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La puntata comincia con l’ormai usuale prologo, riprendendo il filo dell’episodio precedente:
Adam Jonas: “Quand’è il principio di tutto? Nel passato? Nel futuro? Chi può dire dov’è che tutto ebbe inizio? Riusciremo mai a conoscere l’origine degli eventi? O ci sarà sempre qualcosa prima? E prima? E ancora prima? Esistono davvero un principio e una fine? O è tutto collegato in un ciclo senza fine? Un ciclo in cui le parole “principio” e “fine” coincidano con lo stesso esatto momento?”
Riflessione che ormai tormenta lo spettatore quasi quanto i personaggi stessi, accompagnata poi da un riavvolgimento che ci prepara al ritorno del 20 giugno 2019, il giorno prima del suicidio di Michael Kahnwald. L’episodio è studiato nei minimi dettagli per lasciare chi guarda perennemente sospeso tra la curiosità di sapere quale pezzetto di storia ci sarà concesso inaspettatamente di vedere e l’amarezza di conoscerne già la fine: altro non è che il paradosso stesso di Dark, il beffardo gioco del tempo fattoci magistralmente provare sulla nostra pelle. Nel rendere tutto questo sul piccolo schermo la scrittura, la regia e la fotografia si completano alla perfezione, accecando lo spettatore con la narrazione di fatti talmente rilevanti da non farci nemmeno notare di vivere, come mai prima d’ora, i sentimenti dei viaggiatori nel tempo. Il punto di vista dello stesso Jonas, che è il protagonista, non era mai stato così vicino a quello dello spettatore e non era mai stato reso in maniera così coinvolgente.
È estate a Widen e le riprese sono permeate da una luce calda che fa da filtro alla brutalità cui abbiamo assistito negli episodi precedenti. La spensieratezza con la quale i protagonisti vivono quella giornata speciale, l’atmosfera bucolica, la discrezione con la quale sono celate le tensioni tra i personaggi, fanno sembrare di assistere ad un ricordo, quando invece sono fatti che stanno paradossalmente accadendo, nel loro tempo, per la prima volta. La lezione verso cui l’episodio ci guida, tramite il punto di vista di Jonas del futuro, è che il senso irripetibilità con cui viviamo la vita è capace di trasformare in tormento quelli che in realtà sono stati semplicemente dei momenti bellissimi delle nostre vite. In poche parole, siamo vittime del tempo. È solo con questa presa di coscienza che Jonas riesce per un momento a liberarsi dalle paure e a dichiarare il suo amore a Martha, guadagnandosi quello che non sapeva fosse il ricordo più bello della sua vita e prendendosi gioco, in un certo senso, del tempo stesso. Se questo momento è la chiave di tutto, possiamo credere davvero che la catena di eventi cui abbiamo assistito abbia speranza di interrompersi.
Con il finale dell’episodio, tuttavia, Dark torna a pervadersi di determinismo e Jonas si trova nuovamente incatenato tra le cose destinate ad accadere come sono sempre accadute. L’illusione di avere agito, anche solo per un istante, con libero arbitrio viene brutalmente meno con la scoperta che sarà proprio quella l’occasione in cui Jonas innescherà gli eventi più drammatici della serie: il suicidio del padre e la scomparsa di Mikkel. Nel momento in cui Jonas viene messo di fronte ad una scelta si ritrasforma nel ragazzo insicuro che abbiamo sempre conosciuto, destinato a farsi travolgere dal solito senso di angoscia e ad aggrapparsi alla prima guida che gli si propone davanti, in questo caso Claudia, della quale non possiamo ancora giudicare le intenzioni con certezza. La conclusione della puntata quindi lascia sgomenti e nuovamente disorientati. Mentre si era ormai creduto di assistere finalmente al cambiamento del protagonista, ci ritroviamo un’altra volta vittime del paradosso temporale e con l’amara sensazione che, se nulla doveva cambiare, sarebbe stato meglio non procurarsi il dolore di quella falsa speranza.
“Un Ciclo Infinito” è quindi il titolo perfetto per un episodio che ti fa andare al principio per poi tornare alla fine, pieno di momenti in cui il futuro e il passato si incontrano e diventa impossibile stabilire quale sia l’effettivo punto di partenza da infrangere per interrompere l’andamento ciclico del tempo.
È estate a Widen e le riprese sono permeate da una luce calda che fa da filtro alla brutalità cui abbiamo assistito negli episodi precedenti. La spensieratezza con la quale i protagonisti vivono quella giornata speciale, l’atmosfera bucolica, la discrezione con la quale sono celate le tensioni tra i personaggi, fanno sembrare di assistere ad un ricordo, quando invece sono fatti che stanno paradossalmente accadendo, nel loro tempo, per la prima volta. La lezione verso cui l’episodio ci guida, tramite il punto di vista di Jonas del futuro, è che il senso irripetibilità con cui viviamo la vita è capace di trasformare in tormento quelli che in realtà sono stati semplicemente dei momenti bellissimi delle nostre vite. In poche parole, siamo vittime del tempo. È solo con questa presa di coscienza che Jonas riesce per un momento a liberarsi dalle paure e a dichiarare il suo amore a Martha, guadagnandosi quello che non sapeva fosse il ricordo più bello della sua vita e prendendosi gioco, in un certo senso, del tempo stesso. Se questo momento è la chiave di tutto, possiamo credere davvero che la catena di eventi cui abbiamo assistito abbia speranza di interrompersi.
Con il finale dell’episodio, tuttavia, Dark torna a pervadersi di determinismo e Jonas si trova nuovamente incatenato tra le cose destinate ad accadere come sono sempre accadute. L’illusione di avere agito, anche solo per un istante, con libero arbitrio viene brutalmente meno con la scoperta che sarà proprio quella l’occasione in cui Jonas innescherà gli eventi più drammatici della serie: il suicidio del padre e la scomparsa di Mikkel. Nel momento in cui Jonas viene messo di fronte ad una scelta si ritrasforma nel ragazzo insicuro che abbiamo sempre conosciuto, destinato a farsi travolgere dal solito senso di angoscia e ad aggrapparsi alla prima guida che gli si propone davanti, in questo caso Claudia, della quale non possiamo ancora giudicare le intenzioni con certezza. La conclusione della puntata quindi lascia sgomenti e nuovamente disorientati. Mentre si era ormai creduto di assistere finalmente al cambiamento del protagonista, ci ritroviamo un’altra volta vittime del paradosso temporale e con l’amara sensazione che, se nulla doveva cambiare, sarebbe stato meglio non procurarsi il dolore di quella falsa speranza.
“Un Ciclo Infinito” è quindi il titolo perfetto per un episodio che ti fa andare al principio per poi tornare alla fine, pieno di momenti in cui il futuro e il passato si incontrano e diventa impossibile stabilire quale sia l’effettivo punto di partenza da infrangere per interrompere l’andamento ciclico del tempo.
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Sotto molti aspetti l’episodio migliore della serie, destinato senz’altro ad essere ricordato da tutti i fan dello show.
Von Suchen und Finden 2×05 | ND milioni – ND rating |
Ein Unendlicher Kreis 2×06 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.
Comunque è WINDEN, non Widen…
Un errore di battitura, a volte sbagliamo anche noi! (: