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Ne ha fatta di strada Gennaro Savastano dal rifugio di Secondigliano, dove nascosto con i suoi amici, giocava alla playstation tra una pistola e un mitra.
Ormai Genny è un vero e proprio businessman internazionale, anche se il mondo della finanza si rivela arduo quasi quanto quello criminale. Insieme al character, a maturare è stata la serie stessa, tanto che dopo il precedente episodio ambientato per gran parte a Bologna e concentrato esclusivamente su donna Patrizia, lo show di Sky si permette un’intera puntata in quel di Londra, ben lontano dal mondo napoletano a cui gli spettatori sono abituati.
Questa nuova direzione narrativa, che non farà certo piacere a tutti, è sicuramente da lodare, visto che dopo tre stagioni nelle quali faide e guerre camorristiche hanno rappresentato il fulcro della narrazione, era lecito e anche auspicabile un netto cambio di rotta.
Ed è così quindi, che la guerra di inizio stagione viene stroncata sul nascere, per dare spazio agli affari internazionali e a tematiche diverse come l’enorme problema della terra dei fuochi campana, distrutta dai rifiuti tossici.
Un’evoluzione necessaria, poichè era impensabile immaginare un’altra stagione basata sulla guerra tra clan, senza dimenticare che con ancora otto episodi a disposizione, ci sarà sicuramente spazio anche per questo.
D’altronde, come già successo nel secondo episodio, il figlio di Don Pietro è costretto a ricorrere ai vecchi metodi per risolvere problemi che, nonostante la buona volontà mostrata, non sono risolvibili in altro modo, visto che tutto il mondo è paese e Londra non fa eccezione quando si parla di soldi. Ed allora non sorprende che Genny, nonostante l’evidente maturazione avuta insieme alla moglie Azzurra, decida di prendere personalmente l’iniziativa e portare a termine ciò per cui si era recato nella capitale inglese, perchè una volta lodati gli sforzi per cambiare, bisogna riconoscere che il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
In tal senso sono sacrosante le morti di Patrick e Leena, i quali in un mondo crudele e senza pietà come quello di Gomorra non potevano certo farla franca.
A voler trovare però il pelo nell’uovo ci sono giusto un paio di elementi da segnalare, come la scomparsa dei ragazzi di Forcella e la fulminea soluzione dei problemi londinesi dei coniugi Savastano. Per quanto riguarda Sangue Blu, dopo la grande ascesa della scorsa stagione, stupisce il pochissimo screen time dedicato al character in questo inizio di stagione, anche se probabilmente si tratta di una scelta precisa e ben ponderata degli autori.
Inoltre, nonostante il potentissimo incentivo delle minacce di morte, risulta forse un pò eccessiva la velocissima soluzione trovata da Leena, la quale in un paio di giorni trova la società giusta e salva, per ora, anche Alberto, personaggio destinato palesemente a fare una brutta fine.
Complessivamente non ci si può lamentare di un prodotto televisivo che anno dopo anno evolve, matura e riesce ad affrontare sempre nuovi temi, senza cadere mai nella banalità e soprattutto collezionando episodi di pregevole fattura. Qualche purista della serie non ne sarà felice, ma un prodotto seriale degno di tal nome deve necessariamente cambiare stagione dopo stagione se vuole sopravvivere, una regola non scritta a cui nessuno show si può sottrarre, nemmeno Gomorra.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Ennesimo ottimo episodio per la serie targata Sky ed ennesimo ringraziamento per Gomorra, che si conferma uno show non solo di altà qualità, ma in grado di spaziare narrativamente e affrontare le tematiche più disparate, senza perdere mai la propria natura. Visto i numerosi episodi ancora a disposizione è lecito aspettarsi una quarta stagione all’altezza delle precedenti, obiettivo certamente non facile da raggiungere, ma i presupposti positivi per ora ci sono tutti.
Episodio 3 4×03 | 0.92 milioni – 3.37% rating |
Episodio 4 4×04 | 0.86 milioni – 3.35% rating |
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.