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Snowpiercer nasce come serie tv propria della rete TNT, un adattamento della graphic novel del 1982 che precede anche gli eventi della prima trasposizione televisiva dell’opera, il film del 2013. Un progetto quindi ben programmato, con alla base ottimo materiale da cui prendere spunto e con una cornice ben costruita. Non guasta poi, che a far parte del progetto sia intervenuto anche Bong Joon-ho, stesso regista del film e recente Premio Oscar. Tutti elementi che avranno, di conseguenza, convinto anche Netflix ad acquisirne i diritti e a mandare la serie sulla sua piattaforma contemporaneamente alla messa in onda americana.
Tante buone premesse per Snowpiercer che, tuttavia, si è forse dimenticato di una tra le più importanti: un plot solido. Dopo tre puntate andate in onda, si possono iniziare a tirare già alcune somme e il primo fattore che emerge in maniera preponderante è la debolezza della trama. Seppur risulti insensato fare un paragone con il film con protagonista Chris Evans, quella trasposizione, pur non eccellendo come prodotto in sé, aveva dalla sua almeno una trama ben definita. Ovviamente diverse sono le esigenze che intercorrono tra film e serie tv, ma non si può fare a meno di sottolineare come questi primi appuntamenti pecchino di una costruzione solida della storia. I due filoni narrativi sui quali si basa l’intero racconto si dividono tra la situazione del treno e dei suoi passeggeri (comprensivo di problemi tecnici ed organizzativi in testa e problemi di sopravvivenza in coda) e la storyline inerente l’omicidio e le relative indagini. Ma i problemi per entrambi sono essenzialmente due: la poca preparazione della storia e la lunghezza dei tempi a disposizione.
Partendo da quest’ultimo punto si può tranquillamente affermare anche dopo soli tre episodi, che le 10 puntate previste per questa prima stagione iniziano già a stare abbastanza larghe. “Access Is Power” è emblematica da questo punto di vista; la puntata, infatti, scorre via in maniera lenta senza che, essenzialmente, accadano situazioni degne di nota. Fortunatamente, il minutaggio di 45 minuti circa aiuta a digerire lo scorrere della narrazione in modo da non appesantirla troppo. Il secondo problema elencato invece, riguarda la preparazione della storia. Il centro della scena, infatti, è stato affidato quasi interamente al caso di omicidio e alle indagini che ne conseguono. Una scelta che lascia un po’ perplessi in quanto, nonostante affidata ad un personaggio come Layton che riesce a mantenere egregiamente la scena e a catalizzare bene l’attenzione su di sé, manca di un certo retroscena che ne lasci scaturire la scintilla per creare nello spettatore un interesse reale.
Al momento, gli elementi a disposizione sono pochi e abbastanza confusi e rendono il lavoro del detective gravoso da seguire; tuttavia, i primi spiragli più definiti che iniziano ad intravedersi non sono certo da buttare: il mistero che ruota intorno Nikki, “la donna del cassetto”, o anche le prime avvisaglie di un ruolo maggiore negli eventi da parte degli appartenenti alla prima classe, si spera possano essere buone basi per costruire una storyline sempre più solida.
Tra i punti di maggior pregio in queste prime puntate però, svetta soprattutto la figura del signor Wilford in incognito, ossia il personaggio interpretato da Jennifer Connelly, Melanie. Questo character, presentatosi in maniera enigmatica e risoluta, riesce a tenere in pugno la storyline inerente il funzionamento del treno, sia esso riferito alla gestione di macchine e viveri o, soprattutto, dei passeggeri. Una parte di trama questa che meriterebbe forse più attenzione, con un accento particolare nella questione della divisione della locomotiva e dei suoi abitanti e delle drastiche differenze tra le classi sociali. Dopotutto il fulcro della storia era proprio questa divisione tra i passeggeri e i loro diversi modi di sopravvivere. Ma forse, vista anche la mossa finale di Layton, per dare maggior spazio a questa storyline bisogna solo aspettare che gli animi si scaldino maggiormente.
Tante buone premesse per Snowpiercer che, tuttavia, si è forse dimenticato di una tra le più importanti: un plot solido. Dopo tre puntate andate in onda, si possono iniziare a tirare già alcune somme e il primo fattore che emerge in maniera preponderante è la debolezza della trama. Seppur risulti insensato fare un paragone con il film con protagonista Chris Evans, quella trasposizione, pur non eccellendo come prodotto in sé, aveva dalla sua almeno una trama ben definita. Ovviamente diverse sono le esigenze che intercorrono tra film e serie tv, ma non si può fare a meno di sottolineare come questi primi appuntamenti pecchino di una costruzione solida della storia. I due filoni narrativi sui quali si basa l’intero racconto si dividono tra la situazione del treno e dei suoi passeggeri (comprensivo di problemi tecnici ed organizzativi in testa e problemi di sopravvivenza in coda) e la storyline inerente l’omicidio e le relative indagini. Ma i problemi per entrambi sono essenzialmente due: la poca preparazione della storia e la lunghezza dei tempi a disposizione.
Partendo da quest’ultimo punto si può tranquillamente affermare anche dopo soli tre episodi, che le 10 puntate previste per questa prima stagione iniziano già a stare abbastanza larghe. “Access Is Power” è emblematica da questo punto di vista; la puntata, infatti, scorre via in maniera lenta senza che, essenzialmente, accadano situazioni degne di nota. Fortunatamente, il minutaggio di 45 minuti circa aiuta a digerire lo scorrere della narrazione in modo da non appesantirla troppo. Il secondo problema elencato invece, riguarda la preparazione della storia. Il centro della scena, infatti, è stato affidato quasi interamente al caso di omicidio e alle indagini che ne conseguono. Una scelta che lascia un po’ perplessi in quanto, nonostante affidata ad un personaggio come Layton che riesce a mantenere egregiamente la scena e a catalizzare bene l’attenzione su di sé, manca di un certo retroscena che ne lasci scaturire la scintilla per creare nello spettatore un interesse reale.
Al momento, gli elementi a disposizione sono pochi e abbastanza confusi e rendono il lavoro del detective gravoso da seguire; tuttavia, i primi spiragli più definiti che iniziano ad intravedersi non sono certo da buttare: il mistero che ruota intorno Nikki, “la donna del cassetto”, o anche le prime avvisaglie di un ruolo maggiore negli eventi da parte degli appartenenti alla prima classe, si spera possano essere buone basi per costruire una storyline sempre più solida.
Tra i punti di maggior pregio in queste prime puntate però, svetta soprattutto la figura del signor Wilford in incognito, ossia il personaggio interpretato da Jennifer Connelly, Melanie. Questo character, presentatosi in maniera enigmatica e risoluta, riesce a tenere in pugno la storyline inerente il funzionamento del treno, sia esso riferito alla gestione di macchine e viveri o, soprattutto, dei passeggeri. Una parte di trama questa che meriterebbe forse più attenzione, con un accento particolare nella questione della divisione della locomotiva e dei suoi abitanti e delle drastiche differenze tra le classi sociali. Dopotutto il fulcro della storia era proprio questa divisione tra i passeggeri e i loro diversi modi di sopravvivere. Ma forse, vista anche la mossa finale di Layton, per dare maggior spazio a questa storyline bisogna solo aspettare che gli animi si scaldino maggiormente.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Dopo appena tre puntate Snowpiercer continua a non convincere del tutto. La strada è comunque ancora lunga, speriamo che la scintilla scoppi il prima possibile.
Prepare To Brace 1×02 | ND milioni – ND rating |
Access Is Power 1×03 | ND milioni – ND rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.