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From 1×03 – Choosing DayTEMPO DI LETTURA 4 min

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Recensione di From 1x03Questa terza puntata di “From” chiude la parentesi introduttiva della serie, costituita dai primi tre episodi che sono stati rilasciati in blocco la scorsa settimana. La scelta è sicuramente azzeccata, riuscendo a dare al pubblico quel giusto che serve ad attrarlo ipnoticamente verso la prosecuzione della visione.

UN’INTRO DENSA QUANTO BASTA


Se nella recensione delle prima puntata si era evidenziata la scelta di prediligere la presentazione delle meccaniche narrative piuttosto che quella dei personaggi, adesso si può dire che con la seconda e terza puntata l’introduzione sia completa.
Dopo aver settato un certo ritmo dello story telling, si portano avanti in maniera uniforme sia la storia sia i personaggi portandoli ad un nuovo punto di partenza, quello in cui tutti hanno preso atto della realtà in cui si trovano e si inizia ad affrontare apertamente il mistero che li ha intrappolati.
In questa sorta di prologo, “From” riesce a dare sufficiente spazio agli abitanti della cittadina “fantasma” per creare un contesto ricco, che rivela già numerose sottotrame, senza però distogliere l’attenzione dai protagonisti. Su di essi, infatti, numerosi informazioni trapelano già dai dialoghi, lasciando prevedere un intreccio complesso e potenzialmente sorprendente che certamente intesserà il drama familiare con l’enigma del luogo.

QUALITA’ 100% MISTERY


Non si può certo ignorare come “From” peschi a piene mani dalla narrativa di genere, nutrendosi dell’eredità lasciata dalla letteratura horror-pop di H.P. Lovecraft, Stephen King e Max Brooks. La trama infatti è sostanzialmente un grande classico e racconta la storia di un terrificante mistero che ha origini esogene rispetto ai protagonisti, ma le cui manifestazioni sono così agghiaccianti da riuscire a penetrare loro nell’animo, tirando fuori la parte peggiore di loro o il loro passato più oscuro.
Il fatto che “From” deve molto alla narrativa precedente, non significa però che la serie abbia necessariamente vita facile. Le numerose trasposizioni sul piccolo schermo di opere già cult, non hanno sempre avuto un grandissimo successo di pubblico. Basti pensare alle serie di Dracula, Hannibal, The Mist, piuttosto che alle recenti Castle Rock e Lovecraft Country. Il maggior successo, in verità, lo hanno avuto le serie originali, come le antologiche American Horror Story e The Haunting o la più recente Midnight Mass, che hanno saputo trarre ispirazione dai classici e reinterpretarli raccontandoli con un proprio stile
Ebbene, da queste prime tre puntate si può assolutamente sperare che “From” appartenga proprio a quest’ultima categoria, forte di una scrittura originale che riesce a bene mixare tanti elementi tradizionali del mistery in maniera inquietantemente attraente.

UN LUOGO DI PASSAGGIO


In questa puntata, i nuovi arrivati in città superano un confine che traccia per loro una nuova linea di partenza. In “Choosing Day” è infatti centrale il tema dell’accettazione da parte i protagonisti dello status quo, condizione fondamentale per potersi adattare, sopravvivere e – chi lo sa – tirarsi fuori da quell’incubo.

Tabitha: “How are people walking around like all this is normal?
Father Khatri: “Well, the people who survive here are the ones who adapt. […] They adapt to the notion that earth could just open up and swallow them at any given moment.”

In una certa chiave di lettura, l’universo di “From” sembra essere un luogo di passaggio che i personaggi attraversano per affrontare un percorso di vita, in un certo senso, spirituale. La cittadina sembra essere sospesa nel tempo e nello spazio e i mostri rievocano nella mente ricordi del passato, costringendo le persone a superare una sorta di prova, faccia a faccia con i propri traumi e le proprie paure, per riuscire a sopravvivere.
In questo, come si è già ricordato, la città di “From” sembra ispirarsi parecchio all’isola di Lost come una sorta di purgatorio, in cui i protagonisti non hanno altra scelta che quella di affrontare apertamente il proprio passato e rimettersi al giudizio del luogo che li ha imprigionati. In un certo senso, quindi, il titolo dell’episodio si può leggere in maniera ossimorica, non essendoci in effetti alcuna scelta che i personaggi possano compiere se non quella di accettare la nuova realtà ed adattarsi a vivere in funzione di essa, per quando assurda possa sembrare.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il rito del “Choosing Day”
  • Si comincia a intravedere l’intreccio della famiglia di Tabitha e Jim
  • Julie che si separa dalla famiglia
  • Gli alberi che “si spostano” di Victor, altra memoria dell’isola di Lost…
  • La botola, c’è bisogno di ricordarlo?
  • Jade e la sua reazione troppo caricaturale, speriamo che con la presa di coscienza sia finita.

 

La terza puntata conclude egregiamente il blocco iniziale della stagione e conquista in definitiva il pubblico. S’inizia a delineare una trama fitta di intrecci che, insieme al mistero della cittadina intrappolata dai mostri, crea un inquietante ed irresistibile mix.

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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