Buona notte a tutti.
Ritorna per la seconda stagione il Late Night Show, l’appuntamento bimensile più atteso dagli appassionati delle serie tv e dagli stessi recensori di Recenserie, finalmente chiamati a dire la loro con opinioni non richieste al di fuori delle “restrizioni” delle recensioni. Così come i famosi Late Night Show americani da cui traiamo apertamente ispirazione, anche questo appuntamento, previsto ogni due giovedì notte, è necessariamente costituito da alcuni “ospiti” che in quest’occasione portano il nome di Andrea, Diana e Salvatore. Il tema di questo primo appuntamento non poteva che toccare un argomento sotto gli occhi di tutti in questo periodo: WandaVision.
Una miriade di easter eggs, teorie assurde, guest star d’eccezione e tante domande rimaste senza risposte: cosa è rimasto effettivamente dopo 8 episodi molto stranianti? La parola ai nostri esperti.
- Questi due mesi passati a guardare e aspettare WandaVision hanno avuto sicuramente un peso molto importante, non solo a livello di storia, ma anche a livello di strategia per Disney+. Avreste preferito una release unica (stile Netflix) e, se sì, quali vantaggi/svantaggi ci sarebbero stati?
ANDREA: Penso che una delle scelte migliori fatte dai Marvel Studios riguardo le serie Disney+ sia proprio quella della release settimanale degli episodi. Internet è praticamente esploso di teorie negli ultimi due mesi: tra video di YouTube, post su Facebook, articoli dedicati, WandaVision è stata il centro dell’intrattenimento televisivo. Sicuramente per Marvel e Disney è stata una strategia vincente dato che, settimana dopo settimana, la serie ha fatto sempre più parlare di sé, ma è stato anche un piacere conveniente per lo spettatore. Al di là della curiosità di sapere cosa venga dopo, chiaramente, questo stratagemma ha permesso a noi fan di parlare, analizzare e godere appieno di ogni singolo episodio. Pensandoci, se i nove episodi fossero stati rilasciati tutti insieme, avremmo parlato solo degli ultimi due (“Previously On” e “The Series Finale“) senza dare credito a ciò che è avvenuto prima.
DIANA: Solitamente preferisco il rilascio in blocco di tutte le puntate ma credo che la scelta di Disney+ si sia rivelata vincente. Era da qualche anno che non percepivo un hype tale per una serie: le ipotesi, le teorie che sono circolate, domandarsi se i vari easter egg fossero “solo” citazioni oppure nascondessero altro. Tutto questo è stato possibile proprio grazie alla settimana di tempo tra una puntata e l’altra, a mio parere.
SALVATORE: Assolutamente no! Una release unica avrebbe arrecato un danno disastroso alla serie di Jac Schaeffer. Penso per esempio alle prime 2/3 puntate, in cui – col senno di poi – non succedeva praticamente nulla. Eppure avere a disposizione solo quei 20/30 minuti a settimana faceva in modo che lo spettatore potesse rivedere meglio un episodio, cogliere tutte le chicche, tutte le note stonate e crearsi delle aspettative. Per esempio la comparsa di “Pietro”, con una release unica, sarebbe passata sotto-traccia: un vero peccato.
- La serie può essere fondamentalmente rivista come un film diviso in diversi capitoli (anche per via della “necessità” di affrontare le diverse decadi in ogni puntata). A posteriori è stata una scelta corretta o sarebbe stato meglio semplicemente fare un film di tre ore?
ANDREA: Come abbiamo potuto vedere già dai primissimi episodi, una struttura filmica non avrebbe funzionato con una serie come WandaVision. La sua natura citazionistica nei confronti delle sit-com passate e della storia della televisione in generale ben si sposa con una narrazione a episodi. Se tutta la serie fosse stata come le ultime due puntate allora certo, si sarebbe potuto anche fare un film piuttosto, ma la struttura narrativa delle prime sette sarebbe stata impossibile da adattare in una pellicola cinematografica.
DIANA: Mi riallaccio alla risposta di prima. WandaVision è una miniserie di qualità: dagli attori, alla sceneggiatura passando per gli effetti speciali. Quindi, se fosse stato un film, sarebbe stato sicuramente un prodotto estremamente valido ma si sarebbe perso qualcosa. Ad esempio, credo che gli spot delle prime puntate, che dividevano la narrazione a metà, non avrebbero avuto molto senso se messe all’interno di un film. Oltre alle stesse cose che ho già detto: la serie ha centrato nel segno anche perché ha riportato molti degli spettatori a vederla in modo “attivo” (Lost docet) creando una piccola community di persone che leggevano le recensioni, creavano teorie, ne parlavano e ne discutevano. Se fosse stato un film ci sarebbe stato un passaparola positivo, ma la cosa sarebbe finita lì.
SALVATORE: Penso che un film da tre ore sarebbe stata una scelta sbagliatissima. Un film ha una certa struttura, un archetipo di sceneggiatura che, con tutte le sue varianti e novità, rimane comunque un paradigma ben consolidato. Le
diecinove puntate una dopo l’altra, così come sono, non potrebbero mai costituire un film perché si verrebbero a creare tempi e ritmi anomali per lo spettatore. Al contrario, nel renderlo un film si perderebbe tutta l’originalità che ha costituito il salto di qualità, il quid in più che ha dato WandaVision.
- Guardando a come si sono evolute le puntate, i primi due/tre episodi sembrano essere più un prologo che si poteva evitare visto che hanno funto fondamentalmente da specchietto per le allodole. Addirittura ci sono stati spettatori che hanno abbandonato lo show proprio per via delle prime due puntate poco accattivanti e non chiare. Non sarebbe stato meglio utilizzare un altro approccio e magari allungare lo scontro finale invece che “perdere tempo” con le diverse situazioni delle sit-com?
ANDREA: Lo spettatore medio si aspettava un qualcosa di più convenzionale, quindi di più simile a quanto visto nei cinecomic della Marvel. Da subito WandaVision ha voluto rendere chiaro che si trattasse di qualcosa di diverso e più innovativo. Ad oggi non credo ci sia un progetto più creativo di questo nel campo nelle produzioni dei Marvel Studios e sinceramente credo che i primi due episodi abbiano avuto un ruolo chiave in tal senso. Per quanto riguarda il finale, è innegabile che sia sbrigativo e abbia diversi difetti, ma questo è più relativo alle problematiche che la produzione ha dovuto affrontare in periodo di pandemia più che al tempo “eccessivo” dedicato ai primi episodi. Probabilmente allora molti spettatori rimasero delusi dal vedere solo una sit-com come primo approccio alla serie, ma credo che oggi a posteriori il primo episodio sia uno dei più piacevoli da riguardare.
DIANA: Sarei stata d’accordo se l’uso delle sit-com fosse servito solo a differenziare la serie dagli altri prodotti Marvel e ad alimentare la curiosità verso lo show, senza però trovare un vero e proprio ruolo all’intero della storia. È stata una mossa di storytelling “facile” quella di avvicinare Wanda allo spettatore medio grazie ad una passione in comune? Sì. Ma ha funzionato molto bene, ampliando ancora di più le sfaccettature del carattere e della storia della protagonista.
SALVATORE: Potrò sembrare tedioso e ripetitivo, ma anche questa scelta mi è sembrata la migliore. Forse lo spettatore medio dovrebbe disabituarsi al monopolio di serie tv in “stile Netflix”. Innanzitutto le prime puntate sono state una romantica dichiarazione d’amore alla televisione statunitense che viene anche giustificata nel flashback della 1×08. Poi, dopo il pasto abbondante Infinity War/Endgame, oltre a una pausa di un anno, sono servite anche a dare un momento di respiro, senza appesantire subito lo spettatore con semplici scazzottate.
- Per quanto il fandom si sia infuocato, puntata dopo puntata, grazie a tutte le teorie che sono state elaborate (esempio Mephisto, Reed Richards e Quicksilver degli X-Men), al tempo stesso non bisogna dare per scontato che sia una reazione che hanno avuto tutti gli spettatori. In tal senso, quanto potrebbe aver pesato la mancanza di una ricerca d’informazioni (recensioni, video, spiegazioni di easter egg) nel giudizio della serie da parte di questa fetta di pubblico? E viceversa, dando per scontato che non ne facciate parte: quanto pesa il fatto che molte teorie siano state disilluse?
ANDREA: Sicuramente cambia il modo di vedere la serie. Di certo la serie può benissimo essere vista e goduta anche priva di tutti i riferimenti e dettagli disseminati qua e là, ma, ricollegandoci alla prima domanda, la release settimanale ha permesso ai fan di godersi non solo l’episodio ogni venerdì, ma anche sette giorni di teorie, speculazioni e via dicendo. Questo per quanto mi riguarda è ormai diventato parte integrante dell’intrattenimento di questi progetti. In linea di massima non credo che, ad esempio, perdersi tutti i piccoli easter egg nella sigla del secondo episodio limiti la visione della serie, ma sicuramente il poterlo fare è un valore aggiunto. Parlando delle teorie disilluse, il fatto che lo spettatore abbia delle speranze non significa che una determinata serie debba renderle realtà. Nelle scorse settimane ho letto moltissime teorie assurde (e ne ho pensate e condivise altrettante, sia chiaro), ma il fatto che queste non si realizzino non deve poi essere ragione di scontento nei confronti di quella stessa serie. Per quanto mi riguarda sono già contentissimo di tutti i meme su Mephisto che girano su internet da qualche settimana a questa parte.
DIANA: Per rispondere alla prima domanda, penso che la serie rimanga godibile anche se non si leggono le analisi e si approfondiscono tutti i dettagli che gli sceneggiatori hanno sapientemente disseminato. Ma si perde una grossa fetta del divertimento. Credo sia palese che l’intenzione dell’intera crew fosse quella di “giocare” con il pubblico e di ampliare l’esperienza di visione e di intrattenimento anche oltre alla durata della puntata. In poche parole, credo proprio che speravano nelle recensioni, nelle teorie e nei video che hanno analizzato ogni frame e ogni citazione.
Questo ha avuto la conseguenza di creare delle teorie, alcune anche complesse e fantasiose, molto lontane dall’effettivo finale. Personalmente ho adorato tutto della serie, comprese le ultime puntate, ma non ho mai dato troppo peso alle teorie. Ho trovato molto più divertente le scene citazionistiche. Però capisco come molte altre persone, che speravano nella realizzazione di qualche teoria, siano potute rimanere deluse.
SALVATORE: Secondo me WandaVision è uno show stracolmo di easter egg e riferimenti, ma è anche un grandissimo punto di ingresso per uno spettatore che vuole affacciarsi all’universo Marvel. L’ho vissuto sulla pelle in quanto ho visto tutte le puntate con la mia ragazza, che di Marvel non ha mai visto nulla, mentre io passavo la settimana a crearmi congetture (Quicksilver, sigh). A lei la serie è piaciuta da morire, commuovendosi addirittura sul finale; d’altro canto io, seppur nel veder disilluse le mie teorie (ma forse ancora no…), ho apprezzato comunque le sorprese che venivano regalate ogni venerdì.
Grazie e buona notte a tutti.
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