Giunti al settimo episodio una cosa è chiara: questa quarta stagione è una stagione di assestamento. Dopo gli stravolgimenti e le nuove fazioni createsi al termine della terza, Hurwitz e Schlossberg stanno puntando a raccontare la strada verso il prossimo e decisivo torneo di All-Valley. La scelta non è affatto sbagliata, la serie non sembra perdere di freschezza e il continuo evolversi dei personaggi garantisce ancora spazio per più di una stagione.
In particolare è efficace vedere ogni certezza in bilico, a partire da un LaRusso etichettato come villain, oppure come il dualismo tra i sensei del Cobra Kai, finendo al momento critico tra Johnny e Miguel. Le situazioni cambiano, i personaggi non sono mai macchiette o parodie di sé stessi. Questo è già un grande raggiungimento per una serie comedy atipica e fuori dagli schemi come Cobra Kai.
LARUSSO – GENERAZIONE Z
Finalmente entra decisamente in gioco un personaggio per troppo tempo nascosto dietro le quinte ma con abbastanza potenziale per un cambio generazionale: Anthony LaRusso. Anthony, ben interpretato dal giovane Griffin Santopietro, mostra un nuovo aspetto molto contemporaneo dello scontro generazionale a cui Cobra Kai dedica sempre molta attenzione. Tra Danny e il suo secondogenito c’è un vero e proprio rapporto tra i giovani della generazione Z e i cosiddetti boomers.
Anthony vede il padre e tutto ciò che gli ruota attorno, compreso ovviamente il karate e il Miyagi-do, come roba vecchia ormai superata. Cerca addirittura di prendersi gioco del personaggio di Ralph Macchio, assumendo qualcun altro che al posto suo “passi la cera e tolga la cera”. Un’ennesima ventata d’aria fresca in una serie dove i personaggi sono sempre ben costruiti. In particolare, Anthony potrebbe costituire ciò che Johnny Lawrence era all’inizio di The Karate Kid: un ragazzo ricco e viziato, che sfrutta il karate per intimidire ed essere prepotente con i più deboli (in questo caso Kenny).
Silver: “At the tournament, you’ll have to recognize that weakness. And make no mistakes, we all have one.”
Tory: “Sensei Kreese doesn’t.”
Silver: “Of course he does. We all do.”
NON C’È SPAZIO PER DUE SENSEI
Quando un anno fa è stato annunciato il ritorno di Thomas Ian Griffith nei panni del perfido sensei Terry Silver, nello spettatore si sono create determinate aspettative. Giunti a “Minefields” si può dire con certezza che tali aspettative siano state completamente ribaltate. Silver non è entrato in scena per assumere il ruolo di mero tirapiedi di Kreese, anzi si sta ritagliando uno spazio tutto suo per un personaggio atipico e particolare.
Silver si sta infatti “togliendo i sassolini dalle scarpe”. Dopo esser stato un pessimo villain in un pessimo film come Karate Kid III, il co-fondatore del Cobra Kai si sta rivelando un’aggiunta preziosissima al cast dello show. In più, la rivalità con il suo migliore amico, a cui deve la vita, è uno snodo narrativo non banale. Nello scontro, seppur ancora astratto, tra i due sensei, si evince la caratteristica chiave su cui si basano i principi del Cobra Kai: la prepotenza. Non possono coesistere due sensei, prima o poi qualcuno verrà fatto fuori.
Carmen: “We just want you to be safe. Right?”
Johnny: “Right. We want you to be safe. Always wear protection.”
ROBERTO SEDINHO
Nonostante il passare delle stagioni il protagonista rimane comunque Johnny Lawrence. Un personaggio rotondo e definito che però continua ad arricchirsi di sfumature col passare degli episodi.
Nel corso di questa quarta stagione, in particolare, ha assunto anche spesso e volentieri il ruolo di comic relief all’interno della narrazione di Cobra Kai. La scena in cui Miguel tarda a cena e il suo sensei non sa se rimproverarlo o difenderlo è emblematica in tal senso. La rivelazione a Miguel di aver intrapreso una relazione con sua madre, Carmen, presenta una nuova situazione da affrontare per l’ex-campione ed il suo maestro. Il loro rapporto entra in una nuova fase, Miguel da allievo diventa a tutti gli effetti un figlioccio, confermando gli spunti trovati in “Bicephaly“.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Cobra Kai sforna un altro ottimo episodio in attesa del torneo di All-Valley. É ormai chiaro che con tre episodi rimanenti difficilmente si assisterà alla chiusura di tutto, ma se intanto gli episodi sono come “Minefields”, ben venga.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.