The Good Fight 2×13 – Day 492TEMPO DI LETTURA 3 min

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Esattamente dopo 492 giorni dall’insediamento di Donald Trump sulla vetta più alta degli Stati Uniti, The Good Fight conclude il suo brillante secondo ciclo con un ottimo season finale; una puntata che, però, ha il grande pregio di non risolvere del tutto le varie storylines e, quindi, può gettare una base per quella che sarà una già confermata terza stagione.
Durante il minutaggio di questa puntata le varie sotto-trame confluiscono in un’unica direzione, intrecciandosi tra di loro, come facenti parte di un disegno più grande: Adrian e Julius vengono invitati a partecipare attivamente a un think tank (un gruppo di esperti impegnato nell’analisi e soluzione di problemi complessi, ndr), che li vede impegnati a capire come risolvere il problema del Kill All Lawyers; Diane si trova al centro di un sospetto complotto, quando viene accusata dall’FBI di essere complice di Tulley, delle sue esternazioni contro il Presidente Trump e del suo ipotetico desiderio di ucciderlo; Lucca e Colin diventano finalmente genitori e l’impeachment di Donald Trump viene usato come strumento per colpi bassi e doppi giochi.
In questa seconda stagione la politica (o per meglio dire, l’attuale politica statunitense) quasi diventa un vero e proprio protagonista per questo show, molto di più rispetto alla serie madre. L’ascesa di Donald Trump, infatti, oltre a destabilizzare Diane e a renderla una mina vagante, senza bussola o ancora di salvezza per buona parte dell’arco narrativo, diventa il fil rouge di parecchi episodi e lega a doppio filo molti eventi che gli avvocati di Reddick, Boseman & Lockhart si trovano a dover fronteggiare.
Questo è stato uno dei punti di forza di The Good Fight, ovvero creare empatia nello spettatore e presentare situazioni reali che potrebbero benissimo accadere in qualsiasi giornata, considerando il clima politico negli States. C’è da dire, però, che una serie tv non dovrebbe sempre rispecchiare la realtà dei fatti, ma dovrebbe aggiungere anche una buona dose di fantasia e, perché no, anche di elementi surreali, per non dover rischiare di diventare troppo schierata politicamente e, quindi, risultare pesante, soprattutto per chi non può condividere quella realtà (tutti i non statunitensi, per esempio).
Un altro difetto, seppur minimo, di questa seconda stagione è rappresentato dalla gestione dell’estraniazione di Diane Lockhart: buona l’idea di presentare il personaggio della fiera avvocato sotto un’altra luce, completamente diversa da quella alla quale eravamo abituati, ma farla diventare quasi un guscio vuoto, privo di emozioni, e quasi dipendente dalla droga, è stato, forse, un passo più lungo della gamba. Negli ultimi due episodi, infatti, i King si rimettono in carreggiata e così fa il personaggio interpretato dalla Baranski.
The Good Fight rappresenta un ottimo spin-off, non solo per il cast azzeccato, ma anche perché i King hanno osato di più e hanno ricoperto gli episodi con una spolverata di demenzialità, il che non guasta mai. Il secondo ciclo sembra funzionare anche meglio del primo, grazie all’eliminazione del focus su Maia Rindell (non ce ne vogliano gli estimatori di Rose Leslie) e ad una più equa divisione di minutaggio tra i vari protagonisti. Certo, la storyline romantica-ma-non-troppo tra Lucca e Colin poteva essere gestita meglio, ma anche The Good Fight ha bisogno di tematiche più frivole e leggere.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutte le storylines confluiscono in un unico grande disegno
  • Diane torna ad essere se stessa
  • La demenzialità di alcune scene
  • Curiosità stuzzicata per la terza stagione
  • Troppo focus su Donald Trump e il suo impeachment
  • Inutile la pantomima di Adrian e Julius nel think tank

 

The Good Fight saluta e dà appuntamento per una terza stagione, anche se la data precisa ancora non è stata rivelata. I coniugi King hanno voluto scommettere su questa loro nuova creatura e hanno vinto. Lo show si libera dei fronzoli di The Good Wife e presenta un qualcosa di più veritiero, diretto, sagace e demenziale. Obiezione accolta!

 

Day 485 2×12 ND milioni – ND rating
Day 492 2×13 ND milioni – ND rating

 

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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