Correva l’anno 2000 quando CSI: Crime Scene Investigation fece capolino sul piccolo schermo di moltissimi telespettatori. Lo show, andato in onda sulla CBS fino al 2015, divenne capostipite e pioniere di tutte le altre serie crime-drama (come i vari NCIS), raggiungendo un successo planetario con milioni di fan in tutto il mondo. Il trionfo fu così epocale che i produttori decisero di creare un vero e proprio CSI franchise con diversi spin-off (CSI: Miami, CSI: New York), tutti accolti positivamente da critica e pubblico, con l’eccezione di CSI: Cyber, cancellato dopo due stagioni.
Lo stampo procedurale dello show, l’attenzione ai dettagli, la ricerca delle prove, le dinamiche tra i personaggi e la trama verticale degli episodi, con i vari casi della settimana, sono tutti gli elementi di forza della serie prodotta da Jerry Bruckheimer (Top Gun, Bad Boys, Pirati Dei Caraibi).
Per la prima volta, sul piccolo schermo, veniva dato spazio e focus al dietro le quinte di una indagine, seguendo le vicissitudini della polizia scientifica di Las Vegas. Lo show venne addirittura criticato per dare troppe informazioni ai criminali, sia per quanto riguarda il metodo di raccolta degli indizi, sia per quanto riguarda la tecnologia per analizzarli e giungere ad una conclusione del caso.
BACK TO THE BEGINNING
A ventuno anni esatti dalla messa in onda del primo episodio della serie originale, CSI: Vegas si pone come un revival a tutto tondo, chiamando in causa i protagonisti storici e facendo leva, così, sull’effetto nostalgia del pubblico.
Jim Brass e Sara Sidle sono invecchiati ed hanno riposto i loro attrezzi da lavoro al chiodo, ma non per questo hanno perso la determinazione e l’istinto. Una minaccia incombente, infatti, farà riunire i pochi membri originali della squadra (Gil Grissom appare soltanto nei secondi finali) che dovranno iniziare la caccia ad un villain misterioso.
“Legacy” racchiude tutto ciò che ci si aspetterebbe da un pilot: introduzione e presentazione dei personaggi, minutaggio ben diviso tra i vari characters e prime indagini sul mistero della stagione. Per adesso risulta prematuro dare un giudizio sui componenti della nuova squadra e sulle loro relazioni con Brass, Sara e Grissom, dato che c’è stata solo una piccola infarinatura sui loro caratteri e modi di fare.
NOSTALGIA CANAGLIA
Come detto ad inizio recensione, CSI: Vegas fa breccia nei cuori degli aficionados di Grissom e delle prime stagioni dello show originale. La sigla di apertura con la famosissima “Who Are You” degli Who, con il riff distinguibile di chitarra e gli stacchi su una Las Vegas notturna e sempre in movimento, profumano di malinconia e memorie di un tempo passato e, forse, mai del tutto dimenticato.
Nonostante la bellezza di una passeggiata lungo il viale dei ricordi, CSI: Vegas è un prodotto che non aggiunge nulla al panorama seriale, benché meno al filone crime-drama. Le sequenze risultano poco originali, i dialoghi scontati e gli eventi sembrano seguire un copione già letto troppe volte. Non c’è ancora introspezione dei personaggi, anche se già è possibile ipotizzare i legami e gli scontri che verranno a crearsi all’interno della squadra.
CSI: Vegas è meramente un CSI potenziato, con tecnologie all’avanguardia, social network e tre protagonisti usciti dal letargo. C’è sicuramente di peggio in giro ma, forse, sarebbe stato meglio non assecondare questa voglia di sequel a tutti i costi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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CSI: Vegas vede il ritorno sul piccolo schermo di personaggi storici come Gil Grissom, Sara Sidle e Jim Brass. Un revival che sicuramente non aggiunge nulla di nuovo al genere crime-thriller, ma ogni tanto può far piacere tuffarsi nei ricordi.
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.