The Mosquito Coast ha avuto un inizio ed una seconda puntata piuttosto interessanti che hanno saputo creare un certo tipo di aspettativa nei confronti della serie. Chiaramente esistono alcuni difettucci, ma in termini generali c’è stata la dimostrazione di una struttura piuttosto chiara ed una certa abilità nella scrittura. Finora.
Sfortunatamente, già al terzo episodio, The Mosquito Coast mostra il fianco ed esalta tutte le sue lacune facendole passare per un qualcosa di normale. E, in questa puntata più che mai, si arriva ad identificare palesemente il ruolo di Allie Fox come Deus Ex Machina di ogni episodio.
LA CLASSICA TRAPPOLA DEL DESERTO
“Everybody Knows This Is Nowhere” ricomincia esattamente li dove era terminato “Foxes And Coyotes“, ovvero nel mezzo del deserto dell’Arizona, probabilmente in un’area dimenticata da Dio tipo quella segnata in questa mappa.
Lo showrunner Neil Cross è ancora la penna che firma la sceneggiatura di questo episodio, stavolta però coadiuvato dallo sconosciuto Ian Scott McCullough. Forse per questa suddivisione del lavoro oppure a causa della classica “trappola del deserto”, l’episodio non funziona così bene come i due precedenti e, anzi, enfatizza tutta una serie di difetti non da poco. Se si è visto “Bagman” di Better Call Saul si potrà avere un’idea piuttosto chiara di come realizzare in maniera pressoché perfetta una puntata ambientata nel mezzo del deserto, ed il paragone con “Everybody Knows This Is Nowhere” praticamente non sussiste.
Corss e McCullough si ritrovano a dover gestire una traversata piuttosto noiosa e, per renderla più interessante, aggiungono sistematicamente nuovi elementi lungo il cammino. Il problema che si viene a creare però è esattamente collegato a queste aggiunte: il realismo scenico viene a mancare. Tra gruppi di migranti che vengono incrociati, fatalità, nella stessa montagna ed edifici abbandonati che si materializzano proprio in concomitanza con un elicottero che perlustra l’area, tutto comincia a sembrare troppo falso per essere vero.
LA CLASSICA STRUTTURA DI UN EPISODIO
Un’altra debolezza resa palese da questa puntata è la rigidità nella struttura dello script. Se in “Light Out” ed in “Foxes And Coyotes” si era chiuso un occhio davanti ad alcuni eventi, a queso punto, con tre situazioni simili, si può dire di avere una prova: Allie è il Deus Ex Machina della serie.
Che il character interpretato da Justin Theroux fosse eccentrico e anche un po’ geniale lo si era intuito da diversi elementi, così come si è potuto constatare a più riprese la sua abilità tecnologica. Tra gabbie di Faraday e macchine che creano ghiaccio dal fuoco, Allie ha sbandierato le sue doti “alternative” in molti modi, e alla fine di questo episodio conferma anche la sua bravura nelle telecomunicazioni. L’elemento di congiunzione tra tutte le situazioni apparentemente impossibili da superare è sempre lui, vuoi per scaltrezza, vuoi per esperienza, vuoi per genialità.
C’è quindi un pattern piuttosto chiaro che porta ogni episodio a peggiorare in maniera ineludibile fino a quando Allie non interviene per ribaltare le sorti e dare un’altra chance alla propria famiglia. Ovviamente aiutato anche da una serie piuttosto improbabile di eventi: così come Chuy era riuscito a far fuori una manciata di uomini armati di fucile con una pistola, ora viene ritrovata un po’ d’acqua in una borraccia o appaiono all’improvviso degli edifici proprio quando passa un elicottero. Troppe coincidenze per assecondare la visione di una storia che poi, alla fine, non è così tanto lineare.
LA CLASSICA FINE
Il finale di “Everybody Knows This Is Nowhere” non poteva quindi che portare i Fox al prossimo ostacolo da superare, lasciando ovviamente l’interesse per il prosieguo della storia.
Basandosi su un minimo di buon senso, si può dire con certezza che i “salvatori” della famiglia Fox non siano dei buoni samaritani, quanto piuttosto dei narcos. Ed il motivo per cui si dice questo è molto semplice: in Messico non c’è nessuna persona per bene con un bel conto in banca. I fuoristrada usati dagli “amici” di Chuy non sono esattamente il tipo di macchina utilitaria che ci si aspetterebbe di trovare appena oltrepassata la frontiera messicana, il tutto considerando anche il passato di Chuy.
Ci si potrebbe sbagliare ma è molto probabile che i salvatori dei Fox si trasformino ben presto nel nuovo ostacolo che li separa dalla Mosquito Coast. L’ennesima fatalità.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Terzo episodio e primo vero passo falso per la serie Apple TV+ che si perde letteralmente nel deserto dell’Arizona tra una mancanza di fiducia crescente ed una serie di deus ex machina importanti. Tutto un po’ troppo distante da quanto visto nelle prime due puntate, specialmente se si vuole mantenere una certa veridicità nella storia.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.