The Mosquito Coast, nel secondo appuntamento con cui si presenta al pubblico di Apple TV+, conferma la buona prima impressione del pilot ma, soprattutto, la volontà di non rispondere concretamente alla domanda che ossessiona lo spettatore durante la visione. E lo fa concedendosi un cambio di scenario e lasciando intravvedere un certo schema nella costruzione degli episodi.
“[…] Because America is in gridlock. Buying junk, eating junk and selling junk. Because it’s dying on its own ass and it can’t see why.”
COSA DIAVOLO HA FATTO ALLIE FOX?
Come già espresso nella recensione del precedente episodio, il mistero intorno al passato di Allie Fox si infittisce e sembra che sarà venduto a caro prezzo. Il pericolo a cui la famiglia Fox è costretta dalla fuga appena iniziata, insieme al dispiegamento di forze dell’ordine alla loro ricerca, fanno pensare a qualcosa di potente e importante, probabilmente collegato alla visione anticonsumistica del protagonista. La fatica emotiva (per lo spettatore) di seguire le vicende dei Fox senza sapere cosa diavolo abbia fatto il padre potrà essere ripagata solo da una giustificazione soddisfacente di tale mistero. Però, dato il livello di aspettativa instaurato, tale giustificazione potrebbe essere difficile da trovare.
PADRE E FIGLIA
“Everything is complicated but there is always a solution. […] We accept that things wear out, fall apart. Nobody wants to fix things anymore. Nothing’s built to last. Cars, vacuum cleaners, nothing. TV breaks? Throw it away. Get a new one. I see a TV in a shop window. You know what I see? Future trash.”
Dal primo momento in cui il personaggio di Justin Theroux appare sullo schermo cattura l’attenzione dello spettatore lasciandolo ammaliato. Questo grazie a intepretazione e scrittura che, sin da subito, rendono la caratterizzazione del personaggio centratissima e un piacere per il pubblico seguirlo in questa (dis)avventura. Lo stesso si può dire per la figlia Dina, personaggio finora ben delineato e intrigante.
Neil Cross, creatore della serie insieme a Tom Beissel, è anche sceneggiatore dell’episodio e riesce ad inserire le tipiche tensioni adolescenziali (desiderio di omologazione, scoperta dell’amore, contrasto tra affetto per i genitori e paura del loro giudizio) in un contesto particolare, senza perdere realismo e senza renderle stucchevoli o stereotipate. Anzi, riesce a rendere giustamente tesa e molto efficace la scena della conversazione telefonica con la detective.
CAPTAIN FANTASTIC
La famiglia di The Mosquito Coast richiama quella del film Captain Fantastic in cui un padre, contrario alle derive consumistiche della civilizzazione, cresce i figli in una foresta, tra caccia per il cibo e lezioni di letteratura e filosofia di alto livello. Allo stesso modo, Allie e Margot hanno imposto ai figli uno stile di vita, sì, estremo ma anche accompagnato da motivazioni e riflessioni che sono state incamerate dalla figlia maggiore, ora combattuta tra il desiderio di una vita “normale” e quello di seguire i principi che i genitori le hanno trasmesso.
Così, la reazione accondiscendente e per niente impressionata della detective al concitato discorso di Dina crea l’effetto opposto a quello desiderato. Dina si sente trattata più come un’adulta dai genitori che le sequestrano il telefono che da un’estranea che vuole costringerla a sacrificare la sua famiglia in cambio della garanzia di un futuro “normale”.
VOLPI E COYOTE
“These people have stopped consuming. So we throw them away. They’re broken consumers…Consumers…Do you ever think about what a disgusting word that is? Reducing a human being to a word like that?“
La struttura presenta un climax narrativo quasi inatteso. Nonostante anche l’episodio precedente si fosse concluso con un plot twist d’azione, l’escalation di tensione narrativa della scena nel deserto è stata una sorpresa positiva. L’ottimista intraprendenza di Allie, che aveva garantito alla moglie che i figli non sarebbero stati in pericolo finché fossero stati con loro, si scontra con una realtà totalmente opposta in cui, ancora prima di raggiungere il Messico, la famiglia di volpi (i Fox) scampa al pericolo sacrificando uno dei coyoti che li stava aiutando.
È così che, in una scena che visivamente ricorda il celeberrimo “Ozymandias” di Breaking Bad, le buone intenzioni di Allie Fox di salvare la famiglia dal consumismo paradossalmente si trasformano in morte e pericolo. Sacrificando la vita di “buoni” e “cattivi” (sta alla sensibilità del lettore valutare chi sia chi tra i ranger e i due ragazzi messicani), Allie si sta forse comportando come la società tanto vituperata che si disfa di coloro che non si inseriscono nei suoi meccanismi? Si sarà reso conto del paradosso creato dalla sua stessa ossessione? E come reagirà la famiglia?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Con un Justin Theroux perfetto, un mistero ancora non svelato, ed un climax narrativo ben costruito, The Mosquito Coast regala un ottimo secondo episodio.
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