Sia chiaro, non ci sono certo le atmosfere fosche di Rectify (per citare un drama di qualità strabiliante, ma che lasciava lo spettatore, alla fine di ogni puntata, come se avesse appena ricevuto un pugno nello stomaco); esse, però, non sono neanche necessarie in Kidding, dato che le sceneggiature di questi primi episodi sono così precise ed efficaci da saper descrivere passo dopo passo, in soli 25 minuti settimanali, i turbamenti interiori e il crollo del mondo attorno a Jeffrey Piccirillo, conosciuto anche come Jeff Pickles.
“I don’t know. I have a tremendous amount of pent-up anger, and I don’t know where it’s coming from or how to stop it. And every day it grows and grows, and I know I dress like a Mormon and I talk like a monk, but inside, I’m Mount St. Helens, and it’s 1980, and I am magma from the neck down.”
Molti show, di solito, iniziano mostrando il protagonista nel suo momento di massimo splendore, per poi accompagnarci durante il suo lento ed inesorabile declino (basti pensare, ad esempio, al Nucky Thompson di Boardwalk Empire, magnificamente interpretato da Steve Buscemi). Kidding, certamente, non ha trasmesso le immagini del miglior Mr. Pickles; allo stesso tempo, però, sta mostrando allo spettatore, passo dopo passo, la discesa negli inferi di questo personaggio (la differenza, quindi, è che questo show ha cominciato quando si era già in discesa, e ora affronta l’approcciarsi al dirupo).
Per analizzare il calvario personale del character di Jim Carrey, possono essere analizzati due aspetti. Il primo di questi è anche quello più visibile esteriormente, e probabilmente salta più all’occhio. Stando a quanto visto nelle prime cinque puntate, Jeff è sempre stato un uomo estremamente gentile, pacato e pieno di sconfinata e incondizionata bontà e fiducia verso il prossimo (tutte caratteristiche che rendevano anche difficile distinguere Jeff e Mr. Pickles). Col passare del tempo, però, si stanno susseguendo sempre più degli scatti di rabbia assolutamente inediti, per una persona come lui. A partire dai calci tirati alla torta caduta a terra alle urla contro il tavolo del ristorante, passando per le minacce all’amico di Will e il paragone con Robocop, è sempre più evidente che si ha di fronte un uomo in fortissima difficoltà e privo di punti di riferimento. Per dirla come il sociologo francese Emile Durkheim, quando un soggetto si trova in una situazione dove diminuisce l’integrazione sociale e/o la regolamentazione sociale (in questo caso, si può intendere integrazione come rispetto al nucleo familiare), allora si genera anomia, la quale può dare vita a comportamenti devianti.
“There’s a difference between Mr. Pickles-san of Japan or Monsieur Cornichon du France or Herr Gherkin von Deutschland. I don’t speak those languages. They wear different-colored ties. No child is gonna think they’re me and I’m them. But Tara Lipinski would be wearing my skin.”
Una questione certamente centrale, all’interno dello show, è quello dell’identità (o meglio, della sua ricerca). Tutti i problemi di Jeff, familiari, lavorativi e comportamentali, hanno in comune la stessa causa: non sa più chi è (in questo senso, il titolo è perfettamente azzeccato, e rappresenta l’ennesima dimostrazione della precisione minuziosa che questo show riserva ad ogni dettaglio). Per quanto riguarda il rapporto con i familiari, egli non ricopre più il ruolo di marito e, sostanzialmente, sente di essere stato quasi deposto anche dalla carica di padre. Per questo motivo, si arrabbia così tanto quando scopre che suo padre ha fatto ciò che avrebbe dovuto far lui e, per lo stesso motivo, si sente come pugnalato quando ascolta la nuova segreteria telefonica (che rappresenta una sorta di cancellazione definitiva della famiglia di cui lui faceva parte). Dal punto di vista del lavoro, le minacce sono ovviamente multiple: da Tara Lipinski al pupazzo di Mr.Pickles, fino ad arrivare alla versione animata dello show, sembra che ormai Jeff non sia più necessario per dare vita al suo personaggio. Del lato caratteriale, infine, si è già parlato in precedenza, ma bisogna aggiungere una cosa: nel paragrafo di cui sopra, si descrive Jeff come un uomo gentile, pacato e ottimista; va aggiunto, però, che il cold open di questa puntata, assieme a una delle scene finali, sembrano indicare un episodio violento nella sua infanzia, dettato dal comportamento del padre (un Frank Langella sempre impeccabile nel rappresentare un uomo fondamentalmente non cattivo, ma molto cinico e diretto, soprattutto se paragonato al figlio). La sensazione, quindi è che Jeff sia ad un passo dall’esplodere, esattamente come nella partita di hockey di tanti anni fa. Si pensava che ciò sarebbe accaduto alla morte di Vivian, ma potrebbe succedere molto prima: in caso Will si faccia male a causa del forno lasciato acceso da Jeff, la sua reazione potrebbe essere imprevedibile.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Bye, Mom 1×04 | 0.28 milioni – 0.09 rating |
The New You 1×05 | 0.20 milioni – 0.05 rating |
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.