The Bear 3×01 – TomorrowTEMPO DI LETTURA 3 min

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recensione The Bear 3x01Se qualcuno volesse iniziare a vedere The Bear (pluripremiato show di The FX scritto da Christopher Storer) senza doversi per forza fare il “recuperone” delle stagioni precedenti, potrebbe tranquillamente cominciare con questo episodio. “Tomorrow” è, nella pratica, un mega-recap delle vicissitudini del protagonista Carmy (Jeremy Allen White) e del suo percorso lavorativo/affettivo che lo ha portato a diventare lo chef del ristorante The Bear.
Lo spettatore dunque trova in questa puntata characters e situazioni già viste in quello che è un lungo flashback di quasi 40 minuti, che solo in parte prende spunto da quanto narrato in “The Bear” dove la narrazione si era interrotta.

PASSATO, PRESENTE E “DOMANI” DI CARMY


In realtà lo scopo sembra più che altro quello di mostrare il cambiamento psicologico del protagonista principale, Carmy, mostrando un po’ più nel dettaglio (ci sono sequenze già viste negli scorsi episodi e qualche risvolto inedito) i suoi principali traumi e il percorso che lo ha portato nel punto in cui si trova ora. Non manca, ovviamente, un’intera parte dedicata anche al presente, con Carmy alle prese con quanto accaduto mentre si trovava rinchiuso all’interno del frigo del ristorante.
Si tratta in realtà di due sequenze molto brevi nell’economia della puntata, ma che riflettono molto bene il cambiamento caratteriale del personaggio, ora più maturo e forse pronto a fare un po’ più di luce su sé stesso. Due scene che vedono il protagonista confrontarsi con la sua sous-chef (ormai di fatto collaboratrice a tutto tondo) Sidney (Ayo Edebiri) che lo convince a scusarsi al telefono con le persone che si sono sentite offese da lui mentre si trovava “prigioniero”. Una scena dal forte impatto emotivo per lo spettatore che segue le vicende di The Bear sin dall’inizio, e che tuttavia in questo contesto passa un po’ in sordina, così come l’altra sequenza “del presente” che vede Marcus (Lionel Boyce) alle prese con il lutto della morte della madre.

IL SENSO DELLA PUNTATA?


Quello che prevale però, in tutto l’episodio, sono soprattutto le sequenze che vedono il giovane Carmy andarsene da Chicago, fare esperienze, affrontare i traumi degli stage e del mondo della ristorazione, così come anche la morte di Mickey. Insomma, tutto ciò che lo spettatore in realtà già conosce. E sicuramente la regia di Storer, unita alla scrittura di Matty Matheson e (soprattutto) alla bellissima colonna sonora dei Nine Inch Nails, contribuiscono a rendere l’episodio godibile soprattutto dal punto di vista estetico.
Tuttavia viene da chiedersi se ne valeva la pena bloccare la trama orizzontale per un episodio che, seppur tecnicamente bello, appare più come un filler, e quindi “skippabile” per la buona parte. È vero che la parte finale lascia presagire un nuovo standard per il ristorante, come al solito appuntato a mano dal buon Carmy, per cui da qui si presuppone che si prenderà spunto per quanto avverrà nei prossimi episodi, ma rimane comunque lasciato un po’ a metà, e comunque perso all’interno di una narrazione circolare abbastanza contorta. Motivo per cui questo elemento pasa un po’ in sordina insieme a tutto il resto.

CONCLUSIONI


Dal punto di vista emozionale la puntata è perfettamente riuscita, riuscendo a collegare in maniera tematica il passato con il presente. E questo uso dei piani temporali in ordine sentimentale è sicuramente la vera forza di “Tomorrow“. Rimangono comunque i difetti elencati prima che non lo rendono certo il migliore fra gli episodi di  The Bear, certamente non il modo giusto di iniziare una stagione che comunque era molto attesa, per cui ci si aspettava di più.
Viene comunque dato un Save sulla fiducia in quanto, da Storer e soci, si può tranquillamente ipotizzare che la trama si evolva sempre di più dopo il cliffhanger finale che chiude questa lunga parentesi sulla storia personale di Carmy.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Le poche sequenze nel presente
  • Tutti i vari flashback del passato (anche se inseriti molto bene fra loro)

 

Un incipit volutamente nostalgico e ridondante per queta terza stagione di The Bear. Forse non necessario anche se ben diretto, il Save viene dato sulla fiducia.

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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