Dr. Death 1×02 – Ain’t No BumTEMPO DI LETTURA 4 min

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Dr. Death 1x02 recensioneSenza neanche sorprendere più di tanto, dopo un pilot ben proposto e ottimamente gestito nel catturare l’attenzione dello spettatore, “Ain’t No Bum” rallenta un minimo per porre delle basi più serrate alla storia.
Con il termine “rallenta”, però, non si intende un calo vero e proprio nella dinamicità della serie, più che altro, come ogni secondo episodio che si rispetti, la puntata cerca di proporre un contorno molto più esplicativo.
Con la storia che fa un salto indietro fino ai tempi dei college frequentati da Christopher Duntsch, l’obiettivo diventa quello di andare a scavare nel passato del dr. D per tentare di trovare segnali del suo comportamento ormai sempre più catalogabile come sociopatico.

IL GIOVANE CHRISTOPHER


Nel raccontare l’assurda storia del dottor Duntsch la serie cerca di presentare in maniera completa anche il contorno che ha formato non solo il medico ma anche l’uomo. Dopo un primo sguardo ad una situazione complicata con la ex moglie anticipata nello scorso episodio, in questo viene ripreso il difficile rapporto di Christopher con il padre, ponendo l’attenzione sulla giovinezza e gli anni del college.
Il dottor Duntsch del presente per un episodio scompare dalla narrazione, con la storia che focalizza l’attenzione sul passato, un viaggio tramite flashback che permette di avere un quadro generale più completo del personaggio. Con un Joshua Jackson che si ritrova ad interpretare i panni di Pacey un ventenne, seppur ormai gli stiano un po’ stretti, la recitazione rimane uno dei punti forti della serie, grazie ad una mimica facciale ed espressiva di alto livello. In questo modo si ha una visione minuziosa dei comportamenti, e a volte anche una panoramica dei pensieri, del ragazzo che lascia ben intravedere i primi sentori di allarmismo. Laddove, infatti, il Christopher ormai medico pecca di egocentrismo e smania di onnipotenza, i flashback regalano una visione di un ragazzo caparbio che, tuttavia, sfocia ben presto in una testardaggine quasi tossica.

“He keeps getting these surgical outcomes because A, he’s either doing it on purpose, or two, he just sucks.” 

I flashback presentati in “Ain’t No Bum” oltre a dare un background comportamentale al protagonista, gettano anche le basi per situazioni future. Da un lato, infatti, viene sottolineato il complicato rapporto con il padre, probabilmente causa primaria della voglia di “arrivare ad ogni costo”; dall’altro appaiono piccoli input che lasciano presagire collegamenti futuri importanti. Da questo punto di vista, essenziale sembra la figura dell’amico d’infanzia Jerry, conosciuto proprio in questo episodio e buttato già nella mischia nel pilot dalla frase della ex moglie (“You’re still operating? […] After what you did. To your patients. To Jerry.”). Un modus operandi, quello del chirurgo, le cui basi vengono egregiamente gettate nella narrazione anche grazie a questi sottili riferimenti. Un modo di raccontare la storia del dr. Duntsch che la serie targata Peacock per ora sta proponendo al meglio.

LA PERFETTA ACCOPPIATA


Parallelamente ai flashback sul passato di Christopher, il secondo episodio mette in moto il primo atto della battaglia intrapresa da Randall Kirby e Robert Henderson. Anche in questo caso, così come per Joshua Jackson, va detto che la scelta di un cast di questo livello offre sicuramente quella marcia in più. Christian Slater e Alec Baldwin si calano subito alla perfezione dei panni dei loro personaggi, dando anche vita ad un’accoppiata che funziona. Le diversità tra i due character infatti, spiccano in maniera decisa, soprattutto in una situazione grave come quella che vuole raccontare la serie. L’eccessiva verve e il facile nervosismo del dr. Kirby si mescola così al meglio con la pacatezza e la visione maggiormente razionale del dr. Henderson, creando un mix ben riuscito.

“The question isn’t why he did it. It’s how he got away with it.” 

Ma oltre alla chimica tra i personaggi, il ruolo di questi due medici assume contorni fondamentali grazie alla loro battaglia portata avanti contro Christopher Duntsch. Il limite tra l’incompetenza e/o sociopatia del chirurgo e la corposa falla nel sistema medico che ha permesso a questo personaggio di continuare ad operare nonostante le prime gravissime avvisaglie di negligenza, è infatti sottilissimo. E la lotta portata avanti da Randall Kirby e Robert Henderson, così come nella realtà, vuole sottolineare anche questo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Un cast che si sta già rivelando perfetto nei propri ruoli
  • Sguardo al passato fondamentale per comprendere il Duntsh del presente 
  • L’inizio della battaglia (con le relative ricerche) portata avanti dall’ottima accoppiata Kirby – Henderson 
  • Timeline del presente spesso confusa 

 

“Ain’t No Bum” conferma le ottime impressioni scaturite dal pilot. Si tratta pur sempre di un secondo episodio, quindi la serie si prende il tempo di dare qualche spiegazione in più in “sfavore” della dinamicità degli eventi, ma si tratta pur sempre di un racconto estremamente ben fatto che non lascia niente da recriminare.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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