“Some of the world’s top trauma specialists have proven that our brains may forget the traumas we survive… but our bodies, especially our nervous systems, always keep score.”
Questa sedicesima stagione di Grey’s Anatomy non è affatto iniziata nel migliore dei modi. Anzi, si potrebbe tranquillamente dire che è iniziata nel peggiore. La cosa buffa è che il titolo della season première stessa sarebbe da prendersi come avvertimento. “Nothing Left To Cling To” letteralmente vuol dire “niente a cui aggrapparsi” e non ci sarebbe espressione migliore per descrivere lo status attuale della serie. La cosa meno buffa ma più preoccupante, invece, è che non è la prima volta che una stagione di Grey’s Anatomy inizia così male. Gli spettatori questa volta hanno dovuto attendere un mese preciso per assistere al primo episodio decente e ciò rappresenta un’ulteriore conferma che lo show Shondaland è giunto al capolinea in termini di qualità, come è stato ribadito innumerevoli volte nelle nostre recensioni. Ma veniamo al dunque.
“Breathe Again” si compone di tre storyline, che seguono tre personaggi: Meredith, Richard e Jo. In realtà è merito di solo una di queste se l’episodio può essere considerato “da sufficienza”. Il filone narrativo in questione è quello di Jo.
Miranda: “Today I watched you teeter on that edge, bring yourself back by yourself, bring me back and save someone else’s life in the process. I don’t know what ‘square one’ looks like, but there was nothing square one about that.”
Il “caso medico” della settimana riguarda una delle psicoterapeute di Jo e di per sé non è stato particolarmente entusiasmante o avvincente, ma è stato gestito in modo estremamente funzionale, con l’inserimento di alcuni flashback sul percorso di Jo nella clinica. Il tema delle depressione, collegato alla Wilson, poteva rivelarsi un vero e proprio flop, considerando il personaggio e quanto sia stato gestito male in passato, ma se esplorato bene poteva rivelarsi anche uno spunto interessante. Finora il team di autori non aveva mai veramente affrontato la questione e la guarigione della giovane donna è sembrata avvenire off-screen. Scelta condivisibile o meno, sarebbe stato veramente un peccato non approfondire l’argomento, soprattutto considerata la scarsità di storyline interessanti. Il punto è che Jo non è guarita, la depressione non è così facile da curare, ma ora ha gli strumenti necessari per combattere “il mostro”.
Era ora che venisse mostrata una Josephine Wilson forte e combattiva, non solo la donna insicura, piena di problemi e vittima degli eventi che è stata finora. Anche la sua ultima scena che la vede lanciare peluche vari contro il muro insieme ad Alex, oltre ad essere considerata molto “tenera”, mette in luce l’evoluzione del personaggio che, invece di chiudersi in se stessa (ripetendo gli errori del passato), decide di condividere una parte della sua terapia con il marito. Se solo Vernoff e Harper si rendessero conto che sono queste le evoluzioni che meritano di essere proposte, invece delle troppe involuzioni, forse Grey’s Anatomy potrebbe tornare ad essere una buona serie tv.
Le altre due storyline protagoniste di questa puntata, invece, sono di tutto altro livello. La “lotta contro il sistema” intrapresa da Meredith aveva un bel potenziale, ma finora non ha davvero preso il via. Anzi finora è sembrato più un escamotage per creare inutile scompiglio nella vita dell’ex (?) primario (o primaria) di chirurgia generale del Grey Sloan Memorial. L’operazione a cui ha dovuto sottoporsi Zola è servita soltanto a complicare ulteriormente le cose, di sicuro non era necessaria ai fini della trama, non in questa fase almeno, e non ha suscitato particolare tensione, in quanto la buona riuscita dell’operazione era fin troppo scontata.
Su Richard, invece, sarebbe meglio sorvolare. Innanzitutto, l’equivoco venutosi a creare con la nonna di Bonnie Bennett Gemma ha del ridicolo, ma il vero problema è che Webber si ritrova al centro dell’ennesimo problema coniugale con Catherine, dinamica che ha ormai veramente annoiato, anche senza un potenziale tradimento nell’aria.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Breathe Again” si merita solo il “6 politico”, sperando che sia di buon auspicio…
It’s Raining Men 16×04 | 5.75 milioni – 1.2 rating |
Breathe Again 16×05 | 6.10 milioni – 1.3 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.