“If You Leave” rappresenta un episodio carico di emozioni, cambiamenti e riflessioni sulla capacità di adattarsi dei personaggi.
Ritrovandosi a dover gestire l’uscita di scena di Levi e Mika, Grey’s Anatomy non fallisce (pur non eccellendo), riscoprendo una scrittura degna dei tempi migliori: d’altra parte è proprio nei momenti di maggiore drammaticità che lo show si esalta e restituisce grandi momenti. Il contrasto tra tragedia e speranza è reso in maniera molto coinvolgente, umanizzando molto più di quanto fatto fino ad ora i giovani specializzandi chiamati a rinvigorire (e ringiovanire) lo show.
L’episodio si concentra su due principali linee narrative, come detto: l’addio di Levi Schmitt (che resta tuttavia sullo sfondo) e il tragico incidente che coinvolge Mika Yasuda e sua sorella Chloe. Entrambe sfruttate per analizzare le tematiche dell’amore, della perdita e del cambiamento.
LEVI SCHMITT
Il percorso di Levi Schmitt, interpretato da Jake Borelli, è stato uno dei più ricchi di sfumature nell’era recente della serie. Introducendo il personaggio come “Glasses”, un giovane incerto e talvolta goffo, la sua trasformazione in un chirurgo sicuro di sé è stata costruita nel corso degli anni. Tuttavia, è da segnalare come, in vista della sua uscita di scena, la maturità del personaggio sia stata esponenzialmente aumentata, ovviamente per giustificare l’allontanamento del chirurgo dal Grey Sloan Memorial: la decisione di Levi di lasciare l’ospedale per un trial pediatrico a San Antonio rappresenta non solo un nuovo capitolo della sua vita, ma anche un addio significativo per la serie, motivo per cui Grey’s Anatomy dedica al personaggio un addio degno di un “grande” personaggio. L’episodio omaggia il personaggio con un montaggio nostalgico, sottolineando i momenti salienti del suo arco narrativo.
A depotenziare uscita e puntata, tuttavia, occorre segnalare che il dramma medico di Mika e il suo precario equilibrio tra vita e morte ha in parte oscurato Levi. Un peccato che si sia optato per un “tutto subito” piuttosto, magari, di tentare la sicuramente più complicata strada del doppio addio, dilazionando le uscite.
Grey’s Anatomy dimostra di non avere per forza la necessità della morte per salutare un personaggio, anche se resta la corsia preferenziale se si guarda al passato (anche recente), ma anche al presente (Mika-Chloe, per l’appunto).
MIKA YASUDA
In netto contrasto con la speranza rappresentata dall’addio di Levi, la linea narrativa di Mika Yasuda si tinge di tragedia. L’incidente d’auto che coinvolge lei e sua sorella Chloe introduce un elemento di suspense e vulnerabilità che caratterizza le migliori puntate della serie.
Mika si trova a fronteggiare un intervento chirurgico delicato al fegato, mentre la sorella Chloe, reduce dalla chemioterapia, lotta per la propria vita. Nonostante gli sforzi dei medici, Chloe non sopravvive, momento reso ancora più drammatico dalla scena in cui Miranda Bailey informa Mika della morte della sorella. La sequenza è un esempio di scrittura efficace, che evita il melodramma per concentrarsi sulla cruda realtà del dolore. Bailey, una figura materna e guida per molti dei giovani medici, dimostra ancora una volta la sua capacità di affrontare situazioni difficili con empatia e professionalità. Tuttavia, il peso emotivo dell’accaduto non si limita a Mika: anche Adams, che aveva promesso a Mika di salvare Chloe, si trova a fare i conti con un senso di colpa schiacciante, mentre Kwan, che ha un passato segnato da incidenti simili, si avvicina a Mika in un momento di vulnerabilità. Aspetti questi che verranno probabilmente presi in esame nel mid season (21×08) e che accompagneranno l’abbandono di Mika dallo show. Unitamente al legame tra Mika e Jules, portato a galla da quest’ultima e reso “pubblico” durante un faccia a faccia con Simone.
CRITICARE, MA SENZA ESAGERARE
La serie, ormai alla sua ventunesima stagione, continua a bilanciare (quando ne ha voglia, come il peggiore degli alunni di scuola) il dramma medico con storie personali che risuonano profondamente con il pubblico. In questo episodio, la dicotomia tra speranza e disperazione è resa in maniera ottima, offrendo un’esperienza emozionale completa.
Resta l’amaro in bocca per aver voluto congestionare il tutto in un’unica puntata: la drammaticità delle sorelle Yasuda sarebbe stata una tematica che poteva tranquillamente essere affrontata in un singolo episodio. Ma si sta qui veramente cercando un po’ il pelo nell’uovo: “If You Leave” è un ottimo episodio di commiato (o di preparazione allo stesso) e sarebbe sciocco affermare il contrario. E se si considerano episodi del calibro di “Now or Never” sarebbe ingiusto fare le pulci a questa puntata solo per l’accumulo di eventi “traumatici”: nel finale della quinta puntata, infatti, sia Izzie, sia George lasciavano il pubblico con il fiato sospeso.
Altri tempi e un altro Grey’s Anatomy, ma risulta sempre piacevole guardare al passato glorioso dello show della ABC.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Grey’s Anatomy continua ad attestarsi attorno ai 2 mln di pubblico, sintomatico probabilmente anche dello spostamento allo slot successivo del giovedì (22:00) rispetto alle passate stagioni. Ciò nonostante “If You Leave” convince e finalmente coinvolge. Certo, si è stati costretti ad aspettare fino al mid season per un episodio di questa caratura, ma meglio tardi che mai.
Ora non resta che attendere “Drop It Like It’s Hot” e poi si potrà tranquillamente riposare fino ad inizio marzo. Va bene lo stesso.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.