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Ruth: “We need other people.”
Nadia: “Other people are garbage.”
Nadia: “Other people are garbage.”
Con soli due episodi al termine, Russian Doll continua ad aprire le sue matriosche, lasciando emergere pian piano sempre più elementi che vanno ad intricare maggiormente la strana situazione dei protagonisti ma, dall’altra parte, riescono a far crescere alla perfezione l’interesse nei confronti della serie stessa.
Con una già impeccabile Natasha Lyonne a reggere la scena, gli ultimi episodi hanno visto l’introduzione di Alan Zaveri (interpretato da Charlie Barnett), un secondo personaggio così diametralmente opposto al carattere e alla filosofia di vita di Nadia, da risultare inevitabilmente perfetto nel ruolo di spalla.
Con l’aggiunta di un nuovo personaggio, sono aumentati anche i fattori da tenere in considerazione e tutti quei particolari che potrebbero apparire inizialmente superflui ma che, grazie all’attenzione rivolta dalla regia, assumono un peso specifico già dalla prima inquadratura. L’introduzione di Alan è fondamentale nell’economia del racconto anche per dare modo alla stessa Nadia di sviluppare al meglio piani e congetture on-screen e lasciare così la possibilità allo spettatore di seguire i film mentali a cui i personaggi vanno incontro. Dopo un primo momento di catartica ed apatica ripetitività messa in scena da Alan, la situazione è infatti riuscita a svilupparsi maggiormente grazie all’intervento di Nadia che, con la sua sarcastica presenza ed i suoi modi di fare ha dato una scossa anche al suo partner bloccato nel tempo.
La scena avvenuta nell’appartamento di Beatricecon l’incontro fuori dalle mura di Litchfield tra lei, Nadia e Alan, è riuscita a smuovere in maniera più propositiva la ripetitività di quest’ultimo, regalando nuove visioni e concezioni ottenute grazie ad una visione più aperta favorita dall’intervento di Nadia. Da qui, la storia ha preso una nuova piega scostando in maniera decisamente più decisa i due personaggi dal loro approccio standard a fatti e rapporti che continuavano a ripetere ormai da giorni.
Ma la collaborazione tra Nadia e Alan è servita a dare uno spessore anche più serio all’intera trama. La possibilità dei due personaggi di poter liberamente sfogarsi tra loro ha messo in evidenza in maniera più convincente la parte più profonda dei problema o dei traumi che si celano nel loro passato. Da questo punto di vista, continua a mantenere un ruolo centrale la misteriosa figura della madre di Nadia, apparente catalizzatore delle diffidenze della giovane donna nella vita adulta dalla quale, di episodio in episodio, fuoriescono particolari che si vanno a riversare nella situazione del loop temporale.
Di particolare interesse, poi, è senz’altro la scoperta finale raggiunta in questo “Reflection”: la presa di coscienza di Alan riguardo la sua prima morte, avvenuta per suicidio, oltre ad essere stata resa benissimo in scena, ha donato un carattere decisamente più black all’intero episodio e, allo stesso tempo, ha reso ancora più interessante da seguire il suo background.
Gli elementi da tenere in considerazione, dunque, continuano ad emergere in continuazione lasciando, per ora, solo un quadro scombinato di fattori apparentemente casuali. L’inevitabile connessione tra Nadia e Alan, incontratisi per caso già durante la prima notte che ha dato il via al loop temporale, la frutta marcia, la sparizione di pesci e specchi, l’enigmatico personaggio di Horse, sono tutti pezzi del puzzle non ancora montati al posto giusto ma da tenere in considerazione per provare a seguire il filo logico di questa storia.
Anche se, date le caratteristiche di assoluta irrazionalità della serie, si sta forse sottovalutando qualcosa e non è detto che alla fine una spiegazione vera e propria arrivi davvero.
Con una già impeccabile Natasha Lyonne a reggere la scena, gli ultimi episodi hanno visto l’introduzione di Alan Zaveri (interpretato da Charlie Barnett), un secondo personaggio così diametralmente opposto al carattere e alla filosofia di vita di Nadia, da risultare inevitabilmente perfetto nel ruolo di spalla.
Con l’aggiunta di un nuovo personaggio, sono aumentati anche i fattori da tenere in considerazione e tutti quei particolari che potrebbero apparire inizialmente superflui ma che, grazie all’attenzione rivolta dalla regia, assumono un peso specifico già dalla prima inquadratura. L’introduzione di Alan è fondamentale nell’economia del racconto anche per dare modo alla stessa Nadia di sviluppare al meglio piani e congetture on-screen e lasciare così la possibilità allo spettatore di seguire i film mentali a cui i personaggi vanno incontro. Dopo un primo momento di catartica ed apatica ripetitività messa in scena da Alan, la situazione è infatti riuscita a svilupparsi maggiormente grazie all’intervento di Nadia che, con la sua sarcastica presenza ed i suoi modi di fare ha dato una scossa anche al suo partner bloccato nel tempo.
La scena avvenuta nell’appartamento di Beatrice
Ma la collaborazione tra Nadia e Alan è servita a dare uno spessore anche più serio all’intera trama. La possibilità dei due personaggi di poter liberamente sfogarsi tra loro ha messo in evidenza in maniera più convincente la parte più profonda dei problema o dei traumi che si celano nel loro passato. Da questo punto di vista, continua a mantenere un ruolo centrale la misteriosa figura della madre di Nadia, apparente catalizzatore delle diffidenze della giovane donna nella vita adulta dalla quale, di episodio in episodio, fuoriescono particolari che si vanno a riversare nella situazione del loop temporale.
Di particolare interesse, poi, è senz’altro la scoperta finale raggiunta in questo “Reflection”: la presa di coscienza di Alan riguardo la sua prima morte, avvenuta per suicidio, oltre ad essere stata resa benissimo in scena, ha donato un carattere decisamente più black all’intero episodio e, allo stesso tempo, ha reso ancora più interessante da seguire il suo background.
Gli elementi da tenere in considerazione, dunque, continuano ad emergere in continuazione lasciando, per ora, solo un quadro scombinato di fattori apparentemente casuali. L’inevitabile connessione tra Nadia e Alan, incontratisi per caso già durante la prima notte che ha dato il via al loop temporale, la frutta marcia, la sparizione di pesci e specchi, l’enigmatico personaggio di Horse, sono tutti pezzi del puzzle non ancora montati al posto giusto ma da tenere in considerazione per provare a seguire il filo logico di questa storia.
Anche se, date le caratteristiche di assoluta irrazionalità della serie, si sta forse sottovalutando qualcosa e non è detto che alla fine una spiegazione vera e propria arrivi davvero.
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Russian Doll si conferma un’intrigante e sarcastica serie che si lascia seguire tutta d’un fiato. Con la sensazione che il meglio debba ancora venire.
Superiority Complex 1×05 | ND milioni – ND rating |
Reflection 1×06 | ND milioni – ND rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.