Better Call Saul 6×07 – Plan And ExecutionTEMPO DI LETTURA 5 min

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Better-Call-Saul-6x07“Can’t rush the process.”

L’espressione “Checkhov’s Gun” è un concetto narrativo legato ad un dramma che prevede che ogni singolo elemento mostrato all’interno della storia dovrà, prima o dopo, rivelarsi utile ai fini della stessa per evitare così la creazione di false promesse.
Un elemento ampiamente radicato nello stile del creatore Vince Gilligan, basti pensare alla pianta di ricino, alla ricina e alle terribili conseguenze che ebbe all’interno di Breaking Bad.
Allo stesso modo il caso della Sandpiper sembra voler continuare ad accompagnare lo spettatore durante la visione di Better Call Saul: una causa apertasi durante la prima stagione, portata avanti a più riprese dai fratelli McGill ed ora saldamente nelle mani della HHM. Questo paso a doble si conclude in “Plan And Execution”, probabilmente, perché l’incontro tra i rappresentanti della HHM e quelli della Sandpiper (Schweikart) sembra concludersi con un fallimento per i primi e una debacle personale per Howard che finisce per ritrovarsi al momento sbagliato nel posto sbagliato proprio nel finale di puntata.
Un andamento a rilento di questa puntata che inficia, purtroppo, sulla valutazione, sorretta da un sempre ottimo Lalo, ormai pronto a stringere il cerchio attorno a “l’uomo dei polli”.

SAUL E KIM VS HOWARD


Come si diceva poco sopra, il caso della Sandpiper e l’intricato piano di Saul e Kim per indebolire la figura di Howard occupano buona parte dell’episodio lasciando ben poco spazio alla diatriba tra Fring e i Salamanca.
Il piano di Saul e Kim, sul punto di essere rimandato a data da destinarsi nella precedente puntata, viene portato a termine proprio all’ultimo senza ulteriori intoppi: tutto deve andare come dovrebbe andare, niente va storto e i nervi di Howard, ormai a fior di pelle, vengono nuovamente incrinati ed esposti ledendone l’attendibilità e la compostezza. La coppia sembra inattaccabile, impunita e baciata dalla fortuna. Nessuno sembra pagare le conseguenze delle loro azioni. O almeno così è fino alle ultime, tragiche, sequenze.
La morte di Howard è il prezzo che Saul e Kim si ritrovano a pagare, un prezzo salatissimo a discapito di altri. Interessante, poi, notare come gli ultimi dialoghi di Saul sia con Howard, sia con Chuck siano dei litigi in cui questi ultimi attaccavano a spron battuto l’eclettica figura dell’avvocato interpretato da Bob Odenkirk.

LALO IN VERSIONE PENNYWISE


La tediosità della storia pesa per buona parte dei cinquanta minuti, appesantisce la visione e lascia poco spazio a Lalo, nonostante una cold opening registicamente ineccepibile che lasciava presagire qualche sviluppo di maggiore entità. Invece no: Lalo ha ormai scovato la lavanderia di Gus e la “mother-of-All meth labs” e la osserva con attenzione da uno scarico fognario quasi Gilligan tentasse di richiamare il personaggio di Pennywise. Ma oltre a questo, Lalo viene utilizzato ben poco e, principalmente, per consegnare al pubblico il cliffhanger di questa prima metà stagione, andando nell’appartamento di Kim e Saul e freddando alla testa Howard, innocente pedina di un gioco più grande di lui.
La pesantezza della puntata e la conseguente lentezza non vengono tuttavia percepite dal pubblico, evidentemente, visto e considerato che si tratta dell’episodio con il voto più alto (da parte degli utenti) su IMDb, mentre su Rotten Tomatoes ha il 100% ed un voto medio di 10/10. Insomma, parrebbe la perfezione fatta episodio.
Anche se forse è più il blasone ad essere premiato che l’episodio in sé e per sé.

…E ORA? SI ASPETTA LUGLIO


È il ritorno di Lalo ad Albuquerque ad innalzare una puntata che altrimenti avrebbe forse navigato verso una sufficienza piena, più per distacco dagli altri episodi dello show che per demerito proprio. Un ritorno, quello di Lalo, che potrebbe ridisegnare diversi equilibri in vista della seconda parte in onda a luglio. Quel “let’s talk” di Lalo, evidentemente, rappresenta l’inizio di un dialogo a metà tra una minaccia ed una richiesta. Quest’ultima per poter, in qualche modo, portare ad esporsi Gus. Ma come?
Molti fattori dovranno essere esplicitati.
La scorta di Kim e Saul ha lasciato la propria posizione per via della falsa minaccia lanciata da Lalo per depistarli? Oppure interverrà in qualche modo già nel prossimo episodio?
C’è poi da considerare il principale collegamento tra Nacho-Lalo-Saul e Breaking Bad, ossia la famosa scena del primo incontro di Saul con Walter e Jesse (questi ultimi mascherati), in cui l’avvocato chiede timoroso se sono stati mandati da Lalo. Evidentemente al personaggio interpretato da Tony Dalton aspetta un’uscita di scena ad effetto, in un modo o nell’altro, di cui Saul non sarà effettivamente reso edotto.
Non tutto il male viene per nuocere, comunque: ad inizio recensione si appuntava come il caso Sandpiper fosse stato parte integrante della storia fin dalla primissima stagione. Un binomio che sembra concludersi in “Plan And Execution” e che con la morte di Howard potrebbe anche accelerare la narrazione evitando così ulteriori perdite di tempo attorno a questioni meno interessanti, soprattutto ora che le distanze tra Breaking Bad e Better Call Saul sembrano essersi accorciate ulteriormente con la costruzione del laboratorio di metanfetamina.

“The trap is set. Salamanca shows up, he goes down.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tony Dalton e la cold opening, semplicemente stupenda
  • Saul e Kim ancora una volta impuniti…anche se a pagare per loro alla fine toccherà ad Howard
  • La morte di Howard, inevitabile e forse utile a smuovere la storia
  • Il piano di Saul e Kim per intaccare il nome di Howard
  • Lentezza generale
  • Diverso spazio dedicato al caso Sandpiper, nonostante il poco interesse possa creare rispetto alla guerra interna del Cartello e ai relativi sviluppi
  • Voti e rating dell’episodio che premiano, forse, più la nomea che la puntata in sé

 

Okay, let’s talk“: appuntamento a luglio con aspettative molto alte.

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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