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Fiona:”He belongs to his family.”
Geneva:”This is bigger than family.”
Fiona:”Nothing is bigger than family, and if you send my brother to prison for one second longer than he needs to be there, I’m gonna torch a van with your pixie ass in it.“
Geneva:”This is bigger than family.”
Fiona:”Nothing is bigger than family, and if you send my brother to prison for one second longer than he needs to be there, I’m gonna torch a van with your pixie ass in it.“
Come spesso è accaduto in questi lunghi nove anni della serie, quando al centro dell’episodio c’è lo spirito della famiglia Gallagher di mezzo, con una trama che arriva a coinvolgerli attivamente un po’ tutti, Shameless regala momenti altissimi, emotivamente quanto qualitativamente.
In quello sguardo d’intesa finale tra Ian e Fiona, con quel sorriso di lui che s’intravede solo in un piccolo istante finale, c’è davvero tutto. Quanto tempo era che, in fondo, Ian non sorrideva davvero? Da quando gli hanno diagnosticato il disturbo bipolare, la sua è stata una lenta parabola discendente, caratterizzata da un rifiuto, soprattutto nella più recente fase del “Gay Jesus”, di accettare la propria condizione. Accettazione che invece arriva proprio in “Black Haired Milk-Toast Ginger” (cara Maniac, guarda e impara, verrebbe da dire) e, piuttosto significativamente, gli serve per evitare una lunga reclusione in prigione. In quello sguardo finale, allora, c’è tutto, perché grazie al sostegno incondizionato della sua famiglia, Ian riesce a scamparla, rinnegando o comunque mettendo a repentaglio l’intera organizzazione che lui stesso aveva avviato. In quello sguardo finale c’è tutta la forza dei Gallagher, la loro capacità di cavarsela sempre, di essere più furbi e soprattutto più forti di ogni avversità che gli si para davanti. E se ci riescono sempre è perché nei momenti peggiori sono insieme, anche dopo un lungo periodo di separazione, sono ancora lì, senza perdersi mai davvero di vista.
In quello sguardo d’intesa finale tra Ian e Fiona, con quel sorriso di lui che s’intravede solo in un piccolo istante finale, c’è davvero tutto. Quanto tempo era che, in fondo, Ian non sorrideva davvero? Da quando gli hanno diagnosticato il disturbo bipolare, la sua è stata una lenta parabola discendente, caratterizzata da un rifiuto, soprattutto nella più recente fase del “Gay Jesus”, di accettare la propria condizione. Accettazione che invece arriva proprio in “Black Haired Milk-Toast Ginger” (cara Maniac, guarda e impara, verrebbe da dire) e, piuttosto significativamente, gli serve per evitare una lunga reclusione in prigione. In quello sguardo finale, allora, c’è tutto, perché grazie al sostegno incondizionato della sua famiglia, Ian riesce a scamparla, rinnegando o comunque mettendo a repentaglio l’intera organizzazione che lui stesso aveva avviato. In quello sguardo finale c’è tutta la forza dei Gallagher, la loro capacità di cavarsela sempre, di essere più furbi e soprattutto più forti di ogni avversità che gli si para davanti. E se ci riescono sempre è perché nei momenti peggiori sono insieme, anche dopo un lungo periodo di separazione, sono ancora lì, senza perdersi mai davvero di vista.
Fiona:”He’s not a kid anymore. He doesn’t need me. I don’t know if any of them do.“
Non sembra essere affatto un caso che siano proprio Fiona e Ian i poli, prima opposti poi uguali, di tutta la vicenda. Chi segue il nostro Recenews settimanale già ne sarà al corrente, Emmy Rossum e Cameron Monaghan lasceranno infatti la serie in questa stagione. E allora non poteva che ruotare attorno a loro la grande tematica della puntata, quel “Going Fiona” ripreso più volte dai fratelli della ragazza. Lo sviluppo della trama d’episodio segue perfettamente le dinamiche della loro iterazioni, coinvolgendo tutti i protagonisti: prima uniti, scambiandosi opinioni sulla strategia legale da intraprendere; poi separati, con la fuga di Ian e l’ammissione di Fiona a Ford; infine riuniti, con il commovente dialogo tra Lip e Ian a fare da apripista alla riconciliazione con la sorella maggiore, e soprattutto con la forte decisione riguardante il processo.
Crescere e assumersi le proprie responsabilità (o permettere agli altri di farlo, nel caso di Fiona), da adulti, sembra essere allora la chiave di lettura della puntata, tanto per i grandi quanto per i piccoli. Che non vuol dire non contare sulla famiglia, ma semplicemente non diventarne un peso. Si consuma infatti in questi termini l’evoluzione di Ian, alla deriva ormai da troppo tempo, che decide finalmente di fare i conti con la propria malattia, arrivandoci da solo stavolta, proprio dopo essere stato sull’orlo di fuggire ancora.
Crescere e assumersi le proprie responsabilità (o permettere agli altri di farlo, nel caso di Fiona), da adulti, sembra essere allora la chiave di lettura della puntata, tanto per i grandi quanto per i piccoli. Che non vuol dire non contare sulla famiglia, ma semplicemente non diventarne un peso. Si consuma infatti in questi termini l’evoluzione di Ian, alla deriva ormai da troppo tempo, che decide finalmente di fare i conti con la propria malattia, arrivandoci da solo stavolta, proprio dopo essere stato sull’orlo di fuggire ancora.
Curare se stessi e, solo dopo, prendersi cura degli altri è ciò che contraddistingue anche il percorso di Lip. Quello che appare come il più adulto tra loro è infatti colui che più di tutti deve capire cosa fare della propria vita, comprendere che non può rifugiarsi più nella cura di altre persone (prima di Xan, ricordiamocelo, ci sono state Sierra, Mindy e Karen), che non può più essere semplicemente alla deriva tra una “distrazione” e l’altra per non ricadere nell’alcolismo. “Hey, do me a favor. Don’t” gli chiede Ian, cercando di scuoterlo.
Fiona, d’altro canto, è davanti alla situazione, ormai diventato vero rito di passaggio (inaugurato da quel rabbioso “to you” del ragazzo), che puntualmente si è riproposta in ogni sua relazione: prima la famiglia del proprio partner. Il fatto che, rispetto ai suoi fidanzati precedenti, Ford alla fine, pur dopo un primo scontro, la capisca, la perdoni, senza cercare di allontanarla da loro, può voler dire che possiamo essere davvero a un punto di svolta. L’ammissione a Ford, la decisione totalmente autonoma di Ian, inoltre, non possono che esser lette come ulteriore conferma di una precisa direzione del suo percorso personale. A casa Gallagher non vive più da tempo, non resta, forse, che renderlo davvero ufficiale.Debbie:”Lesbianism fucking sucks.”
Carl:”Women fucking suck.“
Fiona, d’altro canto, è davanti alla situazione, ormai diventato vero rito di passaggio (inaugurato da quel rabbioso “to you” del ragazzo), che puntualmente si è riproposta in ogni sua relazione: prima la famiglia del proprio partner. Il fatto che, rispetto ai suoi fidanzati precedenti, Ford alla fine, pur dopo un primo scontro, la capisca, la perdoni, senza cercare di allontanarla da loro, può voler dire che possiamo essere davvero a un punto di svolta. L’ammissione a Ford, la decisione totalmente autonoma di Ian, inoltre, non possono che esser lette come ulteriore conferma di una precisa direzione del suo percorso personale. A casa Gallagher non vive più da tempo, non resta, forse, che renderlo davvero ufficiale.Debbie:”Lesbianism fucking sucks.”
Carl:”Women fucking suck.“
In maniera decisamente più leggera e ironica, anche i 3 Gallagher “minori” (a livello anagrafico) sono alle prese col proprio percorso di crescita. Nel loro caso, però, più che sul piano esistenziale, l’evoluzione tratta una componente tutta “materiale”, ovvero il sesso. E allora, mentre Kev cerca di applicare pedissequamente le norme sociali imposte dal #MeToo, capendo però allo stesso tempo di non averne affatto intuito la più profonda origine, attraverso Carl, Debbie e Liam gli autori raccontano le contraddizioni insite in un’educazione ancora lacunosa e superficiale sull’argomento. C’è la mancanza di pazienza della rete in Carl che passa rapidamente da un’accusa di stupro allo status di “ufficiale e gentiluomo”; c’è confusione in Debbie cresciuta col bisogno di categorizzare i propri desideri sessuali; e ovviamente c’è ignoranza in Liam che non sa assolutamente come una donna può finire incinta.
Non è un caso che l’impotenza colpisca, infine, Frank. Lasciato solo in ospedale e nel proprio dolore, lui che mai è cresciuto e mai si è preso le proprie responsabilità, colpevole di non aver educato come di dovere i suoi figli. Loro ce la stanno facendo da soli e di lui non hanno davvero più bisogno.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Black Haired Milk-Toast Ginger” è l’episodio della maturità, nonché l’esempio di come Shameless dovrebbe essere, quando tutta la sua coralità è perfettamente bilanciata, con un senso e una direzione ben precisa. Purtroppo, non è sempre così e ci riserviamo il “bless” auspicandoci future conferme.
Do Right, Vote White! 9×04 | 1.09 milioni – 0.4 rating |
Black Haired Milk-Toast Ginger 9×05 | 1.00 milioni – 0.3 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.