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Dopo l’enorme plot twist nel finale della scorsa puntata, questo terzo appuntamento era molto atteso ma, come prevedibile, la narrazione sfiora appena l’entrata in scena di Laurel, madre biologica di Randall.
A tal riguardo bisogna segnalare una certa divisione degli spettatori di This Is Us sull’efficacia di questa scelta, tuttavia la sensazione è che ci s trovi dinanzi a un’enorme forzatura narrativa, destinata a sconvolgere la serie e di cui sinceramente non se ne sentiva il bisogno.
Lo show di casa NBC ha già insistito molto sui disagi di Randall derivanti da tutto ciò che è ruotato intorno a William, con tutto ciò che ne consegue tra inganni e tragedie, per cui proprio non si capisce la necessità di inserire completamente a caso anche la madre. Staremo a vedere ma le premesse non sono per nulla buone.
A procedere per il meglio sono invece Kevin e Madison che, tra insicurezze, alcolismi e bulimie, si confermano due character che insieme funzionano bene, nonostante per ora la narrazione non abbia concesso loro molto spazio. Tuttavia con un maggior screen time a disposizione è lecito aspettarsi ulteriori miglioramenti al riguardo.
Anche Kate non si ferma nella sua evoluzione genitoriale, con l’incontro della donna incinta pronta a dare in adozione il figlio in arrivo a Toby e consorte, tuttavia, visti i numeri flashback presenti in questa puntata e riguardanti anche Kate, forse sarebbe il caso che finalmente qualcuno spieghi come da normale teenager sia diventata obesa.
Certo ci sono diversi indizi sparsi lungo la trama, come i kg presi dopo la morte del padre, ma una spiegazione organica di uno degli elementi costitutivi del personaggio sarebbe quanto mai gradita dopo 5 stagioni.
A sorprendere positivamente invece sono le questioni riguardanti le discriminazioni che gli afroamericani subiscono negli Stati Uniti: in un momento in cui Black Lives Matter sta radicalmente cambiando i canoni non solo della politica americana, ma di conseguenza anche il mondo dello spettacolo, non è facile trattare determinate tematiche senza sfociare nel ridicolo.
Infatti tra Sirenette danesi redhead interpretate da attrici di colore, divinità olimpiche greche, Anna Bolena, Machiavelli (la lista potrebbe allungarsi all’infinito) che miracolosamente con un tocco di black washing divengono personaggi impersonati da attori afroamericani, per un politicamente corretto a tutti i costi estremamente patetico, almeno This Is Us affronta le tematiche razziali con intelligenza e originalità.
L’episodio tra Randall e Tonya, sinceramente agghiacciante nella sua disarmante semplicità, senza dimenticare il video di Tess, rappresentano un ottimo esempio di quanto appena detto, ulteriore prova, se ce ne fosse bisogno, dei mille modi a disposizione per parlare di questione socio-politiche così importanti, senza sfociare nel ridicolo.
Ultima menzione meritano due omaggi, presenti nella puntata, a Outlander, di cui Madison è grande fan, e Buffy, il cui poster compare nella cameretta di young Kate durante un flashback: due prodotti seriali molto apprezzati in Recenserie e anche in casa NBC a quanto pare.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un buon episodio per lo show di Dan Fogelman, che segue il più grande plot twist dell’intera serie e per questo era molto atteso dai fan della serie. Il modo in cui verrà trattata l’entrata in scena di Laurel probabilmente decreterà la riuscita o meno di questa quinta stagione, nel frattempo continua l’evoluzione dei personaggi, specialmente per Kevin, Kate e consorti, anche se alcuni buchi di sceneggiatura rimangono irrisolti. La valutazione di questo terzo appuntamento è sufficiente ma nulla di più, per un episodio di transizione che ci può stare dopo la grande rivelazione della puntata precedente.
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.