Dark 1×01 – Geheimnisse – SecretsTEMPO DI LETTURA 4 min

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“We trust that time is linear. That it proceeds eternally, uniformly. Into infinity. But the distinction between past, present and future is nothing but an illusion.
Yesterday, today and tomorrow are not consecutive, they are connected in a never-ending circle. Everything is connected.”

 

Dark rappresenta la prima serie tv originale Netflix della Germania. Un prodotto che non si può altro che definire ambizioso, dal momento che proprio questa parola evidenzia in toto ciò che questa serie sembra voler raccontare al proprio spettatore. Ma è soprattutto un elemento a sottolineare questa sensazione: la decisione di sceneggiatori ed ideatori di raccontare una storia giostrandosi su diverse linee temporali (così appare da questo primo episodio) cercando di riunificare il tutto ad un certo punto della storia.
Se non si ritiene ambiziosa questa scelta, non si sa cos’altro potrebbe esserlo.
Il fatto che questa serie punti in alto, però, non rappresenta in alcun modo un fattore negativo perché gli elementi per raggiungere la propria meta, Dark, li ha tutti: un cast ampio e variegato, tematiche interessanti e per le quali è difficile distrarsi, musiche angosciose ed una ottima gestione per quanto riguarda la regia. Insomma, un prodotto confezionato in uno splendido pacchetto.
Ma il prodotto all’interno del pacchetto è valido come la confezione?

 

“Dad, the question isn’t how, the question is when.”

 

A prima vista, valutando “Secrets”, si sarebbe portati a pensare di sì, tuttavia il percorso seriale è semplicemente alla sua prima tappa, quindi dare una valutazione definitiva è pressoché impossibile. La serie ha un particolare pregio che difficilmente è comparso in altre serie tv di stampo simile: la totale mancanza di un vero e proprio equilibrio iniziale. Solitamente il pilot cerca di presentare una sorta di situazione iniziale pacifica (anche se solo in apparenza), per poi presentare mano a mano la demolizione di tale muro di irrealtà: Dark non ha un punto iniziale di equilibrio, socialmente parlando, considerato che la cittadina è già in stato di avanzato allarme a causa della scomparsa di Erik. Quindi, nel momento in cui ad essa va ad aggiungersi quella di Mikkel, gli animi sono già scossi e quella non può che essere considerata la fantomatica goccia che fa traboccare il vaso.
Dal punto di vista famigliare, invece, Dark ricerca i soliti stilemi narrativi ormai consoni nel panorama drama: problematiche famigliari all’ordine del giorno, litigi e tradimenti pronti ad essere scoperti al primo vero e proprio passo falso (la scena del capello e della felpa rappresenta un particolare minuscolo, ma sottolinea la gestione superba della cornice che fa da contorno alla trama).
L’elemento forse più sconvolgente è da che direzione Dark incanali la paura per poter colpire i propri spettatori. Non ci sono elementi veramente soprannaturali-fantasy al momento (in standby quindi il paragone con Stranger Things), ma il tutto si racchiude in un elemento tanto ancestrale quanto semplice: una caverna e dei rumori. Nient’altro. Nessun demone, nessun mostro ma una “semplice” caverna, capace di rievocare sia nello spettatore, sia nei giovani ragazzi che vi si aggirano le più profonde e remote paure insite nell’animo umano dalla notte dei tempi: la paura del buio, che inghiotte la gola della caverna, e della fredda oscurità che cela quel luogo così misterioso (e così fondamentale per la trama, sembra) da far rabbrividire anche solo con la sua presenza.
Un cast variegato in quanto ad età ed una fotografia/regia degna della solita Netflix fanno da contorno a questo prodotto ambizioso ma con un potenziale enorme: riprendendo quanto detto ad inizio recensione “sta storia delle linee temporali po esse fero e po esse piuma, oggi è stata na piuma”, speriamo che continui ad essere piuma e che possa, con la sua leggiadria, continuare ad intrattenere lo spettatore considerato che il percorso è ancora lungo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Musiche
  • Fotografia e regia
  • Luoghi delle riprese
  • La scelta di giocare con la paura ancestrale e primitiva: semplice ma diretta
  • Ampia scelta di personaggi
  • Coraggiosa scelta di trama per quanto concerna la suddivisione in linee temporali
  • “…po esse fero e po esse piuma…”
  • Curiosità negativa: il doppiaggio in inglese è davvero imbarazzante, infatti il recensore ha poi optato (dopo cinque minuti) per continuare la visione in lingua originale pur non conoscendo il tedesco

 

Dark: drammi, horror, thriller e linee temporali. E la solita qualità di Netflix a fare da sfondo e da cornice musicale. Davvero serve dire altro per convincere qualcuno ad iniziare immediatamente questa serie?

 

Geheimnisse 1×01 ND milioni – ND rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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