From 1×01 – Long Day’s Journey Into NightTEMPO DI LETTURA 4 min

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From-1x01Una piccola città sperduta in qualche parte degli Stati Uniti che intrappola chiunque abbia la sfortuna di entrarci; una comunità quasi rassegnata alla vita di pura esclusione reclusione sociale; creature terrificanti che sembrano provenire dai più profondi e tormentati ricordi dei singoli abitanti. Queste le premesse di From, una serie che ha un’origine piuttosto travagliata.
A giugno 2018 i Russo Brothers, con la loro casa produttrice AGBO,  firmano un accordo di esclusiva con l’ormai defunta YouTube Red (ora YouTube Premium) successivamente spostato su Epix dopo che YouTube Premium ha optato per una strategia di contenuti diversi e fatta di prodotti senza sceneggiatura.
I 10 episodi di Epix che verranno distribuiti da Netflix a livello internazionale (così è stato segnalato da Deadline) possono vantare come regista dei primi quattro niente di meno che Jack Bender, l’attento occhio dietro la macchina da presa di oltre trenta episodi di Lost (senza contare Alias e I Soprano e più recentemente Game Of Thrones ed il meno blasonato Mr. Mercedes). Da annotare poi che lo stesso Bender, insieme ai Russo Brothers (Avengers ed affini), è accredito come produttore esecutivo.
Ma Lost non sopravvive solo dietro la camera da presa: Harold Perrineau (Michael nello show della ABC) è lo sceriffo della città, uno dei protagonisti della storia.

FROM, PILOT INNOVATIVO


“Long Day’s Journey Into Night” è un pilot interessante soprattutto per la sua conformazione: per quanto introduttivo, a livello di presentazione della storia c’è ben poco perché si cerca di dare allo spettatore pochi elementi (il talismano, i corvi, l’albero caduto) per comprendere la situazione, lasciando spazio a futuri approfondimenti. E questa formula funziona perché viene bypassato il consueto appesantimento narrativo dato dalla necessità di presentare contesto, personaggi, mettere in moto la trama: no, From decide di partire in quarta presentando sì i personaggi (brevemente) ma concentrandosi fin da subito sugli avvenimenti all’interno della cittadina. Cinquanta minuti circa che volano senza rendersene nemmeno conto.
Molti dialoghi sono costruiti appositamente per avere un seguito (si spera degno delle premesse): quando il camper della sfortunata famiglia si ritrova a passare per l’ennesima volta all’interno delle vie del paese, lo sceriffo ed il suo aiutante si soffermano in un dialogo che lascia intendere una situazione già ampiamente rodata sia sull’arrivo delle persone, sia sul meccanismo di “benvenuto”.
Come si appuntava all’inizio della recensione, tuttavia, la peculiarità del paesino non è il cliché della città impossibile da lasciare (elemento già presentato nel trailer), quanto piuttosto le terribili creature che sembrano arrivare dal fitto della vegetazione con il calar della notte.

FROM: PILOT SENZA INTERESSE PER LE RISPOSTE


Proprio attorno a queste creature ed al loro ruolo all’interno della trama si infrangono i primi dubbi sulla particolare costruzione di questa series premiere. Se è vero che l’assenza di presentazioni permette al ritmo della storia di mantenersi alto ed incalzare lo spettatore nella visione, bisogna anche sottolineare che la totale assenza di spiegazioni costringe lo spettatore ad un vero e proprio atto di fede (giusto per rimanere in tema Lost).
Alcune domande, ad esempio, sorgono spontanee durante la visione:

  • cosa sono esattamente quelle creature assassine?
  • si tratta di vampiri, considerato il particolare che devono essere invitate/lasciate entrare negli edifici?
  • quale è il potere segreto dei talismani (con tanto di simboli) appese all’interno delle strutture della città?
  • le creature possono convincere solo a parole, quindi non hanno scatti di violenza fintanto che non entrano all’interno delle mura?
  • in definitiva: quali sono le precise regole?

Molteplici domande che, chiaramente, non potevano trovare risposta in un solo episodio, ma se solitamente (in prodotti di tipologia simile) venivano abbozzate brevemente per poi essere analizzate con il prosieguo della stagione, qui vengono volutamente ignorate ed accantonate. Lasciate in sospeso in attesa di essere riprese più avanti.
Appuntato ciò, però, la puntata scorre senza intoppi e, come detto, con un ritmo incalzante lasciando poco spazio allo spettatore di distrarsi. La scena all’interno della casa della famiglia attaccata durante la notte aggiunge quel pizzico di horror che sembrava mancare per confezionare uno show che sembra non aver nulla da temere. E la costruzione di questo pilot, incentrato sul mostrare anziché sul rispondere, è già una dimostrazione di coraggio da apprezzare.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il camper ed il loop da cui è impossibile sfuggire
  • Le consuete domande di show di questo tipo
  • La curiosità sull’arrivo degli altri abitanti che sorge spontanea
  • Harold Perrineau che attraversa la città con la sua campana senza gridare “WAAAALT!
  • Finale di puntata
  • Scena della camera della bambina e reazione del padre in lacrime
  • Costruzione del pilot coraggiosa. Innovativa, sì, ma coraggiosa.

 

Un pilot dalla duplice chiave di lettura: assenza di risposte (anche se abbozzate) alle domande principali, ma allo stesso tempo una sceneggiatura che porta lo spettatore fin da subito al centro della storia. Ed è una storia che già di suo attrae per il fattore mystery.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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