Pachinko 2×04 – Chapter TwelveTEMPO DI LETTURA 3 min

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Pachinko 2x04 recensionePachinko giunge a metà stagione senza accusare il colpo.
Sono tante, infatti, le serie che anche con soli otto episodi a disposizione riescono ad allungare eccessivamente e inutilmente la narrazione. Estensioni che, spesso e volentieri, creano un effetto negativo sulla storia ma anche sulla percezione stessa dello show.
Pachinko appare prodotto raro anche da questo punto di vista. Concretamente, infatti, non c’è una vera e propria trama con obiettivi prefissati da raggiungere, ma solo lo scorrere della vita dei personaggi nelle rispettive epoche. E mantenere sempre alta l’attenzione del pubblico attraverso questo tipo di racconto è un fattore di forte rilevanza nel panorama televisivo attuale.

VISITE A SORPRESA


“Chapter Twelve” è caratterizzato fortemente dalle visite a sorpresa. In entrambe le timeline, infatti, arrivano parenti inaspettati che scatenano emozioni contrastanti nei protagonisti.
Nel passato, l’arrivo della madre di Sunja è sicuramente l’evento più inatteso. Un ricongiungimento tra madre e figlia improvviso anche per gli spettatori che avevano “dimenticato” la figura della madre di Sunja ormai abbandonata alle prime puntate della scorsa stagione.
É un ritorno ovviamente emotivo, che riporta in auge sempre più l’aspetto sentimentale della protagonista investita dalle emozioni in una scena decisamente ben girata ed interpretata. Il tutto, comunque, ben si presta nell’economia dell’episodio, con la presenza della nonna che si amalgama bene al contesto della famiglia regalando scene di vita piacevoli.
Ma è anche un altro il sentimento trasmesso da questo quarto episodio. A spiccare quasi inaspettatamente è infatti la passione. Un impulso non comune in questa serie che, per ovvie ragioni di ambientazione, non si lascia molto andare a tali esternazioni, soprattutto per quanto riguarda la trama degli anni ’40. Eppure, “Chapter Twelve” si lascia travolgere dalla passione in ben due occasioni.
Da un lato c’è sempre questo richiamo tra Sunja e Hansu che lascia trasparire un sentimento sospeso nel tempo ma pur sempre presente. Le loro scene insieme riescono anche a dare un tocco diverso alla narrazione, risultando più informali e per questo più autentiche nonostante le distanze imposte da una serie di situazioni.
Da un altro lato, invece, è la figura di Kimiko a sorprendere in questo episodio. Certo, la passione che sboccia con Kim non arriva inaspettata, dati i continui richiami presenti negli scorsi episodi. Per come è stata concepita la figura della cognata di Sunja, però, questa inibizione sorprende sicuramente in positivo. Oltre a movimentare anche la sua storyline.

NONNA SUNJA


La trama degli anni ’80 si pone, ancora una volta, in secondo piano rispetto alla principale. A smuovere un po’ la situazione ci pensa nonna Sunja con la sua visita inaspettata a Tokio. Questa situazione si pone da un lato come diversivo più leggero, con la presenza di un terzo incomodo nell’appuntamento di Solomon, da un altro aiuta a rendere più chiari pensieri e sentimenti di alcuni personaggi. Viene così data voce anche ad Arimoto, finora apparsa come figura fredda che invece riesce a ritagliarsi un adeguato spazio per caratterizzare meglio il suo personaggio.
Ma è soprattutto Solomon sotto la lente d’ingrandimento, con il suo piano di vendetta che attualmente ne sta definendo ogni tratto del carattere. La nuova veste non sembra adattarsi molto al personaggio che appare troppo contraddittoria rispetto a quanto visto nella scorsa stagione. Tuttavia, i sensi di colpa creati da Sunja potrebbero ancora prendere il sopravvento e dare vita ad un ulteriore capovolgimento di fronte.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’arrivo inaspettato della madre di Sunja e la componente emotiva che ne consegue 
  • Sunja e Kimiko trasportate dalla passione 
  • Più spazio per la Sunja anziana 
  • Noa scopre la parte più scura di Hansu 
  • Se proprio si vuole trovare un difetto, non c’è un obiettivo di trama ben preciso come invece appariva nella scorsa stagione

 

Metà stagione di un viaggio emozionale che riesce sempre a sorprendere.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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