, motivate però da motivi economici e logistici, sono ad esempio quelle di Ana Arriola e del suo team di designer.
Alla fine, Elizabeth Holmes è costretta a chiedere i finanziamenti per andare avanti all’amato a Sunny. Lui, però, non sta lavorando: vive ancora di rendita coi soldi della compagnia da lui fondata e venduta.
Gli sviluppi della vicenda si potranno seguire nelle prossime puntate e anche nella vita reale: Ramesh Balwani, infatti, verrà processato in questi giorni proprio per le vicende narrate nella miniserie.
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La storia procede curando sempre il lato umano ed emotivo delle vicende narrate. Questo è un pregio.
Se la trasformazione in “squalo” della protagonista avverrà secondo la sua solita modalità superficiale e raffazzonata, anche le prossime puntate si preannunciano assolutamente interessanti e fruibili.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).