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The Morning Show 3×10 – The Overview EffectTEMPO DI LETTURA 3 min

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The Morning Show 3x10 recensioneThe Morning Show chiude i battenti della sua terza stagione e lo fa con la consapevolezza di poter ancora scrivere un altro capitolo alla sua storia. Con il rinnovo per una quarta stagione già in tasca, e ora che sia lo sciopero degli sceneggiatori che degli attori è terminato, la serie creata da Jay Carson può focalizzarsi sul futuro.
Un futuro che, tuttavia, non parte da una base solida, o almeno non più. The Morning Show si era affacciato nel panorama di Apple TV+ nel novembre 2019 portando a compimento una storyline solida e attuale. Nel corso del tempo, però, la narrazione ha iniziato a perdere un po’ del suo valore arrivando a consegnare una terza stagione confusa e poco accattivante.

CHI L’AVREBBE MAI DETTO?


Dopo gli ultimi concitati 15 minuti della scorsa puntata, che avevano alzato l’asticella dell’episodio (probabilmente i migliori di tutta la stagione), il season finale si presenta in modo abbastanza blando. Non che manchino i colpi di scena, i confronti o le situazioni da valutare, ma il plot primario finisce esattamente come ci si sarebbe aspettati.
Il ruolo di Paul Marks è sempre stato quello di villain stagionale”, con i suoi affari loschi e piani nascosti, e la vicinanza di Alex lasciava già presagire una risoluzione finale da parte della protagonista. Storia sentimentale a parte, che non è sicuramente il focus della serie, il salvataggio della UBA da parte di Alex e la messa alla porta di Marks non ha entusiasmato nessuno a causa di una prevedibilità che risuonava nell’aria già dagli scorsi episodi.
Certo, si possono considerare inaspettate alcune modalità d’esecuzione del salvataggio, come una sicuramente improvvisa fusione con la YDA, ma anche qui la concretezza narrativa viene un po’ meno. Infatti, considerando l’assurdità di buttare giù un piano di fusione tra due aziende del genere in una sola notte, questa parte di trama può sicuramente rientrare nel concetto di deus ex machina. Un qualcosa che gli spettatori possono anche accettare di buon grado per smuovere la narrazione da questa vendita che ha impattato un’intera stagione, ma che non può comunque ritenersi soddisfacente nel modo in cui è avvenuta.

PICCOLI CLIFFHANGER FUNZIONALI


Con la quarta stagione già ordinata, era inevitabile lasciare alcune storyline aperte per creare un giusto collegamento con i prossimi episodi. I cliffhanger messi in scena in “The Overview Effect” in realtà non creano un’eccessiva curiosità ma, almeno, non risultano estranei al contesto o ai personaggi. Il cliffhanger di Alex si lega a stretto giro con quello della futura UBA, portando quasi sicuramente la giornalista in una posizione primaria a livello di gestione della nuova azienda. Un passo avanti che favorisce il suo percorso avviato tre stagioni fa e che risulta organico ai fini della trama.
Un discorso simile può valere anche per Bradley. Il finale aperto, che vede lei e il fratello Hal costituirsi all’FBI, risulta anche qui organico per quanto riguarda l’essenza stessa del personaggio. Un cliffhanger che sicuramente apre a più domande riguardo il futuro della Jackson in ambito giornalistico.
Infine, va menzionato Cory che viene comunque sconfitto da Paul Marks con conseguenze notevoli sia dal punto di vista professionale che personale. Qualche recensione fa, ci si auspicava un Cory più incentrato sul lavoro piuttosto che sul rapporto con Bradley. Il focus finale per un Cory colpito e affondato è stato invece più improntato verso quest’ultima parte. La cosa positiva? La scena in corridoio di un superlativo Billy Crudup.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Paul Marks con i suoi piani e sotterfugi ha comunque mantenuto viva la stagione
  • Billy Crudup e tutte le sfumature del suo Cory
  • Alcuni cliffhanger utili per accompagnare alla prossima stagione
  • Risoluzione “dell’affare Paul Marks” ad opera di Alex prevedibile e di poco impatto 
  • Alcuni elementi (come la fusione) raffazzonati per facilitare la trama 

 

Si poteva sicuramente fare di meglio. Ma ci si poteva anche fermare qui. The Morning Show invece ha deciso di tornare con una quarta stagione.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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