Evil 4×06 – How To Dance In Three Easy StepsTEMPO DI LETTURA 3 min

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Evil 4x06 RecensioneRiprendiamo per la millesima volta un concetto. I King cercano nell’esercizio di stile e in una narrazione rapida e frizzante la loro ragione creativa. A costo, spesso, di promettere tantissimo a livello di trame per poi sgonfiare tutto in un batter d’occhio. Era successo in The Good Wife, ancora di più nel suo spin-off The Good Fight, succede naturalmente anche in Evil.
Con la differenza che, rispetto alle serie sopracitate, Evil nasce in partenza come divertimento, come serie sovrannaturale dal taglio totalmente ironico, sarcastico e un filo satirico. Quindi, dalla loro ottica, veramente chissenefrega delle trame e del filone della storia.

OCCASIONI MANCATE


L’inizio di episodio, con la galeotta danzante, apre subito al grande rimpianto di episodio, ovvero quello della Tarantella (non si sa perché da un paio di episodi a questa parte David risulta grande cultore dell’Italia). La danza terapeutica per eccellenza poteva essere un tema molto proficuo da utilizzare in una trama di Evil.
Escludendo il fatto che il soggetto in questione muore dopo pochi minuti di episodio, gli ultimi momenti invece sgonfiano totalmente la possibile origine demoniaca di Isabella e delle danzatrici nel bosco. Con una soluzione che dire sbrigativa è poco. L’episodio è quindi servito per tirare fuori una Musa vista da David e ad un certo punto pure da Kristen, per fare qualche battuta di genere, come a mettere la croce su un altro sigillo. A tal proposito, è giusto quello che dice Kristen: più uomini che si riuniscono fondano una chiesa, più donne sono streghe. Il tutto con un minutaggio abbastanza scarso.

KRISTEN E LE “STREGHE”


Tutto ciò ha avuto anche un ulteriore funzione di spettacolarizzazione molto cara ai King: ovvero l’onnipresente sessualizzazione di Kristen. Se nel precedente episodio si faceva riferimento a possibili storie omosessuali della protagonista, questa volta si punta alla creazione di una tensione sessuale con Isabella, tanto telefonata quanto inutile, per ora, ai fini della storia.
Viene in mente qualche episodio fa quando Ben venne sobillato dal suo demone principale (anche quella vicenda finita nel dimenticatoio?) per un’attrazione sessuale mai veramente provata per Kristen. Senza contare le infinite storie più o meno immaginarie con David. Stavolta a quanto pare il punto è farla ballare nel bosco, vestita di bianco, a contatto stretto con la seducente Isabella. Ma non prima di averla fatta ballare da sola in cucina. Come direbbe qualcuno: così, de botto, senza senso.

QUALE DOVREBBE ESSERE LA TRAMA PRINCIPALE?


Ma non succede solo questo in “How To Dance In Three Easy Steps“. Anzi, forse succede anche troppo oltre questa trama verticale. E cose anche un pelino importanti. Dalla funzione importante di David all’interno della Chiesa, con la sua sempre più utilizzata chiaroveggenza, utile addirittura in questo caso alla liberazione di ostaggi, fino alla sempre bistrattatissima storia di Andy e della sua prigionia mentale. Se le visioni di David rappresentano forse la parentesi più alta di Evil in generale, e addirittura il minutaggio ridotto è un valore aggiunto per renderle ancora più suggestive, di contro Sheryl e Leland rappresentano sempre di più lo stantio che c’è nello show.
Oggettivamente il rapporto tra Kristen e Sheryl e la questione Andy sono forse gli elementi che più intrigano, se non altro perché rappresentano la vera e propria trama orizzontale che va avanti da un po’ di tempo a questa parte. Viene però talmente tanto tirata per le lunghe, con Andy con una scusa o l’altra sempre fuori dalle scene, che Sheryl e Leland sono ormai macchiette quasi insopportabili. La storia del nuovo figlio di Kristen rischia di perdere interesse e vista la tendenza ad una scarsa risoluzione delle trame, le aspettative non sono esattamente altissime.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • David e le sue visioni
  • Trame comunque interessanti
  • Episodio comunque gradevole dal ritmo serrato
  • Forse troppi spunti all’interno di un solo episodio, cosa che non dà modo di dare importanza a nessuno di questi

 

Dopo le critiche seminate in tutta la recensione, leggere il voto qui sotto può far pensare ad un colpo di caldo. La verità è che l’episodio in sé è gradevole durante la visione e le analisi sopra riportate sono frutto di una riflessione a freddo sull’intero andamento di Evil. Dal punto di vista dell’intrattenimento questa finora è una delle migliori uscite.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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