Fine dei giochi. Dopo puntate passate ad assistere a botta e risposta di preparazione tra il duo Harvey/Mike e il procuratore Anita Gibbs, il momento cruciale atteso e temuto sin dall’istante dell’arresto di Mike è arrivato: the trial is here. Seppur decisamente in anticipo rispetto ai piani dei nostri avvocati, non si può certo dire che, in questa occasione, la mossa della Gibbs non abbia fatto piacere ai fan: come sottolineato nella scorsa recensione infatti, gli ultimi episodi iniziavano a confondersi gli uni con gli altri per somiglianza di struttura ed avvenimenti che sapevano tanto di un tentativo di procrastinare l’inevitabile.
Self Defense invece, è un episodio che sorprende e che non segna solo l’inizio del processo, regalando già alcuni colpi ben assestati, ma trasforma quello che nei primi minuti poteva sembrare come un’ennesima scusa di filler, ossia il finto processo, in un’occasione stimolante e coinvolgente come solo gli scontri tra Havey e Mike possono essere. The trial run che ci viene presentato infatti, non appare assolutamente come una perdita di tempo, grazie soprattutto alle due parti coinvolte, che seppur uno contro l’altro, riescono sempre a far uscire scenicamente il meglio in tutte le situazioni: qualsiasi cosa facciano Harvey e Mike, insieme funzionano sempre, regalando non solo uno scontro tra “titani”, ma anche quelle frasi ad effetto tipiche del linguaggio dinamico ed ironico di Suits, che da sempre caratterizzano i loro dialoghi:
“I guess you needed some extra tutoring, huh?”
“I’ll lock you in a room until this trial starts if you say that again.”
Ma terminato il processo simulato senza vincitori ne vinti, è il processo vero e proprio che regala le prime soddisfazioni e le prime battute d’arresto. La situazione di Mike rimane fortemente in bilico, ma vedere Harvey fare a pezzi in un attimo la testimonianza di Trevor colpo su colpo, ha regalato sicuramente un certo senso di piacevole appagamento.
Meno giovamento ha invece portato l’introduzione dei vecchi compagni associati di Mike; l’intervento di Jimmy non è sembrato propriamente funzionale, considerando la totale non veridicità della testimonianza, al punto da chiedersi se vale la pena continuare ad aggiungere ulteriori figure alla lista dei liars.
Una situazione, quella del mentire sotto processo, che sembra già abbastanza complicata per chi è dentro sin dall’inizio. Il “passo falso” di Donna durante la sua testimonianza è apparso come una comprensibile debolezza, seppur inaspettata, da parte del suo personaggio. Ma forse è stato proprio questo a renderlo ancora più vero. E se Donna si è lasciata sopraffare, sembra che un inaspettato scambio di ruoli sia avvenuto tra lei e Rachel in questa puntata, con quest’ultima che per una volta prende una posizione e consiglia Mike secondo ciò che lei pensa a non con il solito “I think you are the best person to make that call.”
Self Defense è stata quindi una puntata ricca dal primo all’ultimo, regalando spunti anche nel finale; la Gibbs continua a sbucare da tutte le parti peggio degli esattori delle tasse e questa volta nel suo mirino c’è Louis. Nel corso delle stagioni lo abbiamo visto più volte nelle vesti di doppiogiochista e per questo, sicuramente intrigante è la scelta di porre proprio Louis al centro di questo pericoloso bivio proprio all’ultimo giro (#InLouisWeTrust).
Ma interessante è anche la conclusione a cui arriva Harvey nel finale; se inizialmente l’idea di Mike di auto difendersi non sembrava essere la migliore, la confessione finale di Harvey sembra portare tutto su un altro piano: il miglior avvocato di New York ammette che le speranze di vittoria sono decisamente scarse e che per uscirne interi è necessario “give them a reason to want to let you go”. E qui arriva il colpo ad effetto lanciato dagli autori.
Sin dalla prima stagione Suits ha descritto quest’unione, man mano diventata formidabile, tra Harvey e Mike, due persone differenti che nell’affrontare i casi si compensavano a vicenda; raggiunta l’ultima spiaggia nel processo delle loro vite e resisi conto che le abilità di Harvey non sembrano essere abbastanza in questo caso, ecco che subentra l’altra metà della squadra; quelle qualità umane tipiche di Mike che nel corso delle stagioni a volte sono sembrate anche esagerate, ma che come ha sottolineato la gradita ricomparsa di Benjamin in questo episodio, qualche effetto lo producono, potrebbero adesso fungere da mossa vincente per conquistare la giuria e lasciarlo andare? Di sicuro vale la pena provare.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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God’s Green Earth 5×13 | 1.71 milioni – 0.5 rating |
Self Defense 5×14 | 1.57 milioni – 0.5 rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.